martedì 17 febbraio 2009

Sri Lanka, una guerra lunga ventisei anni

Prosegue l'offensiva di Colombo: 300 i civili uccisi

Matteo Alviti
La guerra tra l'esercito dello Sri Lanka e i ribelli tamil - che in 26 anni ha provocato la morte di più di 70mila persone - ha radici lontane, che risalgono ai disastri del colonialismo. Quando gli inglesi concessero l'indipendenza all'isola di Ceylon, nel 1948, la minoranza tamil era concentrata nel nord e nell'est del paese. Le etnie tamil costituivano - e costituiscono ancora oggi - circa il 18% della popolazione, portata per lo più sull'isola dall'India sulle navi dei coloni, per raccogliere le foglie di tè nelle piantagioni. I tamil sono di religione indù, al contrario della maggioranza dei singalesi, che sono buddisti Theravada. A otto anni dall'indipendenza, nel 1956, il governo di Colombo dichiara il sinhala lingua nazionale, misura che rimarrà invariata fino al 1989, quando, grazie a un accordo con l'India, il tamil verrà riconosciuto come seconda lingua. Le prime violenze e i pogrom contro la minoranza tamil risalgono al 1958. Ma è negli anni '70 - dopo la nascita dello stato di Sri Lanka, nel 1972, e la contestuale adozione del buddismo come religione di stato - che la tensione e gli scontri tra le etnie si radicalizzano.


Il dominio britannico, l'indipendenza, le lotte di un popolo venuto dall'India
La "guerra dei ventisei anni" sulle macerie del colonialismo

Martino Mazzonis
Nel 1976 Velupillai Prabhakaran fonda le Tigri di liberazione del Tamil Eelam (Ltte) - nome dello stato indipendente che i ribelli intendono costituire nel nord e nell'est dell'isola. L'Ltte non è l'unico movimento ad aver lottato per l'indipendenza: dal 1948 ben 38 gruppi diversi hanno combattuto per la fondazione di uno stato tamil. La prima guerra per l'Eelam comincia nel 1983, in seguito all'attacco e all'uccisione di 13 poliziotti nel nord del paese da parte delle Tigri. Il conflitto dura fino al 1987 quando l'India, che fino ad allora aveva fornito supporto e armi ai ribelli, invia una forza di pace. La mediazione di Delhi non porterà ai risultati sperati e l'esercito di interposizione sarà costretto a lasciare l'isola già nel 1990, dopo aver perso più di mille soldati. La seconda guerra per l'Eelam riprende con l'offensiva delle Tigri, che porta alla conquista della penisola di Jaffna, nell'estremo nord del paese. Sono anni di grande tensione, in cui l'Ltte dimostra la sua forza anche con attentati suicidi che colpiscono personalità politiche di primo rilievo. Nel 1991 un attentatore, verosimilmente legato all'Ltte, uccide il primo ministro indiano Rajiv Gandhi. Mentre due anni più tardi, nel 1993, è il terzo presidente singalese Ranasinghe Premadasa a finire vittima di un kamikaze. Nel 1995 le parti in guerra raggiungono un'altra, breve, tregua, interrotta dall'affondamento di una nave militare di Colombo. Inizia così la terza guerra per l'Eelam, che in sei anni ucciderà migliaia di persone nel nord e nell'est del paese e a Colombo, dove una serie di attentati costerà la vita a più di 100 persone.
Nel 2002 l'intervento della comunità internazionale, guidata dalla Norvegia, prolunga di quattro anni un labile cessate il fuoco in vigore dal natale del 2001 e dà il via ai negoziati di pace, che si interrompono solo un anno più tardi nella conferenza dei donatori di Tokyo. La situazione peggiora nel 2004, quando la sconfitta del candidato premier Ranl Wickremesinghe, aperto al dialogo, porta alla spaccatura dell'Ltte e alla vittoria dell'ala oltranzista. Solo la tragedia dello Tsunami, con la morte di oltre 30mila singalesi e tamil, rallenta lo scontro tra governo e ribelli, che concordano una tregua umanitaria. L'anno successivo però, l'assassinio del ministro degli esteri di Colombo, Laksham Kadirgamar, di etnia tamil e contrario allo stato dell'Eelam, e l'elezione del presidente Mahinda Rajapaksa fanno di nuovo precipitare la situazione.
Dopo due tentativi di dialogo falliti tra la Svizzera e la Norvegia, nel 2006 Rajapaksa mette il pugno di ferro e inizia la repressione dei ribelli, tagliando le riserve d'acqua a 60mila persone in territorio Tamil e iniziando una dura offensiva. Sarà proprio il controllo della costa da parte dell'esercito singalese, con l'aiuto dell'India, a spostare i rapporti di forza in favore di Colombo. Il 15 gennaio 2008 Rajapaksa dichiara nullo il cessate il fuoco del 2002 - violato in diverse occasioni da entrambe le parti - e l'esercito riprende l'avanzata verso nord. Il premier è deciso a "risolvere" la questione delle Tigri Tamil entro la fine dell'anno e il governo stanzia fondi sempre più ingenti per le spese militari: + 20% nel 2008 rispetto all'anno precedente, mentre per quest'anno le previsioni parlano di un'ulteriore crescita, fino a 1,7 miliardi di dollari, circa il 4% del pil.
Siamo ai rapidi sviluppi dell'ultimo mese. Il 2 gennaio l'esercito conquista Kilinochchi, capitale de facto dei ribelli Tamil - considerati un'organizzazione terroristica da Usa, Ue e molti altri stati, tra cui l'India. È l'inizio di un'avanzata inarrestabile che porta i militari di Colombo a conquistare il passo dell'elefante, porta della penisola di Jaffna, e poi la maggior parte del distretto di Mullaitivu, roccaforte Tamil nell'est. La popolazione rimane stretta nella morsa della guerra civile e vittima di gravi carestie. Amnesty Internationale e Human Rights Watch hanno denunciato in passato come entrambe le parti usino i civili come scudi, vittime o reclute forzate. Le Tigri sembrano prossime a una sconfitta militare. Ma già in passato gli indipendentisti hanno mostrato la loro capacità di continuare la guerra a bassa intensità, con attentati e guerriglia. Oggi, 4 febbraio, è l'anniversario dell'indipendenza dalla Gran Bretagna. Comunque un giorno di lutto, per i ribelli.

Liberazione 04/02/2009, pag 11

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