martedì 1 giugno 2010

India, bomba sui binari. Sospetti sui maoisti

Rivendicazione, poi la smentita. Dopo l'esplosione il deragliamento. 80 i morti

Almeno 80 persone sono morte e 200 sono rimaste ferite in India in un attacco dinamitardo, che ha causato il deragliamento di un treno passeggeri e il seguente impatto con un convoglio merci nello stato di West Bengala. «Al momento sono stati recuperati 65 corpi» ha detto Samar Ghosh, ministro dell'Interno dello stato, dalla capitale Calcutta. «Ma il bilancio potrebbe aggravarsi», ha aggiunto.
Il sabotaggio al treno passeggeri deragliato in India sarebbe stato rivendicato da un grupppo di ribelli maoisti. Ad assumersi la responsabilità del disastro, secondo l'agenzia di stampa Trust of India, è stato il «Comitato per il popolo contro la politica di atrocità». A puntare il dito contro questo gruppo anche il ritrovamento di due volantini nelle vicinanze del disastro ferroviario. Ma poco dopo a stessa agenzia che aveva accreditato la rivendicazione ha battuto un secondo lancio in cui si smentiva la precedente rivendicazione. A negare qualsiasi coinvolgimento del gruppo con l'attentato è stato Asit Mahato, un portavoce del comitato. «Non siamo coinvolti in alcun modo. Non si tratta di una nostra azione», ha detto Mahato, chiamando la sede della Pti a Calcutta.
Il treno espresso era in servizio da Calcutta e Mumbay. Il deragliamento e il successivo sconto sono avvenuti all'1.30 locale nel distretto West Midnapore, una roccaforte maoista circa 135 chilometri a ovest di Calcutta, capoluogo del Bengala occidentale.
Da tempo all'offensiva in una decina di Stati indiani dell'est e del centro i maoisti, conosciuti anche come naxaliti, utilizzano spesso i sabotaggi dei binari ferroviari come metodo di lotta.
Il movimento naxalita indiano e la relativa guerriglia hanno origini lontane. Nascono difatti quando gli inglesi lasciarono l'India, e gli Stati del nord-est rifiutarono l'invito di Nehru a entrare nell'Unione indiana. Sono stati in origine particolarmente attivi in Assam, Nagaland, Manipur e Mizoram dove, alleati del gruppo indipendentista di Angami Zapu Phizo, agivano come squadra di guastatori per la Naga Army secondo il motto: "Il potere politico scaturisce dalla canna del fucile". Finanziati e addestrati prima dal Pakistan orientale - l'attuale Bangladesh - e poi dalla Cina, col tempo hanno cambiato di segno per diventare ufficialmente i difensori dei diritti dei poveri e delle caste basse nelle zone rurali.
I Naxaliti si propongono di instaurare il governo del popolo nella repubblica indiana e, praticamente, forniscono appoggio alle rivendicazioni dei contadini e dei gruppi tribali degli stati in cui operano. In pochi anni, complici povertà e privilegi dei ricchi duri a morire nelle zone rurali, hanno preso piede un po' dappertutto. Nel misero Bihar, dove contrastano efficacemente i thakur sena, i temibili eserciti dei latifondisti e si battono contro i privilegi di casta. Arrivando a fondare un governo parallelo che in pochi anni, con azioni armate e con i suoi "tribunali istantanei", elimina qualche migliaio di "sfruttatori della classe contadina". Altrettanto è successo ai movimenti Naxaliti in Orissa e nel confinante Madhya Pradesh. Dove negli anni ottanta le divise verdi maoiste promisero ai contadini, in gran parte tribali e fuoricasta, che non sarebbero stati più presi alla gola dai caporalati per una misera paga di ottanta paisa (più o meno cinquanta centesimi) al giorno.
red. est.

Liberazione 29/05/2010, pag 7

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