lunedì 3 maggio 2010

Arabia Saudita, la foto del re con quelle donne senza velo

Per la prima volta il sovrano appare circondato da signore senza il vestito tradizionale che copre anche i volti. Una rivoluzione dicono gli analisti
di FRANCESCA CAFERRI

Arabia Saudita, la foto del re con quelle donne senza velo La foto che ha fatto scandalo in Arabia Saudita

SE FOSSE un qualunque altro paese, la foto non farebbe notizia: il re ed il principe ereditario intervengono ad un'iniziativa pubblica e al termine dell'evento si fanno fotografare con le partecipanti. Tutte donne. Essendo però l'Arabia Saudita, l'immagine in questione diventa una notizia: e neanche di quelle da sottovalutare.

Nei giorni scorsi, i più importanti quotidiani del Regno hanno pubblicato in prima pagina la foto che vedete qui a fianco: re Abdullah e il principe ereditario Sultan Bin Abdel Aziz circondanti da una ventina di donne sorridenti al termine di un incontro pubblico a Najran, nel sud del paese. Una rivoluzione: mai prima d'ora, in un paese dove il 90% delle donne gira completamente velata - con un piccolo spiraglio per gli occhi come unica concessione al mondo esterno - si erano mai visti così tanti sorrisi femminili sulle pagine di un giornale. Mai prima d'ora il re si era fatto fotografare in compagnia di tante signore (le immagini precedenti, già considerate estremamente progressiste, lo mostravano mentre riceveva delegazioni con rappresentanti straniere o saudite di solito ritratte di spalle o a volto coperto). Mai prima d'ora un'immagine aveva mandato un segnale politico tanto chiaro: che è tempo di integrare le donne nella vita del paese.

Quest'idea da sempre è il segno distintivo del regno di Abdullah e, sostengono gli analisti, sarà la sua grande eredità politica: che trionfi o fallisca. Negli ultimi mesi la politica del sovrano in questo senso ha subito un'accelerazione: il re è la forza che lo scorso anno è stata dietro all'apertura della Kaust, prima università mista del paese. Un religioso che ha osato criticare pubblicamente l'iniziativa è stato licenziato nel giro di pochi giorni. In queste settimane a Ryad è in discussione una riforma che consentirebbe alle donne di diventare avvocato. E qualche giorno fa un giornale molto vicino all'establishment ha pubblicato un dibattito 1 su quali misure prendere - e dunque come, non se - per far guidare le donne.

Non a caso, la storia è diventata l'argomento principale di siti www.alwatan.com.sa e blog 2 che seguono le cose saudite. Per capire la portata della rivoluzione, occorre forse spiegare il contesto: l'Arabia Saudita è il paese più conservatore del mondo, dove tutte le donne - straniere comprese - sono obbligate a indossare l'abaya (una veste nera che le copre da capo a piedi), non possono lavorare né viaggiare senza l'autorizzazione del marito o del padre, non possono guidare (caso unico al mondo) e dove la polizia religiosa vigila che nessuna signora sieda in un locale pubblico o in un'auto con un uomo che non sia uno stretto familiare: pena il carcere. Nelle ultime settimane, il dibattito è particolarmente su questi temi è infiammato: finora il re, notava ieri Basma, una delle più note blogger saudite, non è intervenuto pubblicamente: ma questa foto dice più di molti discorsi.

(02 maggio 2010)

http://www.repubblica.it/esteri/2010/05/02/news/re_arabia-3772908/

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