domenica 5 luglio 2009

La lobby degli "a-partisan"

"Italiadecide": ma che cosa? E per conto di chi?

Paola Baiocchi

Andrea Montella
Oggi Italiadecide presenterà alla Camera il suo rapporto sulle infrastrutture al cospetto di Giorgio Napolitano, Capo dello Stato.
Italiadecide è un'associazione che il suo portavoce, Luciano Violante, definisce a-partisan. Quello che la caratterizza è l'essere composta da personaggi provenienti da tutte le formazioni politiche, che hanno ricoperto o ricoprono alte cariche istituzionali, o nelle principali aziende italiane. Quasi tutti, poi, appartengono anche ad altre associazioni molto esclusive: c'è Giulio Tremonti (presidente Aspen Institute Italia e membro del Bilderberg ), Gianfranco Fini e Alessandro Campi (presidente della Fondazione di Fini FareFuturo ); c'è l'immarcescibile Giuliano Amato (dell' Aspen Institute Italia e della Fondazione dalemiana Italianieuropei ) con Roberto Calderoli (ministro della Semplificazione normativa) e Carlo Azeglio Ciampi; c'è Gianni Letta il Richelieu di Berlusconi. C'è il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, c'è Mauro Moretti amministratore delegato di Ferrovie Spa con Massimo Sarmi delle Poste; c'è Fulvio Conti dell'Enel: c'è il molto discusso banchiere di Unicredit Alessandro Profumo, con il banchiere Pellegrino Capaldo; il vicedirettore generale dell'Ocse Piercarlo Padoan, Angelo Maria Petroni, segretario generale dell' Aspen Institute Italia e consigliere Rai.
Dell'associazione fa parte anche il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, molti giuristi tra i quali Vincenzo Cerulli Irelli (socio promotore). Ma c'è anche il "sociologo" delle moltitudini Aldo Bonomi (il cui ruolo nella fuga del terrorista Gianfranco Bertoli è nella vicenda ricostruito dalla sentenza del marzo 1980 del giudice Antonio Lombardi).
Infine c'è anche Antonio Catricalà, dell'Autorità garante della concorrenza. Insomma uno schieramento molto eterogeneo ma certo non a-partisan.
Luciano Violante è una figura che in passato ha aperto la porta a svolte revisioniste nel nostro Paese. Ricordiamo le reazioni dei partigiani al suo discorso di insediamento alla presidenza della Camera nel 1996, quando aveva sdoganato i repubblichini dicendo: «Dobbiamo capire i vinti di Salò».
Sul Corriere della Sera del 23 giugno Violante ha presentato l'associazione dichiarando: «Intendiamo affrontare i temi chiave del futuro del Paese, partendo dalle difficoltà della decisione politica. Ci occupiamo del modo di decidere meglio e con rapidità e di eseguire tempestivamente le decisioni prese. Per questo è necessario un luogo ove i diversi mondi delle istituzioni, dell'economia, della finanza, del lavoro, dell'università possano comunicare tra loro intorno a temi concreti. Fino a quando resta la incomunicabilità tra questi mondi il Paese non esce dalle secche in cui si trova».
Ma il luogo istituzionale dove questo tipo di incontri ha titolarità per svolgersi, è il Parlamento e preoccupa non poco pensare che la soluzione per "uscire dalle secche" sia offerta da un'associazione che ha al suo interno anche il ministro della Semplificazione normativa. Perché non si capisce più quali sono i ruoli e quali sono le competenze di questa associazione e le domande che ci si pone, cercando di definirne i contorni, sono: siamo di fronte a una superlobby in grado di esercitare una doppia pressione sul Parlamento, dal suo interno e dall'esterno? Siamo di fronte ad una "mutazione" di alcune parti del Parlamento che operano contro il proprio stesso modo di operare e quindi in violazione della Costituzione?
E soprattutto chi ha dato a questa associazione la titolarità per rappresentare istanze così importanti e così urgenti da oltrepassare ogni tipo di Commissione o qualsiasi forma di rappresentanza eletta?
Nemmeno i think tank americani hanno un tipo di struttura come quella di Italiadecide , ha spiegato Furio Colombo su Micromega : «Mai i politici attivi in Parlamento, meno che mai nel governo, possono partecipare a un think tank » perché hanno già strumenti "molto pesanti" per esprimersi e, dunque, continua Colombo: «Niente mix fra studiosi e politici, tra tecnici e titolari del potere». Formule come quella di Italiadecide sono più riconducibili alle pratiche della massoneria, che crea camere di discussione e di mediazione all'interno dei poteri forti, che nulla hanno a che vedere con la democrazia rappresentativa.
Ma anzi pongono il problema, mai abbastanza approfondito dai partiti della sinistra, sull'eterodirezione della politica.
E ripropongono la questione forte della difesa della nostra Costituzione, che racchiude l'idea di società che vogliamo costruire ed è l'alimento necessario per rivitalizzare le classi subalterne e per sconfiggere - come diceva Gramsci - il "sovversivismo dall'alto delle classi dirigenti" che ha bisogno della "passivizzazione delle masse" e della "eterodirezione".
Violante chiama la parte più qualificata della borghesia a stringersi in un'avanguardia perché: «un Paese moderno e democratico ha bisogno di élites, ripeto, di persone che per il livello delle esperienze fatte, o di quelle che stanno facendo o per le competenze acquisite nei campi più diversi sentono di avere una responsabilità nei confronti del Paese e del suo futuro. E intendono tener fede a questo dovere».
Ma elaborare la politica in luoghi ristretti ed elitari, e presentarsi come il luogo dove si decide, così come dall'intestazione dell'associazione, ha molta assonanza con il punto 3 del Piano di rinascita democratica di Licio Gelli: «Primario obiettivo e indispensabile presupposto dell'operazione è la costituzione di un club (di natura rotariana per l'etereogenità dei componenti) ove siano rappresentati, ai migliori livelli, operatori, imprenditoriali e finanziari, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori e magistrati, nonché pochissimi e selezionati uomini politici, che non superi il numero di 30 o 40 unità… Importante stabilire subito un collegamento valido con la massoneria internazionale».
Furio Colombo ha concluso il suo articolo per MicroMega in cui spiega perché negli Usa associazioni di questo tipo non sono permesse con questa domanda, che ci sembra molto pertinente: «Come sarà venuto in mente ai nostri amici, progressisti e conservatori felicemente insieme che, invece, in Italia si può fare?».

Liberazione 02/07/2009, pagina 8

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