lunedì 20 luglio 2009

Nuoto, i mondiali dello spreco

Le tappe di Roma2009. Impianti inutili, moltiplicazione delle piscine. E un'inchiesta della magistratura che coinvolge Bertolaso
Pioggia di denaro ai soliti amici

Daniele Nalbone
Stasera Claudio Baglioni canterà "Un solo mondo", l'inno dei Mondiali di Nuoto di Roma 2009, aprendo così la cerimonia inaugurale.
E' il segno che l'impegno dell'ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, dell'attuale primo cittadino, Gianni Alemanno, del gran capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, dei governi Berlusconi bis, ter e quater, con l'intermezzo del Prodi bis, del sottosegretario Gianni Letta, del presidente della Federnuoto e senatore Pdl, Paolo Barelli, del presidente del comitato organizzatore, Giovanni Malagò, e dei due commissari delegati, Angelo Balducci prima, Claudio Rinaldi poi, è stato produttivo.
Per impianti e strutture si sono elargiti milioni, oltre 400 alla fine, in tutta la Regione Lazio per una competizione che in realtà è costata circa 45 milioni di euro tra ristrutturazione del Foro Italico, allestimento degli spalti e del percorso delle gare al mare di Ostia e preparativi vari.
Tutto è iniziato nel novembre 2004. A cavallo tra il primo e il 2 novembre arriva la notizia che Roma si sarebbe candidata ad ospitare i mondiali di nuoto del 2009. In fretta e in furia si allestisce una candidatura sulla quale altre città hanno lavorato per mesi: per battere la concorrenza, Roma punta tutto sulla "Città dello Sport", il complesso che sarebbe dovuto sorgere a Tor Vergata entro il 2008.
La seconda università di Roma sarebbe dovuta diventare un campus all'americana con tanto di arena, palestre e piscine. Per creare un curriculum appetibile dal gotha sportivo mondiale, si decide di mirare in alto: un palazzo dello sport da 15 mila spettatori, tre piscine coperte e due all'aperto con una capienza di almeno 3 mila spettatori per vasca ma che, per i mondiali, sarebbero saliti a 14 mila. Ecco le promesse del sindaco Veltroni e del presidente della Federnuoto, Paolo Barelli, per convincere la Fina a scegliere Roma come sede per il 2009. Allora il costo dell'impianto si aggirava sui 60 milioni di euro, «tutti finanziati con i soldi di Roma Capitale» spiegava il sindaco Veltroni.
Ma la strada verso i mondiali di nuoto è in salita. E' il 10 maggio del 2005, mancano poco più di sessanta giorni alla decisione da parte della Fina, ed ecco spuntare l'asso nella manica del Campidoglio: l'architetto spagnolo Santiago Calatrava.
E' la carta vincente. Il 16 luglio 2005 da Montreal si leva l'urlo di gioia di Gianni Rivera, allora delegato allo sport del Comune. Roma batte Yokohama e si aggiudica la competizione planetaria del 2009. Il grande circo Roma 2009 può iniziare.
Come spiega Veltroni il giorno seguente, la vittoria è arrivata «grazie alla modernizzazione degli impianti del Foro Italico e al nuovo gioiello che la città sta per mettere in campo: la cittadella dello sport di Tor Vergata».
Ora, in un paese "normale", si tratterebbe solo di iniziare i lavori. Vengono così stanziati 120 milioni di euro (il doppio di quanto previsto) a favore della Vianini Lavori, società del gruppo Caltagirone, per la Città dello Sport. Sessanta milioni provenienti da Roma Capitale e altri sessanta tramite un mutuo Inail. Quindi si pensa bene di fare in modo che la gestione di questi soldi non sia soggetta a controllo con uno strumento che, da allora, va sempre più di moda: le Ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ecco che con decreto del settembre 2005 Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile, si fa attribuire 30 milioni di euro dal Governo per i Mondiali di Nuoto di Roma 2009 e per i Giochi del Mediterraneo di Pescara che si sono svolti pochi giorni fa.
Per motivare tale stanziamento e sottrarre alla democrazia la gestione dei milioni che pioveranno nelle vasche dei mondiali, con decreto del 14 ottobre 2005, viene attribuito a Roma 2009 l'etichetta di "Grande Evento".
