mercoledì 3 agosto 2011

Qualche idea per il sindaco Alemanno

Non è svendendola che si risana l'Atac

Fabio Alberti
Ieri militanti della Federazione della Sinistra hanno bloccato il traffico di fronte al deposito Atac di via del Portonaccio a Roma. «Fuori la P4 da Atac, no alla vendita delle rimesse». Questo il contenuto degli striscioni aperti di fronte ai bus di passaggio mentre si volantinava ai passeggeri. Il flash-mob segue l'occupazione da parte del coordinamento "Roma Bene Comune" di un'altra rimessa, di fianco alla "Festa della città che resiste" che, in segno di concreta solidarietà, ha fornito i pasti agli occupanti. Altre azioni sono annunciate per il futuro a sostegno di una vertenza che sta assumendo valore simbolico nella lotta contro il bilancio (che toglie ai poveri per dare ai ricchi) di Alemanno.
Ma vediamo di cosa si tratta. L'Atac è in forte perdita, rischia il fallimento. Il Comune non ha soldi a causa dei tagli del governo. Di qui l'idea di vendere il patrimonio immobiliare. Un ragionamento che fila, tanto che anche il Pd sembra condividerlo, anche se ne critica la metodologia. Invece è profondamente sbagliato in sé.
Non si ripianano perdite correnti con smobilizzazioni patrimoniali: inutile riempire un buco se non si tura la falla. Inoltre: il patrimonio Atac è un bene comune di tutti i romani e costituisce una occasione irripetibile, con le caserme dismesse dal demanio militare, di riqualificazione urbana. Roma perderebbe per sempre questa occasione senza risanare Atac. Ma c'è una aggravante: Bisignani, tra tante attività in Campidoglio, ha pilotato la nomina dei vertici Atac che hanno pensato l'operazione. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si coglie. Perché la P4 ci teneva così tanto proprio a nominare l'amministratore delegato dell'Atac? Non sarebbe nulla di nuovo: "parentopoli" è lì a dimostrarlo.
La manovra si farà in due mosse. Con una delibera si riporta il patrimonio, già scorporato, in Atac. Con la seconda se ne affida parte (15 immobili, tra rimesse, aree ed altri fabbricati) ad un fondo immobiliare per "valorizzarle", cioè venderle a privati previo aumento di cubatura garantito dal Comune. La prima delibera è stata approvata mercoledì grazie al numero legale garantito irresponsabilmente dalle opposizioni capitoline. L'altra è in discussione oggi.
Un altro pezzo di città verrebbe messo nelle mani della speculazione. Si tratta a volte di gioielli architettonici, pezzi di storia, altre volte di aree immerse nel tessuto urbano. In una città che ha bisogno di case popolari, di aree libere, di spazi per la socialità sottratti al mercato, si costruiranno altre case a prezzi inaccessibili.
La Federazione della Sinistra ha altre idee: il buco di bilancio si riempia con la partecipazione del Comune all'accertamento dell'evasione fiscale che a Roma ammonta a 10 miliardi di euro. Individuandone un solo miliardo entrerebbero nelle casse del comune somme sufficienti a risanare Atac. Poi occorre liberarsi delle assunzioni clientelari, cacciare amministratori e dirigenti corrotti ed incapaci e far entrare i cittadini nel controllo e nell'indirizzo dell'azienda. Insomma anche in Atac, come in Acea ed in Ama, fuori i privati e dentro i cittadini.
Ma soprattutto serve una nuova politica dei trasporti orientata alla sostituzione del mezzo privato con quello pubblico, intanto dando ai trasporti pubblici la principale risorsa di cui sono carenti: la superficie stradale. A Roma su 2.500 km di rete stradale ci sono solo cento Km di corsie preferenziali con la conseguenza che i mezzi pubblici hanno una velocità commerciale tra le più basse d'Europa, solo 12 km/h. Servono inoltre semafori intelligenti che diano il verde ai mezzi pubblici. E' stato calcolato che per ogni km/h di aumento della velocità si risparmierebbero 30/50 milioni l'anno. Poi no al costosissimo attraversamento del centro con la linea C, chiusura dell'anello ferroviario, prolungamento della metro in periferia con linee di superficie, tram sulla sponda est del Tevere. Il tutto pagato con una imposta di scopo caricata sui grandi patrimoni. Per gli immobili Atac, come per le caserme, si avviino le consultazioni popolari per discutere e decidere, con la gente, quale destinazione pubblica.
Sono queste alcune delle proposte che la Federazione della Sinistra vuole mettere al centro del confronto programmatico con le altre forze della sinistra e del centro sinistra per costruire, insieme alla società civile e ai movimenti, un programma per un'altra Roma. Una Roma bene Comune. Per cacciare Alemanno senza tornare a Veltroni.


Liberazione 25/06/2011, pag 5

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