venerdì 20 febbraio 2009

Merkel nazionalizza le banche: esproprio per chi non ci sta

La Cancelliera tedesca approva una legge senza precedenti

Matteo Alviti
Berlino
C'è esproprio ed esproprio. Ci sono quelli proletari, che hanno avuto alterna fortuna e sono finiti quasi sempre nelle aule di tribunale. E ci sono quelli di governo, che invece in tempi di crisi globale non scandalizzano quasi nessuno, persino nella grande coalizione alla tedesca. Così ieri il gabinetto nero-rosso di Angela Merkel ha approvato un progetto di legge che non ha eguali nella storia della Repubblica federale, grazie al quale le banche potranno essere statalizzate anche contro la volontà dei proprietari-azionisti, che finirebbero espropriati dei loro averi.
La legge - che verrà approvata dalle due camere entro il 3 aprile prossimo - sarà valida solo fino al 30 giugno 2009 ed è tagliata su misura per il salvataggio di Hypo-Real Estate (Hre), istituto di credito specializzato in affari immobiliari e obbligazioni ipotecarie che ha subito le più forti perdite nel sistema tedesco. Finora la banca di Monaco è stata tenuta a galla dallo stato con 102 miliardi di euro, tra garanzie e prestiti. 87 miliardi dei quali sono soldi dei contribuenti.
«La statalizzazione ha l'obiettivo di stabilizzare: non sarà a disposizione per sempre, ma solo per affrontare la crisi», ha chiarito il ministro delle Finanze socialdemocratico Peer Steinbrück.
Non c'è comunque nessun altro istituto in odore di esproprio, rassicura il governo. Secondo i piani le banche statalizzate, Hre sostanzialmente, saranno riprivatizzate non appena sarà raggiunta la stabilità, e i vecchi azionisti avranno un diritto di prelazione per l'acquisto. Steinbrück ha avvertito che il collasso di Hre avrebbe potuto provocare una reazione a catena che si sarebbe comunque abbattuta sulle teste dei contribuenti. La misura votata ieri, invece, dovrebbe avere effetti relativamente limitati per le tasche dei lavoratori, rassicura il governo. Del resto la misura è già stata adottata in altri paesi - Usa e Gran Bretagna su tutti - e non c'è alcun bisogno di aprire un dibattito inopportuno, secondo il ministro, sulla fine dell'economia sociale di mercato.
Non la pensa così l'opposizione liberale: «l'esproprio è socialismo», ha dichiarato il leader Fdp Guido Westerwelle. Altri sono della sua stessa opinione nelle file della Cdu/Csu al governo. Il consiglio economico cristianodemocratico ha accusato la cancelliera di «tradimento del profilo politico dell'Unione (Cdu/Csu)». Opposta la posizione della sinistra. Per Oskar Lafontaine, capogruppo della Linke, la Merkel e il governo agiscono con troppa lentezza e indecisione, «mentre tra gli specialisti è già da tempo chiaro che la statalizzazione è la misura più rapida e sicura per far ripartire il prestito interbancario e proteggere i contribuenti». D'accordo anche i Verdi.
Per Merkel si tratterebbe invece di una misura «senza alternative», o l'«ultimissima ratio», come l'ha definita Steinbrück. E di ultima ratio si dovrà ben trattare, ha ammonito Hans-Jürgen Papier, presidente della corte costituzionale: la costituzione tedesca permette un esproprio pubblico solo quando è il bene generale a esigerlo. Nessuno in realtà nel governo «è interessato ad ampliare la sfera d'influenza dello stato nel sistema bancario», ha assicurato il ministro Steinbrück. Ma in gioco c'era la parola data a livello internazionale: non fallirà nessuna banca tedesca di grande interesse popolare, aveva promesso la grande coalizione.
Il futuro di Hre potrebbe essere scritto già all'inizio di aprile, da una riunione straordinaria degli azionisti. Il governo punta al 75% delle azioni più una, se non addirittura al 95%. Solo se gli azionisti rifiutassero di vendere e procedessero con azioni legali, il governo si avvarrebbe della legge per l'esproprio. Continuano così le trattative con gli statunitensi di J.C. Flowers, che con il 24% circa dei titoli è il grande azionista della banca di Monaco. Gli investitori per ora non hanno alcuna intenzione di cedere le loro quote a un prezzo così basso. E tanto meno i risarcimenti per l'eventuale esproprio fanno gola a nessuno. Secondo la legge la somma sarebbe stabilita sulla media del valore di borsa delle due settimane precedenti l'esproprio. Attualmente circa 270 miliardi.
Ieri il governo ha anche votato alcuni altri importanti cambiamenti al piano di salvataggio bancario che complessivamente garantisce al sistema risorse pubbliche per 480 miliardi di euro. La grande coalizione ha prolungato da tre a cinque anni la garanzia statale per il prestito interbancario e ridotto i tempi per la convocazione di riunioni degli azionisti. Anche le procedure per il rilevamento saranno inoltre semplificate.

Liberazione 19/02/2009

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