venerdì 5 settembre 2008

Sceicchi e sport in Europa

Sceicchi, milioni di euro e show Il City, nuova squadra stellare

Repubblica — 03 settembre 2008 pagina 50 sezione: SPORT
te enrico franceschini londra Il Ramadan, sacro mese di digiuno del calendario islamico, è iniziato con un boccone senza precedenti per una ristretta cerchia di miliardari di Abu Dhabi: si sono comprati il Manchester City, "sorella povera" dello United, per la bellezza di 250 milioni di euro, e l' hanno subito rinforzato acquistando Robinho, stella brasiliana del Real Madrid, per un' altra quarantina di milioni, la somma più alta mai pagata per un trasferimento in Inghilterra. E' solo l' inizio, perché il nuovo presidente, Sulaiman al-Fahim, uno dei costruttori immobiliari più ricchi del mondo, intende spendere seicento e passa milioni di euro per costruire nei prossimi tre anni una squadra in grado di vincere non soltanto il titolo nazionale bensì anche la Champions League. «I giocatori per centrare un simile obiettivo costano una media di 40 milioni di euro l' uno», calcola serenamente lo sceicco, «e al City ne servono almeno diciotto». Una montagna di soldi per chiunque, ma non certo per la famiglia reale degli Emirati Arabi Uniti, l' eminenza grigia che si nasconde dietro l' Abu Dhabi United Group, la società di investimenti internazionali che ha rilevato la squadra di Manchester. Il doppio colpo, l' acquisto del City e il rinforzo con Robinho, occupava ieri la prima pagina di tutti i quotidiani inglesi, e con buona ragione. E' la prima volta, per citarne una, che un gruppo mediorientale acquista un club della Premier League: un proprietario arabo c' era già, l' egiziano Mohammed al Fayed, padre di quel Dodi che morì insieme alla principessa Diana e padrone dei grandi magazzini Harrod' s, ma al Fayed risiede a Londra da decenni e ha qui i suoi affari, non viene da fuori. E' la prima volta, inoltre, che Roman Abramovich, il petroliere russo proprietario del Chelsea, si vede soffiare via un giocatore che gli stava a cuore perché qualcun altro ha offerto, e speso, di più. Abramovich faceva la corte a Robinho da settimane e sembrava avercela fatta: poi sono arrivati gli sceicchi e il brasiliano è finito a Manchester anziché a Londra. I 16 miliardi di euro che fanno del russo il secondo uomo più ricco del Regno Unito, del resto, appaiono insignificanti rispetto al trilione, per l' esattezza 1200 miliardi di euro, che costituisce il patrimonio della famiglia reale degli Emirati Arabi. L' acquisto di Robinho, conclude dunque la stampa londinese, segnala l' avvento di una nuova superpotenza nella Premier League e nel calcio europeo. Una nuova superpotenza che tra l' altro con il suo ingombrante arrivo ha fatto crescere a un livello da record l' investimento di Thaksin Shinawatra, il "Berlusconi thailandese", ex-premier di Bangkok inquisito per corruzione, anche lui proprietario di televisioni e giornali: un anno fa aveva comprato il Manchester City per 80 milioni di sterline, ora l' ha rivenduto per oltre 200. Affiancato dallo sceicco Sulaiman (soprannome: «il Donald Trump di Abu Dhabi»), il neo-allenatore del City, Mark Hughes, che al termine della stagione scorsa ha rimpiazzato dopo appena un anno lo svedese Sven Goran Eriksson, ora gongola: «Sono deliziato dall' arrivo di Robinho, lo manderemo in campo al più presto». L' esordio è fissato per il 13 settembre: coincidenza, proprio contro il Chelsea di Abramovich. Come fatto apposta per sottolineare lo smacco che ha subito. Gli sceicchi degli Emirati sono i primi arabi sbarcare nella Premier League, ma non saranno certo gli ultimi, prevede il Financial Times: la lista dei club che fanno gola agli investitori mediorentali comprende Everton, Tottenham e Liverpool. Una conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, osserva il quotidiano finanziario, che il campionato di calcio inglese è oggi il più ricco e più redditizio, oltre che forse il più bello, del mondo. E' un business che funziona alla perfezione e che attira sempre più ingenti capitali stranieri: ormai ben otto società su venti (Manchester United, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Aston Villa, West Ham, Fulham e Portsmouth) sono già in mani straniere, fra proprietari americani, russi, arabi e perfino uno islandese. La svolta che ha cambiato un calcio violento e in dissesto economico in un pallone veramente d' oro è venuta con i diritti televisivi di Sky a metà anni Novanta, che hanno distribuito profitti a tutti i club della massima serie, in particolare ai migliori, e con la fine dell' hooliganismo, a forza di stadi privati e punizioni severe. Così, mentre la nazionale inglese continua a deludere (e si affida a Fabio Capello come ultima chance di riscatto), tre semifinaliste su quattro dell' ultima Champions League erano inglesi. I soldi chiamano soldi: il mercato estivo si è chiuso, oltre che con il trasferimento di Robinho, con l' altro botto del bulgaro Berbatov, dal Tottenham al Manchester United per 31 milioni di sterline. Ma le compravendite degli sceicchi non sono finite: «Nei prossimi quattro mesi rinforzeremo il City in modo tale da renderlo irriconoscibile», avverte il "Donald Trump di Abu Dhabi". Con la benedizione di Allah, tutto è possibile. - ENRICO FRANCESCHINI LONDRA

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