A gestire il portafoglio sempre più gonfio della competizione mondiale viene chiamato, direttamente dal governo Berlusconi bis, con il benestare di Veltroni, Angelo Balducci, da sempre stretto collaboratore di Bertolaso in seno alla Protezione Civile e oggi a capo del Dipartimento dello Sviluppo, nonché responsabile degli appalti di tutti i grandi eventi, ultimo, neanche a dirlo, il G8 "from La Maddalena to L'Aquila".
Intanto qualcuno inizia a mettere le mani avanti: è il 28 novembre 2005 quando Giovanni Malagò, presidente del Comitato organizzatore, dichiara alla stampa che «qualora la tempistica dovesse impedirci di utilizzare il palazzo di Calatrava per i mondiali, l'alternativa è un ristrutturato e ammodernato Foro Italico». Salvo poi precisare che «l'opera di Tor Vergata, comunque, si farà».
Ma ora che il portafogli è gonfio, meglio mettere in cantiere quanti più progetti possibile: spunta, così, grazie a un ordinanza del 6 aprile 2006 recante "Disposizioni urgenti di Protezione Civile", uno stanziamento di 26 milioni di euro da parte del ministro per i Beni Culturali, allora Rocco Buttiglione, a favore del Commissario delegato per Roma09 per la realizzazione del Museo dello Sport nell'area di Tor Vergata.
E visto che ci siamo, perché non utilizzare l'ordinanza per attribuire pieni poteri al Commissario delegato? E' questa l'occasione per liberarsi dei rom che sono stanziati sui terreni dell'università: il commissario viene investito di poteri "da Prefetto" tanto da poter richiedere addirittura l'uso della forza pubblica. E così sarà il 6 marzo 2007 quando, come spiegò Veltroni, «per accogliere il campus con la grande piazza disegnata da Calatrava» vennero sgombrati gli insediamenti abusivi.
Fra il 2006 e il 2007 i costi per la Città dello Sport lievitano a 240 milioni. Ma questo non scoraggia gli amministratori della Giunta Veltroni che, anzi, ribadiscono, per bocca dell'assessore Morassut, che «entro il 2009 la parte delle attrezzature sportive per il nuoto sarà completata: due anni per l'avvio delle opere e la conclusione del progetto e 2 anni per il completamento dell'opera saranno un vero e proprio record».
Record si, ma di sprechi. Perché oggi i mondiali di nuoto saranno inaugurati al Foro Italico mentre a Tor Vergata c'è solo un enorme cratere e un infinito cantiere.
Per qualche mese, fra luglio e ottobre del 2007, i luoghi in cui si sarebbero dovuti svolgere i mondiali sono stati due: Tor Vergata e Foro Italico.
Intanto, però, si assiste alla moltiplicazione dei pani e delle piscine e a ulteriori stanziamenti di soldi pubblici: il 25 luglio il comune di Roma delibera 30 milioni di euro per la costruzione di tre impianti, Ostia, Pietralata e Valco San Paolo.
Inizia così la spartizione della torta. Quindi si procede a erogare mutui per la ristrutturazione (ma in alcuni casi si tratta di vera e propria edificazione) di centri sportivi privati in nome del Grande Evento. In tutta la Regione, grazie a Ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri che allargano il Grande Evento a tutto il Lazio, spuntano 13 poli natatori. Tutti finanziati con mutuo agevolato da parte del Coni, quindi con soldi pubblici. Alcuni di proprietà di illustri esponenti del comitato organizzatore (uno per tutti, il circolo Aniene del presidente Malagò), altri in deroga a vincoli urbanistici e per questo, oggi, oggetto di indagini della procura.
Fra un rinvio e una polemica sulla location dei mondiali si arriva all'8 novembre 2007. Siamo a casa Malagò, il circolo Aniene. «Roma 2009 si svolgerà al Foro Italico» spiega il presidente del circolo e del comitato organizzatore. «Ma Tor Vergata sarà comunque protagonista dell'evento». E, come in una barzelletta, ecco la dichiarazione del presidente della Federnuoto, Barelli: «ma la nostra candidatura è sempre stata incentrata sul Foro Italico».
E così altri cinque milioni di euro saranno stanziati per quello che è stato definito il "restyling" del nuovo-vecchio impianto.
