lunedì 23 giugno 2008

Bruxelles revoca le sanzioni a Cuba

Per l'Avana, un «mojito» sotto condizione Ue
Bruxelles revoca le sanzioni all'isola. Proteste degli Usa
Geraldina Colotti

«Iniziate a preparare i mojitos». Giovedì sera, ai giornalisti ansiosi di sapere se l'Unione europea avrebbe revocato le sanzioni a Cuba, il ministro degli esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos aveva risposto così. Una battuta per indicare che la cena, programmata a margine della riunione dei capi di stato e di governo a Bruxelles su domanda della cancelliera tedesca Angela Merkel, sarebbe stata determinante per smussare le ultime resistenze. E ieri l'annuncio: i 27 hanno trovato un accordo favorevole all'Avana, revocando le sanzioni imposte nel 2003 e parzialmente sospese nel 2005: «Ora si apre una nuova tappa - ha annunciato Moratinos - tutto potrà essere discusso, compresi i diritti umani e la nuova situazione a Cuba. La Spagna - ha aggiunto - vuole che si facciano passi concreti per superare la sfiducia e per porre le condizioni perché in futuro si possa arrivare a un Accordo di associazione con Cuba». Un accordo che, nelle intenzioni di Moratinos «sarebbe importante» concludere «durante la prossima presidenza spagnola della Ue del 2010».
L'Unione europea aveva imposto le sanzioni all'Avana nel 2003, dopo l'arresto di 75 dissidenti accusati di cospirazione, e dopo l'esecuzione, poco tempo dopo, di tre uomini che avevano sequestrato una imbarcazione carica di persone per fuggire dall'isola. Ma ora, ha aggiunto il capo della diplomazia spagnola facendo riferimento al «cambio» iniziato da Raul Castro e alla liberazione di numerosi oppositori detenuti, i leader europei «hanno visto che qualcosa si sta muovendo a Cuba» e hanno deciso di rimuovere «sanzioni che non sono servite a niente».
Una posizione che la Spagna - prima ad aver approvato le sanzioni sotto il governo Aznar e prima ad aver ripristinato le relazioni con l'Avana, nel 2007, con il governo Zapatero - sosteneva da tempo e per cui aveva già mosso la propria diplomazia. Già a marzo, dopo una visita compiuta all'Avana, il commissario responsabile della Cooperazione allo sviluppo, Louis Michel, si era pronunciato in questo senso: « Credo che il compromesso costruttivo e il dialogo costituiscano la via migliore per realizzare i nostri reciproci obiettivi, le sanzioni del 2003, per quanto sospese e inapplicate impediscono di avanzare in questa direzione». Dal canto suo, Cuba aveva firmato recentemente il Patto internazionale sui diritti civili e politici e quello sui diritti sociali, economici e culturali, e aveva accettato la visita dell'inviato speciale dell'Onu per il diritto all'alimentazione: disponibilità ribadita anche durante l'ultimo vertice della Fao, a Roma, dove Cuba è stata presente con la delegazione più rappresentativa.
Per la piccola isola, sempre sotto embargo Usa, il «mojito» non sarà però senza condizioni. Per superare disaccordi o reticenze da parte di Germania, Repubblica ceca e Svezia, i paesi maggiormente contrari alla revoca delle sanzioni, i 27 hanno infatti deciso che l'apertura dev'essere sottoposta «a una valutazione annuale». Moratinos ha perciò precisato: «Tra un anno dovremo valutare i risultati del dialogo politico, anche nel campo dei diritti umani». Le sanzioni, però, «vengono tolte definitivamente», e lunedì prossimo il Consiglio dei ministri dell'agricoltura approverà formalmente la decisione, che avrà carattere immediato.
Altrettanto immediata la reazione dei dissidenti anticastristi, che accusano la Spagna per il ruolo chiave avuto nel convincere gli europei. Critica la Spagna anche Franco Frattini, che avrebbe voluto un documento finale ancora più condizionante verso Cuba. Duro anche l'intervento di Washington, «delusa» dalla Ue, che ha solo parzialmente recepito la posizione Usa sostenuta a spada tratta dalla Repubblica ceca.
Positive le reazioni della stampa cubana, che titolava a tutta pagina: «I ministri degli Esteri dell'Ue decidono revocare le ingiuste sanzioni contro Cuba». Parzialmente superate, quindi, le preoccupazioni degli intellettuali che avevano denunciato le pressioni di Washington e l'esistenza di un documento segreto rivolto ai 27: «Un gruppo di nazioni ex comuniste dell'Europa orientale, capeggiate dalla Repubblica ceca - aveva scritto lo spagnolo Pascual Serrano - si sono accodate a Washington: le stesse che si sono messe a sua disposizione per fornire prigioni clandestine alla Cia, e per coprirne il sequestro dei prigionieri». EUROPA-CUBA Nelle conclusioni del vertice dell'Unione europea, il proposito di andare avanti con le ratifiche in altri paesi che non si sono ancora espressi, fra cui l'Italia dove Berlusconi si atteggia a guastafeste. Appuntamento il 15 ottobre a Bruxelles per rimettere insieme i cocci dell'Europa intorno al trattato di Lisbona

Il Manifesto 21 Giugno 2008

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