domenica 4 gennaio 2009

Sì alla "Nato" latinoamericana, sfida ad Obama

Sudamerica-Cuba, 4 summit in 15 giorni

Immanuel Wallerstein
Il principale artefice di questi incontri è stato il presidente del Brasile Luiz Ignacio Lula da Silva e l'"eroe" è stata Cuba. Lula stesso lo ha definito un "uragano ideologico".
Vediamo in sintesi cosa è accaduto. Il Mercosur è il mercato comune organizzato da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay al quale si è ora unito anche il Venezuela. I presidenti di queste cinque nazioni hanno annunciato che assorbiranno tutte le esportazioni della Bolivia, che ha visto le sue tariffe preferenziali cancellate a settembre dagli Stati Uniti perché, stando a Washington, il paese non stava facendo abbastanza per combattere il traffico della droga.
Questa decisione è stata approvata dall'Unasur, l'unione dei 12 stati dell'America del sud (che include Messico e Panama come osservatori). Ma ancora più importate è stato il fatto che l'Unasur ha condiviso la proposta del Brasile di creare un South American Defense Council (un Consiglio di Difesa dell'America Latina). In considerazione del fatto che solo a maggio lo stesso Unasur aveva affossato questa proposta (che non era gradita agli Stati Uniti), il ministro della difesa brasiliano Celso Amorin ha accolto la nuova decisione come un «una piacevole sorpresa», che incarna l'idea di una America Latina per i latino americani, una geniale parafrasi dello slogan della classica Dottrina Monroe "L'america agli americani".
Ma il vero evento è accaduto il 16 dicembre scorso al vertice del Gruppo di Rio. Il Gruppo di Rio, un forum politico dell'America Latina creato nel 1986, e che nel 2008 ha registrato la presenza di 22 nazioni, ha all'unanimità ammesso Cuba come membro. Il presidente del Messico, Felipe Calderon, che presiedeva il vertice, ha accolto il "popolo fratello" di Cuba, che in quella sede era rappresentato da Raul Castro e che è stato accolto da un applauso caloroso. Il Forum ha inoltre prontamente condannato l'embargo americano verso Cuba chiedendone la fine immediata.
Calderon e Castro hanno poi avuto un incontro privato per appianare gli "aspri dissidi" che vi erano tra i due paesi e che erano il risultato delle azioni del predecessore di Calderon, Vincente Fox. Dopo l'incontro lo stesso Castro ha definito i rapporti tra i due stati "magnifici". I due presidenti hanno inoltre annunciato che nel 2009 si scambieranno visite ufficiali.
Il vertice finale è stato quello dei 33 presidenti latino americani e dei Caraibi, il primo della storia. Gli unici tre presidenti assenti e che hanno trovato scuse per inviare dei sostituiti sono stati il presidente della Colombia Alvaro Uribe, del Perù Alan Garcia e del Salvador Antonio Saca, gli ultimi amici degli Stati Uniti in America Latina. Il Brasile era così coinvolto e interessato all'incontro che ha inviato aerei militari per i presidenti delle nazioni più povere del Centro America e dei Caraibi per permettergli di essere presenti.
Ma più significative, in questo incontro, sono state le assenze. Non erano invitati né gli Stati Uniti, né gli ex stati colonizzatori (e cioè Spagna e Portogallo). Il presidente dell'Ecuador, Raffael Correa, ha dichiarato che l'incontro metteva fine all'era dei "governi pupazzo" in America Latina. Il giornalista brasiliano Pepe Escobar lo ha definito un «siluro lanciato contro il sottomarino Obama».
La tempistica di questo incontro non è stata casuale. Il quinto vertice delle Americhe è fissato per il prossimo aprile a Trinidad. E' un organismo lanciato dal presidente Clinton nel 1994. Gli stessi capi di stato e di governo vi saranno invitati, ma ve ne saranno due in più, Stati Uniti e Canada, e uno in meno, Cuba.
Presumibilmente Obama dovrà confrontarsi in quella occasione con le proposte e gli argomenti avvanzati nei meeting tenutesi in Brasile. Il primo sarà quello di includere Cuba revocando la sospensione sancita dall'Organizzazione degli Stati Americani. Lula ha dichiarato che al fine di migliorare le relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti, sono questi ultimi che devono fare il primo passo togliendo l'embargo. La seconda proposta è quella di rivedere i debiti esteri. L'Ecuador ha già annunciato una moratoria sui futuri pagamenti, asserendo che dopo averli pagati per 28 anni, il debito resta invariato, «una misera storia» ha detto Correa.
Castro ha annunciato di essere pronto a colloqui diretti con Obama. «Se vuole avere una discussione, l'avremo. E' sempre più difficile isolare Cuba». Lula si è spinto oltre nello sfidare Obama dichiarando che la sua presidenza sarà veramente storica solo quando toglierà il blocco a Cuba. Nel frattempo quello che veniva considerato il cortile di casa di Washington si sta sempre di più aprendo ad altre potenze. Russia, Cina e Iran hanno tutte visto crescere il loro ruolo in America Latina.
L'ultima ad arrivare è la Francia. Il presidente Sarkozy si è recato in visita ufficiale in Brasile il 22-23 dicembre scorsi. I due paesi si sono accordati per migliori rapporti commerciali ma anche importanti rapporti militari. La Francia assisterà la marina brasiliana nella costruzione di cinque sottomarini di nuova generazione, incluso uno nucleare, che sarà il primo del genere in America Latina. Inoltre la Francia ha annunciato di essere pronta a fornire al Brasile la tecnologia necessaria per la costruzione di sottomarini nucleari così che in futuro il Brasile possa farlo da solo. Parte dell'accordo militare è anche l'aiuto francese per la costruzione di elicotteri, di cui il Brasile intende diventare esportatore.
La palla cubana, la palla ecuadoregna e quella brasiliana sono ora tutte nel cortile di Obama. Ha tempo sino ad aprile per farci sapere come intende rispondere.

liberazione 02/01/2009, pag 7

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