sabato 14 febbraio 2009

Davos barcolla, Belèm decolla

Chavez, Lula, Morales, Correa e Lugo disertano il summit dei ricchi ma saranno al Social forum

Monica Di Sisto
Belèm
E' ufficiale: i cinque leader dell'altra America Latina possibile, e che in parte già c'è - l'ospite Lula, più Hugo Chavez, presidente del Venezuela, Evo Morales, presidente della Bolivia, Rafael Correa, presidente dell'Ecuador e anche il "vescovo dei poveri'' Fernando Lugo, presidente del Paraguay - diserteranno il World economic forum di Davos e hanno invitato cinque rappresentanti dei movimenti presenti a Belem per il Forum Sociale Mondiale per discutere, in un grande evento pubblico convocato giovedì prossimo in serata all'auditorium Hangar, un'agenda strategica per affrontare la crisi a partire da una nuova leadership globale. Il meeting dei "grandi" storicamente ospitato dalle montagne svizzere, tradizionale salotto delle fallimentari politiche neoliberiste, sembra in grave affanno: nel sito ufficiale si punta al recupero addirittura con una sorta di partecipazione "dal basso" attraverso amichevoli chat e video youtube con i soliti esperti e lobbisti. Ma niente a che vedere con l'energia del Forum altermondialista che sta invadendo la città di Belem: gli organizzatori si aspettano almeno 200mila persone per la marcia d'apertura che partirà domani alle 14 da Praca Pedro Texeira (Escadinha). La marcia percorrerà Avenida Presidente Vargas, Avenida Nazaré, Admirante Barroso, Praca do Operario dove un palco ospiterà altre cerimonie dei popoli indigeni provenienti da ogni parte del pianeta.
Rappresentanti dei circa 60 popoli indigeni presenti al Forum, dal Canada, all'Australia, alle mille nazioni della Pachamama presenti in oltre 3mila a Belem apriranno la cerimonia raccogliendo il testimone dai delegati africani che hanno ospitato l'ultima edizione del Forum Sociale a Nairobi, e li celebreranno come propri progenitori suonando tamburi e birimbau e condividendo cerimonie augurali all'Avenida Presidente Vargas. Insieme guideranno il corteo, invitando attivisti e cittadini ad unirsi portando ciascuno bandiere, striscioni e simboli delle proprie nazioni e delle proprie lotte, dopo che insieme leggeranno un messaggio rivolto alle vittime del conflitto israelo-palestinese.
Il Forum, paradossalmente, fa concorrenza a Davos,non soltanto per lo spessore del dibattito e delle pratiche di risposta alla crisi ambientale, economica e politica, ma anche perché rappresenta, di per se stesso, un significativo volano economico per l'economia locale.
L'impatto finale di questo nuovo e intenso volume d'affari legato alla macchina dell'evento è, certo, tutto da vedere dal punto di vista sociale, e fa un po' impressione leggere sui giornali locali che per badare alla sicurezza dei delegati internazionali che faranno la spola tra le due Università ospiti delle iniziative - UFPA e UFRA - che stanno al crocevia tra tre dei più impoveriti e marginalizzati barrios della città, verranno sguinzagliati 248 poliziotti della città di Belem, 6 mila poliziotti militari, 350 federali, 234 agenti ferroviari, 320 vigili urbani, 300 agenti della sicurezza nazionale organizzati, oltre che in macchina, in moto, a piedi e a cavallo, in 5 basi mobili di pattugliamento fluviale dotate di 17 barche, 12 lance, 2 motovedette della marina, 4 elicotteri e 38 cineoperatori che avranno il compito di identificare eventuali criminali.
I giornali di qui, in ogni modo, annunciano a titoli cubitali che entreranno in città circa 60 milioni di dollari, un record rispetto alle precedenti edizioni del Forum a Porto Alegre dove il massimo raggiunto è stato di 50 milioni di dollari. I conti sono presto fatti, perché si basano su stime del ministero del Turismo e di quello delle Infrastrutture dello Stato, che hanno materialmente contato gli hotel già riservati e il numero dei partecipanti attesi e dei loro consumi medi tra cibo, shopping e trasporti.
Scorrendo le cifre si trovano i 25mila letti recuperati, a prezzo politico, tra le famiglie di Belem ma anche gli oltre 4mila prenotati in hotel, mentre 20mila ragazzi sono già nel grande accampamento della gioventù costruito nella UFRA. Tra servizi diretti e indotto il Forum darà lavoro a circa 10mila persone. Anche gli investimenti per attrezzare la regione sono stati rilevanti: in tutto si parla, tra pubblico e privato, di oltre 157 milioni di dollari, 5 milioni spesi direttamente dal ministero del Turismo e dal governo dello Stato del Parà. La crisi globale, certo, non se ne avvantaggerà, il centro della città amazonica per certo sì. Speriamo che anche nei barrios qualcuno se ne accorga.

Liberazione 27/01/2009, pag 9

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