di Chris Hedges, Vertigo (pp. 282, euro 14,00)
Figlio di un pastore presbiteriano, Chris Hedges ha lavorato per alcune delle più importanti testate del mondo, arrivando a vincere nel 2002 il Premio Pulitzer. Negli anni dell'amministrazione della Casa Bianca guidata da George W. Bush ha analizzato per i media americani il ruolo crescente esercitato dalla Christian Right nel paese. Nel 2006 ha pubblicato il libro proposto lo scorso anno anche ai lettori italiani, American Fascists, in cui traccia il profilo di questa destra cristiana attraverso le biografie dei suoi leader, la rete dei suoi gruppi e il peso esercitato nei media e a Washington. Tutto questo in un paese che, come racconta Hedges, conta «settanta milioni di evangelici (circa il 25% della popolazione) che frequentano più di duecentomila chiese evangeliche. Stando a quanto dicono i sondaggi, il 40% degli intervistati crede che la Bibbia sia "la vera parola di Dio" e che "vada presa alla lettera, parola per parola". Se applichiamo questa percentuale alla popolazione totale, significa che il numero dei credenti ammonta a cento milioni». In questo contesto il fondamentalismo evangelico che ha preso il controllo di una parte del Partito repubblicano fin dai tempi di Reagan, ha buon gioco ad utilizzare le sacre scritture come un mix tra un manuale bellico e un testo di marketing: le campagne militari in Iraq e Afghanistan sono state motivate presso l'opione pubblica americana anche ricorrendo all'appello alla fede. Del resto, spiega Hedges, «le pagine della Bibbia contengono abbastanza odio, fanatismo e sete di violenza da soddisfare chiunque sia deciso a trovare una giustificazione per la crudeltà e la prepotenza. E la Bibbia è stata usata per molto tempo da mani sbagliate, non per cristianizzare la cultura, come affermano spesso coloro che la brandiscono, ma per acculturare la fede cristiana».
Gu. Ca.
Liberazione 24/10/2010, pag 16
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