mercoledì 27 maggio 2009

Filippine, continua la campagna di arresti contro i sindacalisti

Saverio Rossi
Dopo l'arresto dell'avvocato del lavoro Remigio Saladero, (del quale ci si può documentare nella newsletter n. 5/2008 della Campagna abiti puliti, http://www.abitipuliti.org/) , altri 71 attivisti filippini per i diritti umani e sindacali sono stati colpiti da mandati di arresto, sei dei quali già eseguiti. Per tutti l'accusa è di omicidio e di tentato omicidio in relazione a un presunto tentativo di insurrezione armata avvenuto nella provincia di Mindoro nel marzo 2006.
L'accusa si basa sulla testimonianza assai dubbia di un'unica persona le cui dichiarazioni non sono state verificate. Fra le persone che rischiano il carcere ci sono 15 leader sindacali delle zone franche, aderenti a diverse organizzazioni, come il Workers' Assistance Center di Cavite (partner della Clean Clothes Campaign), le organizzazioni sindacali dei trasporti, le rappresentanze sindacali di Nestlé, Toyota e Honda. Il governo di Gloria Arroyo è da tempo al centro di critiche internazionali per le centinaia di esecuzioni extragiudiziarie e sparizioni di oppositori politici, giornalisti, avvocati e religiosi perpetrate dalle forze armate e di polizia. Recentemente la strategia repressiva è cambiata e mentre diminuiscono le uccisioni mirate, aumentano gli arresti indiscriminati sulla base di false accuse. Il governo ha respinto l'invio di una delegazione ufficiale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro incaricata di svolgere indagini sugli omicidi di sindacalisti e la violazione della libertà sindacale nel paese. Dietro la decisione del governo c'è la ferma opposizione delle associazioni padronali, che rappresentano aziende come Nestlé, Toyota e Honda fra le altre, che da anni attuano una politica repressiva nei confronti delle rappresentanze sindacali democraticamente elette.
La Campagna Aabiti Puliti invita a scrivere alla presidente delle Filippine Gloria Arroyo e alla Confederazione degli Imprenditori delle Filippine (ECOP) «per chiedere la fine delle intimidazioni e degli arresti e l'autorizzazione all'indagine richiesta dall'OIL».

Liberazione 26/05/2009, pag 16

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