venerdì 8 gennaio 2010

La mano russa sul petrolio iracheno

La compagnia privata si aggiudica un appalto da 1,8 milioni di barili al giorno

Lukoil estrarrà nel West Qurna-2

Il consorzio guidato dalla più grande compagnia petrolifera privata russa, la Lukoil, e l'azienda statale norvegese StatoilHydro ha firmato ieri un importante contratto per l'estrazione petrolifera in uno dei campi più ricchi dell'Iraq, il West Qurna-2. L'enorme campo petrolifero nel sud del paese ha riserve stimate in 12,9 miliardi di barili.
Lukoil, che ha annunciato di voler investire «miliardi di dollari» nel progetto, ha vinto l'asta per un contratto ventennale proponendo un costo per barile estratto di 1,15 dollari, con un'estrazione media giornaliera di 1,8 milioni di barili. Una sfida enorme per la compagnia privata russa, che attualmente in patria estrae un volume complessivo simile a quello promesso al governo iracheno.
Il contratto iniziale, siglato ieri, dovrà essere approvato dal governo iracheno prima della stipula del contratto definitivo. Il viceministro iracheno per il petrolio, Abdul-Karim Louaibi ha annunciato che i sette contratti siglati in seguito all'asta dello scorso 12 dicembre, saranno presentati giovedì al governo.
Quest'anno l'Iraq ha assegnato in due diverse aste otto campi petroliferi a compagnie internazionali incaricate di sviluppare l'estrazione. Oltre alla Lukoil, ad aggiudicarsi appalti minori erano state il gigante europeo Royal Dutch Shell PLC, la malaysiana Petronas, la cinese CNPC e la russa Gazprom. La prima asta di giugno è stata un fallimento, con un solo appalto concluso e le grandi compagnie interessate solo alle riserve nel più sicuro sud sciita del paese.
Se i progetti seguissero le previsioni, ha dichiarato il ministero del petrolio, in un prossimo futuro le produzione irachena di petrolio potrebbe persino quadruplicare, arrivando alla soglia di 12 milioni di barili al giorno. Si tratterebbe di un volume in grado di far concorrenza al primo produttore mondiale di petrolio, l'Arabia Saudita, ma che, dicono gli analisti, rimarrà nei sogni del ministero. Con 155 miliardi di barili l'Iraq è il terzo paese per riserve stimate di petrolio dopo Arabia Saudita e Iran.
Prima dell'asta la Lukoil aveva comunque tentato, senza successo, di farsi assegnare l'appalto facendo valere un vecchio contratto firmato nel 1997, e rescisso cinque anni dopo, sempre all'epoca di Saddam Hussein.
m.al.

Liberazione 30/12/2009, pag 8

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