mercoledì 26 maggio 2010

L'eBook è fra noi ma non sarà l'apocalisse

"Che fine faranno i libri?", uno sguardo sul futuro di Francesco Cataluccio

Tonino Bucci
Che fine farà il vecchio libro? Diciamo la verità, si può capire che in tanti se lo siano chiesto e che altrettanti continueranno a chiederselo nell'immediato futuro. E' comprensibile che ci sia una certa ansia di previsione avveniristica, l'angoscia persino, di capire dove andrà a parare il futuro. La questione non è peregrina, vista la diffusione capillare degli smartphone, ossia di cellulari che stanno nel palmo di una mano e integrano le funzioni di un microcomputer, in grado di restare connesso a internet 24 ore su 24. Il che significa che l'uso del telefonino si è dilatato ben oltre la classica chiamata telefonica, fino a diventare un vero e proprio dispositivo elettronico sul quale ricevere e leggere notizie, lanci d'agenzia, giornali online e persino smart novel, romanzi in formato ridotto. Nonostante tutto, però, la domanda su quale fine farà il libro, sa già di stantio. Non foss'altro perché richiama l'attenzione solo sul supporto - schermo contro carta - sul quale verosimilmente si leggerà nel futuro, mentre lascia in una zona d'ombra il problema più urgente che è all'incirca il seguente: come cambierà la lettura, quali modificazioni ci saranno nella cultura in questo passaggio epocale dal testo all'audiovisivo?
Insomma, il fatto che ormai i dispositivi per la lettura su schermo si stiano moltiplicando per quantità e per qualità è un fenomeno che non va affrontato solo sul piano tecnologico. E neppure per via di domande apocalittiche, del genere "il libro morirà" o "mai nulla sarà in grado di sostituire il libro cartaceo". L'ultima delle novità tecnologiche che già ha fatto discutere, è il famigerato Ipad, creatura di casa Apple di imminente uscita anche in Italia. Se la fattura tecnologica di questo dispositivo elettronico manterrà fede alle promesse, ci sarà un mutamento non solo nella maniera di scrivere, stampare e leggere i libri, ma anche nel mondo dei giornali. Se ne sono accorti - e come - gli editori nella recente Fiera del libro di Torino. Chi più chi meno le case editrici, piccole e grandi, si stanno attrezzando per conquistare quello che sarà il mercato dell'editoria digitale. A muoversi non sono soltanto i colossi - tipo Mondadori, per intenderci - ma anche marchi minori che nella diffusione dei dispositivi per leggere libri su schermo intravedono una possibilità di salvezza dalla concorrenza spietata delle grandi case editrici. Tanto per fare un esempio, la Isbn - piccolo marchio editoriale - ha già sviluppato un proprio ebook store, una sorta di libreria online nella quale si potranno comprare libri in formato elettronico da leggere sullo schermo di un computer o di un iPhone/iPod. L'applicazione, necessaria per visitare il portale di vendita, è già disponibile su App Store, il programma della Apple. «Un'applicazione che comprende uno store online in continuo aggiornamento e un'interfaccia ebook di ultima generazione», promettono quelli della Isbn. Tra i titoli in vendita, La lunga siccità di Cynan Jones, al prezzo di 4,99 euro contro i 15,80 del volume su carta.
«Ho qui accanto a me il "nemico". Una scatoletta grande come un libretto tascabile, inaspettatamente leggera, del colore incerto di un'alba invernale. E' un'oggetto piuttosto elegante e sottile: appena 9 millimetri di spessore. Le sue dimensioni sono 20x12 centimetri. Lo schermo è grande 6 pollici con risoluzione 600x800 a 16 toni di grigio. In pratica la stessa luminosità della carta. Sotto lo schermo c'è una tastiera completa, utile per prendere appunti o cercare parole specifiche all'interno di un testo o nel vocabolario integrato (250.000 lemmi». Si presenta così Kindle, il lettore su schermo per libri elettronici prodotto da Amazon, il più grande venditore in rete di libri. E' stato presentato nel 2007, «nonostante i dati di vendita ufficiali non siano mai stati diffusi, gli analisti di Citigroup stimano che la prima versione dell'eBook abbia venduto la cifra consistente di 500.000 pezzi, esauriti nel giro di un anno», scrive Francesco M. Cataluccio in Che fine faranno i libri? (edizioni Nottetempo, pp. 64, euro 6).
Con quell'apparecchio per scaricare un libro ci vogliono meno di sessanta secondi. Se lo si lascia acceso la notte, al mattino si riceve il giornale per cui si è sottoscritto l'abbonamento. «Con Kindle è facile pagare come in tutto l'e-commerce e, come si sta già osservando, la gente gradisce questo modo di acquisto. I libri, inoltre avranno un prezzo pari alla metà di quello dei testi cartacei, perché costerà molto meno produrli e distribuirli». Qualcuno azzarda che siamo di fronte a un passaggio epocale, paragonabile alla transizione dall'oralità alla scrittura o a quella dal manoscritto alla stampa. La lettura di articoli e testi al computer è diventata prevalente - dicono in molti - rispetto a quella su carta. E, a quanto pare, «le persone stanno iniziando ad adattarsi anche a leggere sui telefonini come iPhone e BlackBerry. Del resto, ormai da anni non scriviamo più su carta e mandiamo meno lettere e fax. Poiché tutti scriviamo registrando le nostre frasi in una realtà immateriale, è abbastanza ovvio che si arrivi anche a riprodurle in modo immateriale».
Potrebbe succedere qualcosa di analogo a quanto accaduto nel campo della musica dal primo lancio dell'iPod da parte dell'Apple. Su iTunes, il negozio online del marchio di Steve Job (ma è anche un programma per organizzare e riprodurre documenti multimediali), si possono comprare online album oppure singole canzoni. Cento milioni di clienti sono già registrati con le loro carte di credito. «Forse questo cambiamento sarà immaginabile anche nel consumo di libri: avremo la possibilità, per esempio, di acquistare (pagando molto meno) soltanto un racconto di una raccolta; un capitolo di "prova"; la parte di un libro necessaria per un esame; un capitolo inedito o successivo alla diffusione di un'opera». Sarà anche molto meno costoso per gli editori ristampare vecchi titoli andati fuori catalogo, molti dei quali sono testi di studio nelle università. Già, a proposito, che fine faranno le case editrici? Non scompariranno, anzi. Siccome sarà più facile pubblicare libri in formato digitale la «funzione degli editori» di scoperta, scelta, sollecitazione, azzardo, consiglio, correzione «sarà ancora essenziale per produrre buone opere». Né scompariranno gli autori: soltanto dovranno - come già in parte accade - a dattarsi a un lavoro corale di editing. L'opera letteraria, semmai, sarà sempre più simile a un film al quale concorrono più figure, dal regista allo sceneggiatore all'attore e via dicendo. Magari - questo sì - il diritto d'autore, il copyright non avrà più «il senso certo e definibile che aveva in passato». Il libro cartaceo è un'opera chiusa, mentre un testo elettronico è aperto e modificabile. Gli autori dovranno farsene un'idea.

Liberazione 23/05/2010, pag 8

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