giovedì 17 giugno 2010

Come è dolce vagabondare su un cargo

di Flaminia Festuccia
Andare a spasso per il pianeta. A basso costo senza fretta. Dai network che organizzano l'ospitalità sulle navi merci, agli alberghi mobili, all'autostop organizzato
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Un viaggio diverso, contro tutte le regole del buon senso. Si sceglie la strada più lunga, il mezzo più lento, si accettano passaggi e ospitalità dagli sconosciuti. E, invece di stare in vacanza, magari si lavora anche, come mozzi, skipper, cuochi, babysitter. O si decide di regalare il proprio tempo e le proprie conoscenze a chi ne ha bisogno facendo un pezzo di strada come volontari di associazioni umanitarie. Una filosofia di vita (prima ancora che di viaggio), all'insegna di tempi lunghi e costi bassi, con qualche stravaganza - come un hotel su ruote o una notte in un letto-capsula giapponese - e avventura assicurata, fuori dai sentieri battuti dal turismo tradizionale.

Aereo? No grazie. La prima regola per rimanere in linea con una filosofia di viaggio slow (ed economico) è eliminare l'aereo. A meno di trovare voli a prezzi stracciati con le compagnie no frills, è ovvio. Ma l'aspetto avventuroso del viaggio ci guadagna sicuramente con la ricerca di mezzi alternativi. Un passaggio su una nave merci, ad esempio, è molto vantaggioso - specialmente sulle lunghe tratte - e permette di condividere la vita di bordo con l'equipaggio rallentando i ritmi e godendo della lentezza degli spostamenti per mare. Anche qui è necessaria una precisazione: ormai molte compagnie (come la Grimaldi) offrono viaggi su cargo in cabine extralusso, con tanto di camerieri e personale per le pulizie. Ancora un po' troppo "pacchetto avventura".

Andando a cercare tra le società dell'est europeo o tedesche, invece, si trovano navi che prendono passeggeri a bordo a prezzi minimi (a partire da 50 euro al giorno, tutto compreso) e con poche condizioni: che non pretendano di essere intrattenuti, che rispettino tassativamente orari e zone off limits, che si puliscano la cabina e si facciano il bucato da soli. Oppure ci si rivolge ad
agenzie specializzate che organizzano di tutto punto viaggio e spostamenti. Ma di nuovo i prezzi lievitano. Viaggiare con i cargo, però, non è un'alternativa all'aereo né un modo rapido per spostarsi.

Diventa una filosofia di vita, apprezzando la lentezza, la vita di bordo, visitare porti fuori dalle rotte note. Si possono scegliere le destinazioni più diverse, partendo dal porto da Genova, per arrivare in Sudamerica passando per Francia e Spagna, compreso il ritorno. Oppure si può partire dal Nord Europa (ad esempio da Amburgo, Rotterdam o Southampton) per scoprire l'estremo oriente, con tappa e Shangai e Hong Kong. E magari fare non solo una tratta, ma l'intero giro del mondo a 60 euro al giorno di spesa. Tutto sommato, per arrivare da punto a punto la spesa è maggiore di un viaggio in aereo, dato che la nave impiega circa un giorno per coprire la stessa distanza di un'ora di volo. Se quello che interessa è semplicemente l'economicità della crociera più che l'esperienza di viaggio, allora, può convenire anche guardare i siti delle compagnie che propongono crociere di lusso, che spesso scontano anche del 50% gli ultimi posti rimasti a bordo.

Lavorare a bordo. L'alternativa più radicale, allora, è informarsi su siti come Find a Crew: si sale in barca, privata o commerciale, assunti come equipaggio. È il portale più frequentato, e si trovano impieghi in ogni parte del mondo, certo non un viaggio di riposo o piacere, ma un modo per conoscere il mondo via mare, guadagnando anche. Alcune richieste sono per personale qualificato, come capitani o ingegneri di bordo. Ma ci si può proporre anche come cuochi, per l'intrattenimento durante le crociere o per lavori meno qualificati. Nella panoramica di un viaggio low cost intorno al mondo, l'idea di guadagnarsi un passaggio gratis (anzi, con tanto di stipendio), è decisamente allettante.

Passaggio in auto offresi. Attraverso siti come Road Sharing e Hitchhikers si può organizzare un intero viaggio saltando di passaggio in passaggio. Certo, prendendo accordi prima della partenza diminuisce un po' il romanticismo alla Kerouac, ma si riduce il rischio di imprevisti, brutti i incontri, così come il pericolo di rimanere giornate intere nello stesso punto in attesa di un passaggio. E chi offre ospitalità a bordo del proprio mezzo mette già in chiaro le intenzioni: qualcuno lo fa solo per avere compagnia, altri sperando di alternarsi alla guida, altri ancora chiedono una piccola cifra (di solito inferiore ai 30 euro). Basta registrarsi sui siti, che hanno adepti da ogni parte del mondo, inserire il passaggio che si sta cercando o aderire a un'offerta già presente. Ci si mette in contatto con il guidatore e si concordano appuntamento, condizioni e lunghezza del tragitto da fare insieme.

Barcastop. Per mare, invece, c'è il barcastop. Certo non si può improvvisare, pena rimanere in mare su una boa con il pollice alzato in attesa che passi qualcuno, ma con pochi euro di contributo per carburante e cambusa e un minimo di esperienza velica si trova sempre qualcuno che vuole condividere un tratto di rotta, rimediando aiuto, compagnia e in molti casi solide amicizie. Basta girare sui siti che raccolgono velisti e diportisti per trovare, molto spesso, sezioni apposite in cui si cercano e offrono passaggi in barca.

Alberghi mobili. Si può anche optare per una "crociera" su ruote: grazie ai pullman-hotel tedeschi della Rotel. Alberghi su ruote, con tanto di cabine dove dormire e cucina, che viaggiano in tutto il mondo portando i passeggeri alla scoperta della realtà autentica dei luoghi. Servizi igienici essenziali - per lavarsi si fa un po' come si può, magari approfittando dei servizi dei campeggi - e un prezzo che varia tra i 50 e i 100 euro al giorno che comprendono il viaggio, una buona parte dei pasti, e il pernottamento.

Bisogna essere avventurosi, adattabili e poco schizzinosi. Bisogna amare gli spostamenti lenti e la condivisione. Ma alla fine in questo modo si può anche fare il giro del mondo, in pieno stile Phileas Fogg, a patto - come il gentiluomo inglese uscito dalla penna di Jules Verne - di sperimentare i mezzi più diversi. E di avere a disposizione anche più di 80 giorni, senza tabelle di marcia tassative e scadenze da rispettare, in pieno spirito slow travel e slow life.

http://viaggi.repubblica.it/articolo/come-dolce-vagabondare-su-un-cargo/221482

1 commento:

Daniele ha detto...

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