giovedì 17 dicembre 2009

Grecia: lo spettro del default

Sabato 12 Dicembre 2009 00:00

di Emanuela Pessina

BERLINO. Nonostante la recente qualificazione ai mondiali di calcio del 2010, la Grecia ha poco da festeggiare: la sua pessima situazione economica preoccupa l'Europa intera a tal punto che qualcuno parla di una nazione a rischio bancarotta. E, come non bastasse, a un anno dalla morte del quindicenne Alexandros Grigoropoulos, assassinato dalla pallottola di un poliziotto durante le manifestazioni di piazza del 2008, sono riprese le proteste degli studenti. Gli unici, a quanto pare, disposti a manifestare apertamente contro un sistema che deve trovare la forza di rinnovarsi completamente.

I mercati e i governi di tutto il mondo stanno seguendo con aperta preoccupazione l'evoluzione della situazione economica della Grecia: le azioni stanno precipitando e la credibilità del Paese continua a scendere. Secondo una recente previsione dell'agenzia di rating americana Standard & Poor, il debito pubblico della Grecia potrebbe raggiungere, nel 2010, il 125 percento del Pil, mentre il deficit effettivo, al momento, è del 13 percento. In più, la Grecia risulta tra i Paesi più corrotti della Comunità Europea, raggiungendo il 71/mo posto nella classifica mondiale di Transparency (tanto per fare un piccolo confronto, l'Italia si trova al 63/mo posto).

Le cifre sono spaventose, ma il ministro delle Finanze greco Giorgos Papakonstantinou non ha mancato di rassicurare l'economia e la politica mondiale, cercando di fugare quelle voci di corridoio che vorrebbero la Grecia sull'orlo della bancarotta. "Non c'è assolutamente nessun rischio", ha assicurato Papakonstantinou. "Noi non saremo la prossima Islanda". Secondo il ministro, infatti, il 2010 sarà un anno difficile, ma "non impossibile".

Per Gennaio, Papakonstantinou ha promesso alla Comunità Europea un ambizioso programma di stabilità finalizzato a riequilibrare l'economia. Tra i punti principali del piano ci sono la sospensione delle assunzioni pubbliche, la riduzione delle spese statali del 10 percento e una più attenta lotta alle evasioni fiscali. Anche il primo ministro socialista Giorgios Papandreou, da parte sua, ha appoggiato il programma di stabilità di Papakonstantinou, ammettendo tuttavia la difficoltà di quella che sembra essere l'unica via di salvezza per l'economia greca.

Il premier socialista Papandreou (Pasok) è stato eletto appena due mesi fa, andando a sostituire l'ex premier Costas Karamanlis (Nea Demokratia) e il suo governo di centrodestra, allora al potere da sei anni. La popolazione ha riposto in lui parecchia fiducia: Papandreou, infatti, vanta profonda conoscenza della res politica, in quanto viene da una delle duefamiglie che - insieme ai Karamanlis - da decenni si alternano alla guida del Paese. Anche suo padre e suo nonno sono stati Premier.

Ma gli studenti non credono alle promesse della politica: i problemi contro cui hanno manifestato così violentemente nel dicembre 2008, che hanno portato alla morte del quindicenne Grigoropoulos per mezzo della pallottola di un poliziotto, non sembrano loro essere sulla via di una giusta risoluzione. E, nonostante Papakonstantinou abbia minacciato nei confronti di qualsiasi "tafferuglio" tolleranza zero, anche quest'anno sono scesi in piazza, mettendo a soqquadro, come in un pauroso dejá vu, il centro di Atene.

Il sistema educativo greco presenta, in realtà, numerose lacune, che vanno a intaccare anche ia società più in generale. Secondo informazioni del quotidiano berlinese Tagesspiegel, chi frequenta le scuole pubbliche greche è obbligato a prendere ulteriori lezioni private per superare gli esami. In un anno, le famiglie greche spendono in insegnanti privati circa 750 milioni di Euro. Secondo l'Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OECD), gli studenti che iniziano l'università in Grecia sono, in media, 86 mila all'anno, mentre quelli che studiano presso atenei stranieri sono, al momento, più di 50 mila. Il rapporto non è certo dei più sani. La Grecia, tra l'altro, è il Paese europeo con la percentuale più alta di disoccupazione tra i giovani dai 16 ai 25 anni: e chi trova lavoro si deve accontentare di uno stipendio fissato per legge a 715,65 euro. Ce n’è abbastanza per manifestare.

http://www.altrenotizie.org/esteri/2886-grecia-lo-spettro-del-default.html

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