Ma un conto è dichiarare una cosa, un altro ufficializzarla. Spostando le competizioni al Foro Italico si sarebbe chiuso il rubinetto dei finanziamenti per il mega impianto di Tor Vergata. E allora meglio tirare avanti ancora un anno con la boutade Città dello Sport.
Si arriva così al 18 dicembre 2008 quando, ovviamente con Decreto (quindi dalla Protezione Civile), viene deciso di ristrutturare il campo del tennis del Foro Italico "quale impianto centrale per lo svolgimento dei Mondiali di Nuoto". Come? Facendo scendere dall'alto una piscina prefabbricata e ampliando le tribune con tubi metallici.
Ma in questo anno accade l'impensabile. Il 28 aprile 2008 il centrosinistra perde Roma. Al circolo Aniene è festa. E' il simbolo della "rivolta degli imprenditori" contro l'imperatore Veltroni. Ora si ridanno le carte. Si abbandona il mega impianto di Tor Vergata, ennesima vetrina veltroniana, e si elargiscono i finanziamenti. La prima preoccupazione della nuova giunta capitolina è un cambio del commissario delegato. Con ordinanza del 13 giugno 2008, su consiglio di Guido Bertolaso, al posto di Angelo Balducci viene insediato Claudio Rinaldi.
Per magia, vengono autorizzati gli impianti privati bocciati sotto la precedente giunta, nonostante il termine di consegna dei poli natatori sia fissato per il 31 marzo 2009, cioè a meno di un anno di distanza. Ultima autorizzazione, in ordine di tempo, il polo natatorio in zona Cristoforo Colombo di proprietà del centro sportivo Città Futura. Data: 20 febbraio 2009. Inizio lavori: 2 marzo. In quel lasso di tempo permessi vengono concessi per altri otto impianti privati ad amici e parenti come il Flaminio Sporting Club in cui ha un ruolo di spicco Luigi Barelli, fratello del presidente della Federnuoto, o quello del Macchione, in piena riserva naturale, zona Infernetto, di proprietà di Franco Priolo, fraterno amico di Maurizio Perazzolo, l'uomo del nuoto di Ostia, consigliere municipale Pdl, nonché titolare, insieme a Paolo Barelli, di Zero9, il mega impianto del Torrino.
Alla fine, in nome di Roma2009, sono spuntati impianti natatori in tutta la Regione. Oltre venti, privati e pubblici, per i quali, come non bastassero i ritardi nella consegna e le omologazioni ancora mancanti, si registrano aumenti dei costi esponenziali. Per i quattro finanziati dalla Regione Lazio, Tivoli, Monterotondo, Anguillara e Frosinone, si è passati da 10 a 14 milioni di euro. Per quello di Ostia addirittura da 15 a 26. Un'enormità. Mentre restano fermi solo i costi di Pietralata e Valco San Paolo dove, però, si sono stralciate le foresterie.
Intanto entra in campo la magistratura. Le indagini per presunti abusi edilizi riguardano praticamente tutti gli impianti privati ristrutturati. Quattro di questi vengono sequestrati. L'ing. Rinaldi iscritto nel registro degli indagati e diversi big chiamati a riferire al pm, Sergio Colaiocco. Fra questi, Guido Bertolaso, che il 26 maggio scorso venne chiamato a spiegare come si svolse la nomina di Claudio Rinaldi a commissario per Roma 2009 e quali fossero i termini che hanno regolato l'individuazione delle strutture sportive che avrebbero beneficiato dei permessi e del mutuo erogato dall'Istituto di Credito Sportivo. Purtroppo Il dott. Bertolaso fu trattenuto a L'Aquila da improrogabili impegni con i flash dei fotografi e ancora oggi aspettiamo di sapere la sua verità a riguardo.
Indagini pesanti, che potevano mettere a rischio i mondiali. Ecco quindi che i "big" della politica locale e nazionale si rimboccano le maniche per salvare il baraccone che rischia di affondare. Ecco quindi che, mentre il Comune di Roma delibera in consiglio una sanatoria ex post degli abusi edilizi, il Governo autorizza, retroattivamente, il Commissario Delegato ad andare in deroga perfino al piano regolatore per ristrutturare, ampliare e, in alcuni casi, costruire ex novo, impianti privati.
Il tutto per la necessità di velocizzare la procedura per mettere in attività gli impianti visto l'imminente inizio del grande evento. Con tanti saluti all'inchiesta della procura.

Liberazione 18/07/2009, pagina 16

Nessun commento: