domenica 3 febbraio 2008

Ciad

14/12/2007 ore 21.16 - “I tre principali movimenti della ribellione dell’est del Ciad, Unione delle forze per la democrazia e lo sviluppo (Ufdd), Ufdd–Fondamentale e Raggruppamento delle forze per il cambiamento (Rfc), hanno stretto un’alleanza allo scopo di rovesciare il governo del presidente Idriss Deby”. Lo ha confermato alla MISNA il portavoce dell’Ufdd, Hassan Boulmaye, secondo cui “l’alleanza prevede un coordinamento delle operazioni militari tra i tre gruppi” ed è stata conclusa mercoledì scorso durante una riunione a Hadjer Marfaïn, nei pressi della frontiera sudanese. Il portavoce ha aggiunto che l’accordo non prevede uno smantellamento dell’attuale assetto delle forze da combattimento dei tre gruppi, ma un “coordinamento a livello strategico” dei vertici militari. I combattimenti nell’est del paese, ripresi nelle scorse settimane, sono cominciati dopo che le principali fazioni ribelli, firmatarie il 25 ottobre a Sirte (Libia) di un accordo con il governo, ne avevano dichiarato l’annullamento denunciando il non rispetto dei patti da parte dell’esecutivo.

10/12/2007 10.14 - Una richiesta di organizzare una conferenza di pace per il Ciad è stata avanzata dal principale gruppo ribelle attivo nell’est del Paese, l’Unione delle forze per la democrazia e lo sviluppo (Ufdd), al governo austriaco. Lo riporta oggi la stampa austriaca, precisando che le Ufdd, il primo gruppo ribelle ad aver ripreso la lotta armata due settimane fa e ad averla interrotta negli ultimi giorni, ha scritto al ministro della Difesa austriaco chiedendo all’Europa di giocare un ruolo più ampio nel risolvere l’impasse attuale tra N’djamena e i movimenti armati che il mese scorso avevano sottoscritto un accordo di pace col governo e che, denunciandone la mancata applicazione, sono tornati negli ultimi giorni a riprendere le armi contro il presidente Idriss Deby. “Noi vorremmo dialogare con il presidente Deby ma nessuno è disposto a fare da mediatore”, aveva detto nei giorni scorsi alla MISNA Hassan Boulmaye, portavoce del movimento, aggiungendo: “Secondo noi, i più indicati per la mediazione potrebbero essere gli europei. Invece di precipitarsi ad inviare truppe sul terreno potrebbero piuttosto favorire il dialogo”. Intanto da circa 48 ore non si registrano notizie di nuovi scontri e gli ultimi presunti combattimenti, dato l’isolamento dell’area in cui governo e ribelli si affrontano è estremamente difficile ottenere conferme indipendenti, avrebbero coinvolto formazioni minori e finora sconosciute. Da registrare la defezione di alcune centinaia di ribelli del movimento della Concordia nazionale ciadiana (Cnt) avvenuta nel fine settimana. Secondo fonti vicine alla ribellione un comandante dissidente del movimento, isolato perché troppo “morbido” nei confronti del governo, ha lasciato le proprie basi oltre confine per consegnarsi all’esercito. [MZ]


4/12/2007 ore 12.19 - L’accordo di pace tra governo e gruppi ribelli è “definitivamente sorpassato”. Lo sostengono, dopo giorni di intensi combattimenti nell’est del paese, i ribelli dell’Unione delle forze per la democratizzazione e lo sviluppo (Ufdd), in una nota nella quale il movimento denuncia “l’atteggiamento irresponsabile dell’esecutivo” e il “rinvio alle calende greche dell’attuazione degli accordi di pace”. Secondo fonti militari, sarebbero tra i 200 e il 300 i soldati feriti trasportati questa settimana a N’djamena dagli ospedali di Abeche, principale centro abitato nel Ciad orientale. Gli scontri degli ultimi giorni, intanto, sui quali ribelli e esponenti di governo forniscono versioni contrastanti, si sarebbero concentrati nella zona di Hadjar Marfaine, regione montuosa al confine con i Sudan; nessun bilancio ufficiale è stato fornito dai ribelli, ma fonti militari parlano di centinaia di vittime tra le fila dei miliziani. Riguardo alla situazione sul campo, intanto, sarebbero terminati i combattimenti ripresi all’alba di oggi tra l’esercito regolare e i ribelli del Raggruppamento delle forze per il cambiamento (Rfc), esplosi nella regione di Biltine: i ribelli accusano l’esercito di aver attaccato le proprie postazioni e di aver scatenato violenti combattimenti “conclusisi con l’uccisione di numerosi soldati e la cattura di diversi prigionieri”. Questa mattina, l’ex primo ministro Jean Alingué Bawoyeu ha invitato il presidente Idriss Deby a “riprendere la strada del processo di pace in Ciad”. Esponente del raggruppamento dell’opposizione ‘Coordinamento dei partiti per la difesa della Costituzione’ (Cpdc), Bawoyeu ha sottolineato in un’intervista all’agenzia di stampa panafricana ‘Panapress’ che “gli attori di questa crisi devono incontrarsi e parlare tra di loro, perché la guerra non porterà ad una soluzione”. I combattimenti sono divampati nei giorni scorsi nell’est del paese dopo che le fazioni ribelli, firmatarie il 25 ottobre a Sirte (Libia) di un accordo con il governo, ne avevano dichiarato l’annullamento denunciando il non rispetto dei patti da parte dell’esecutivo. Ufdd e Rfc sono solo due delle numerose formazioni ribelli attive da quasi due anni nell’est del Ciad con lo scopo dichiarato di deporre il presidente Idriss Deby.

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