venerdì 24 ottobre 2008

La Ces verso la mobilitazione sull'orario di lavoro

I sindacati europei all'Ue: basta i soldi alle banche

Fabio Sebastiani
Salvare l'Europa dagli speculatori finanziari, salvare i salari dalle banche centrali e salvare l'economia reale dalla catastrofe delle borse. Sul disastro del "casino capitalism", come l'ha più volte definito il segretario generale della Ces John Monks, interviene il sindacato europeo che due giorni fa ha mandato una delegazione, guidata dalla presidente Wanja Lunddby-Wedin, al summit europeo. All'Europa dei 27 le organizzazioni dei lavoratori lanciano delle precise proposte per uscire dalla crisi, nella convinzione che questa fase può essere trasformata in una opportunità «per regolare il funzionamento dei mercati finanziari, evitare gli eccessi futuri e metterli al servizio del bene pubblico». Il tempo a disposizione sembra ormai scaduto, anche perché «i cittadini europei potrebbero non capire perché l'Europa non sta curando i loro interessi mentre si preoccupa molto degli interessi dei mercati finanziari». Il prossimo anno, sembra voler ricordare la Ces, ci saranno le elezioni europee.
Secondo la Ces (Etuc) il primo punto all'ordine del giorno è l'intervento è salvare l'Europa dagli speculatori finanziari attraverso un fondo di ricapitalizzazione europeo. L'obiettivo di questo fondo deve essere sì quello di immettere capitali freschi nel settore bancario ma a fronte di una «divisione del peso delle responsabilità». Collegata a questa operazione deve esserci, inoltre, un intervento sull'economia reale. «Le conseguenze della crisi dei mercati finanziari - si legge in un documento della Ces - ha avuto un grosso impatto sull'economia reale. La disoccupazione è tornata di nuovo a rialzare la testa e la gente non riesce a far fronte ai debiti, soprattutto con le banche. Ciò porterà a un incremento dei "working poor" (lavoratori che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese) e a creare nuovi livelli di esclusione sociale e povertà».
Sui salari, il sindacato europeo chiede una vera e propria svolta. E' da tempo, infatti, che tenta di far capire alla Banca centrale europea come la politica sui tassi di interesse e la conseguente richieste di moderazione salariale sta portando milioni di lavoratori sull'orlo del disastro. In occasione del summit europeo la Ces è tornata a battere lo stesso tasto chiedendo ai leaders del vecchio continente una urgente inversione di tendenza. «Per questa ragione la Etuc propone - si legge ancora nel comunicato - la creazione di un Consiglio europeo dei partners sociali con dentro la Banca centrale europeo». In questo modo si potrà avere un meccanismo di regolazione che attualmente non esiste in quanto la politica economica è affidata di fatto alla Bce che attraverso le periodiche decisioni sul tasso di sconto di fatto orienta pesantemente il corso di tutta la struttura economica del vecchio continente. E proprio per dare un maggiore impulso all'economia reale, il sindacato europeo propone la creazione di un fondo europeo di investimento, con l'obiettivo di promuovere interventi nei settori delle energie rinnovabili, il risparmio di energia, l'innovazione nella rete infrastrutturale europea.
In occasione del summit europeo il sindacato europeo ha presentato le sue richiesta anche in merito alla questione ambientale, «che non deve subire rinvii con la scusa della crisi finanziaria». Insomma, fiutando l'aria, la Ces ha cercato di costruire un argine contro tutti quei paesi, come l'Italia, che giudicano poco opportuno applicare i requisiti di Kyoto alla crescita economica. La Ces ha riproposto ai leaders europei il suo punto di vista: il coordinamento degli stati membri per il raggiungimento di nuovi obiettivi nei settori dell'efficienza energetica e le rinnovabili, l'adozione di strumenti di supporto per quei settori economici, e i relativi lavoratori, che in qualche modo saranno interessati dalla transizione verso un modello di sviluppo sostenibile, come è il caso delle lavorazioni legate al carbone.
«Il casino capitalism - ha sottolineato il segretario John Monks - ha fallito e le politiche devono cambiare registro. L'Europa non può permettere ai suoi membri di perseguire obiettivi legati agli interessi nazionali».
Intanto, i leaders europei hanno messo sotto tiro le remunerazioni esagerate e le liquidazioni d'oro dei manager del settore finanziario. «Il Consiglio europeo richiama con forza alla responsabilità di tutti gli attori del sistema finanziario. I leader sottolineano che la performance reale dei dirigenti deve riflettersi nelle loro remunerazioni, comprese le liquidazioni, paracaduti dorati, che dovrebbero essere in funzione del contributo effettivo dei dirigenti alla riuscita della società», si legge nelle conclusioni del Summit Ue in corso a Bruxelles. «Allo stesso modo bisognerà vigilare affinchè i benefici delle stock option o il sistema di remunerazione, soprattutto nel settore finanziario, non comporti nè una presa di rischio eccessiva nè un'estrema concentrazione sugli obiettivi di breve termine». «Il Consiglio europeo lancia dunque un appello agli Stati membri - concludono i leader europei - affinchè aprano all'applicazione di questi principi e chiede al Consiglio di fare dei rapporti sulle decisioni prese entro l'anno».
Forse per i sindacati europei è un po' poco. Il prossimo confronto è atteso a metà dicembre quando il Parlamento europeo discuterà di allungamento dell'orario di lavoro. La Ces è pronta alla mobilitazione.

Liberazione 17/10/2008

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