lunedì 12 luglio 2010

La lotta contro le nocività dei Movimenti uniti del Lazio

Venerdì 11 giugno la Regione Lazio sarà cinta d'assedio dai cittadini in lotta per difendere la salute, l'ambiente e l'autogoverno dei territori.
Siamo uomini e donne che stanno resistendo all'aggressione dei nostri territori da parte di chi vuole fare profitto sulla salute e sull'ambiente. Dopo anni di lotte a livello locale, i movimenti territoriali hanno deciso di unirsi e di aprire una sola, grande vertenza contro la Regione Lazio per la difesa della salute, dell'ambiente, per l'autogoverno dei nostri territori. Così, centinaia di persone, semplici cittadini, si sono riuniti lo scorso 6 marzo sotto la Prefettura di Roma, in piazza Santissimi Apostoli, per dar vita alla prima manifestazione dei Movimenti uniti contro le nocività: siamo arrivati da Ciampino, Fiumicino, dall'Alto Lazio, dai comuni lungo la statale Pontina partendo dalle porte di Roma fino a Latina, da Guidonia, da Albano, da Aprilia, dalla Valle del Sacco. Da quel giorno, ci siamo continuati ad incontrare per aggiornarci reciprocamente sullo stato delle singole vertenze. Per far sì che in ogni territorio si parlasse di quanto, quotidianamente, avviene negli altri territori in lotta nella nostra regione. Insieme, dietro un unico striscione, abbiamo partecipato alla manifestazione del 20 marzo per la difesa dell'acqua pubblica. Ora è arrivato il momento di presidiare quel palazzo, oggi occupato dal centrodestra e da Renata Polverini, ieri dal centrosinistra e da Piero Marrazzo, per opporci a una politica sempre più piegata agli interessi dei privati. Quella politica che schiaccia i bisogni e le volontà delle popolazioni per favorire industriali e imprenditori che fanno profitto con lo sfruttamento della terra e dell'ambiente. In questi anni i nostri territori sono stati scenario di una strenua autodifesa da parte delle popolazioni contro le istituzioni, locali e nazionali, che hanno imposto con arroganza e autorità devastanti, e inutili, grandi opere: dalla Tav in Val di Susa agli impianti dannosi e costosi (gassificatori, inceneritori, discariche, elettrosmog, centrali nucleari e a carbone). Dalle autostrade ai porti. Il tutto, con la conseguenza di una continua cementificazione del territorio e di una costante privatizzazione dei servizi sociali e dei beni naturali. Ma la risposta non si è fatta attendere. I comitati, in maniera autorganizzata, e i cittadini che lottano in prima persona si sono mobilitati contro le multinazionali e i grandi gruppi imprenditoriali che si nascondo dietro ogni grande opera pubblica: stiamo parlando di Enel, Eni, Colari, Caltagirone, Ama, Acea, Sorgenia, Ryanair, Aeroporti di Roma, Impregilo, Ansaldo, Benetton… Stiamo parlando dei poteri forti del nostro paese. Poteri ai quali la nostra classe dirigente si è asservita. Le nostre resistenze sono locali ma hanno respiro nazionale. Sono esemplificative di quanto sta avvenendo in tutta la nazione, flagellata da grandi e inutili opere. Basta prendere il caso di Aprilia, città simbolo per la lotta per la ripubblicizzazione dell'acqua. Qui gli interessi economici hanno un cognome pesante: De Benedetti con la sua "sostenibile" Sorgenia. Qui, il "libero editore" sta costruendo, con cantieri irregolari, una centrale a turbogas assolutamente inutile, visto che servirà, eventualmente, solo nei momenti di picco di energia. E qualunque sia il prezzo per una centrale inutile, è un prezzo comunque troppo alto. Per non parlare degli interessi politico-economici che hanno fatto di Civitavecchia una cittadina ormai di "proprietà" dell'Enel. Stessa sorte, poi, potrebbe toccare ad Albano, qualora non riuscissimo a porre un freno ai devastanti progetti del "re della mondezza" di Roma, Manlio Cerroni, che a pochi metri dall'abitato di Roncigliano, all'interno della discarica di sua proprietà, vorrebbe costruire, su spinta tanto del duo Marrazzo-Veltroni prima che Polverini-Alemanno ora, un inceneritore. Fino ad arrivare al litorale dove gli interessi dei costruttori, romani e non, dai Caltagirone alla famiglia Benetton, hanno iniziato un'opera di cementificazione del territorio: da una parte con il Porto Turistico di Fiumicino, benedetto in campagna elettorale dal duo Polverini-Bonino, tanto da essere ribattezzato "Porto della Concordia"; dall'altra con il raddoppio dello scalo aeroportuale su terreni di proprietà di Benetton (tramite Maccarese Spa). La necessità di mettere in relazione le problematiche vissute da una singola vertenza con quelle vissute dalle "sorelle" sparse in tutto il Lazio, quindi, ha spinto ogni lotta a partecipare a questo percorso, dando vita alla manifestazione unitaria indetta per domani. Perché è in ogni singola battaglia del territorio che vive l'opposizione sociale contro le grandi speculazioni adoperate dalle istituzioni locali cui attingono continuamente le forze imprenditoriali più potenti. Ma le nostre lotte, e i fatti lo hanno dimostrato, non sono solo in difesa della salute e dell'ambiente. Ogni giorno siamo in trincea per restituire il potere decisionale sui nostri territori ai cittadini che li abitano e li vivono, contro la militarizzazione del territorio e la criminalizzazione delle resistenze locali.
Per questo, domani dalle 10 saremo sotto la Regione Lazio, a Roma, in via Rosa Raimondi Garibaldi, per chiedere, per pretendere, che la volontà popolare venga rispettata. Nulla va deciso sulla nostra testa! Per questo invitiamo le reti sociali, i coordinamenti territoriali, le assemblee permanenti, i comitati di quartiere i/le tanti/e cittadini/e che in questi anni si sono mobilitati/e contro le scelte sbagliate della Regione Lazio alla seconda manifestazione unitaria dei Movimenti del Lazio. Saremo sotto la Regione per chiedere a gran voce la moratoria e il ritiro di tutti i progetti nocivi e devastanti. Chiusura dell'aeroporto di Ciampino; no al Porto Turistico e al raddoppio dell'aeroporto di Fiumicino; chiusura della centrale a carbone Enel di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia; ritiro del progetto relativo al corridoio autostradale Roma-Latina; risanamento ambientale di Guidonia; no all'inceneritore di Albano; no alla Turbogas ad Aprilia; tutela e risanamento ambientale della Valle del Sacco: sono questi i nostri obiettivi.
testimonianza raccolta da Daniele Nalbone

Liberazione 10/06/2010, pag 16

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