martedì 14 luglio 2009

Riduzione arsenali atomici, storico accordo Usa-Russia

Prima visita a Mosca per Obama: «Possibili straordinari progressi»

Matteo Alviti
Berlino
Due giorni per raddrizzare i rapporti tra Usa e Russia. Una visita di stato, la prima del presidente statunitense Obama al collega russo Medvedev, alla vigilia del vertice italiano del G8. E già un ottimo risultato, tutto sommato: l'impegno comune a firmare l'accordo per la riduzione degli armamenti nucleari, che seguirà il vecchio patto Start del 1991, in scadenza alla fine del 2009.
Da aggiustare c'erano i lasciti di otto anni di amministrazione Bush da una parte e di putinismo dall'altra. Dal 2000 le relazioni tra i due paesi hanno sofferto molto, a parte qualche periodo "fortunato" nel 2001, arrivando quasi alle temperature polari della guerra fredda. Negli ultimi anni le mire espansionistiche, o inglobatrici, come si preferisce, degli Usa di Bush attraverso la Nato hanno fatto mettere la Russia sulla difensiva. Il tentativo, rallentato la scorsa estate dagli alleati europei - Francia e Germania soprattutto - di tirare Ucraina e Georgia nell'Alleanza atlantica aveva creato più di un'incomprensione. Anche il progetto di scudo missilistico da costruirsi tra la Polonia e la Repubblica ceca, per "proteggere" l'Occidente dall'Iran e da altri simili pericoli, aveva portato a un passo dalla dislocazione di missili russi nell'enclave di Kaliningrad, tra Lituania e Polonia. Per non parlare della guerra dello scorso agosto con la Georgia filostatunitense del presidente Saakashvili e dell'interruzione dei rapporti privilegiati con la Nato, da poco formalmente ripresi.
Oggi sono cambiati gli uomini ed è anche cambiato anche il contesto. Sono stati diversi, negli ultimi mesi, i segnali di disgelo lanciati dalla diplomazia dei due paesi: dal «reset» invocato dalla Clinton e dal vice di Obama, Biden, alla metafora degli «asset tossici» da abbandonare usata dal ministro degli esteri russo Lavrov. A Mosca Obama è arrivato con l'intera famiglia. Michelle e le due bambine, insieme per ricostruire un approccio morbido nei rapporti con il Cremlino. Entrambi i paesi si rendono conto di avere più da perdere che da guadagnare nel prolungare un inutile contrasto in un periodo economicamente difficile come quello che stiamo vivendo e che passeremo l'anno a venire. Ieri insieme ad Obama è sbarcata una corte di uomini d'affari pronti a rinsaldare il debole commercio tra i due paesi - 36 miliardi di dollari nel 2008, pari al volume di traffici tra Russia e Polonia.
Inoltre gli Usa hanno diverse partite aperte che Mosca potrebbe agevolare - dall'Afghanistan, all'Ira -, mentre il Cremlino - che cerca l'appoggio Usa per l'ingresso nel Wto - ha voglia di riconquistare il posto di superpotenza che crede gli si addica. E che condiziona l'atteggiamento nei confronti degli Usa, accusati di far tutto per indebolire l'orso russo, ha ricordato recentemente Michael McFaul, uomo di punta di Washington nelle relazioni con la Russia.
Ieri i due paesi, che insieme possiedono il 95% dell'arsenale nucleare mondiale, hanno dunque trovato una bozza d'intesa per la riduzione degli armamenti atomici dalle attuali 2200 a un numero compreso tra le 1500 e le 1675 testate. La volontà di giungere a tale accordo, che entrerà in vigore solo nel 2010 - sempre se gli Usa non andranno avanti con la costruzione dello scudo missilistico -, era stata annunciata una prima volta lo scorso aprile alla vigilia del vertice G20 di Londra, dopo il primo faccia a faccia tra i presidenti. Già nel 2002 Usa e Russia si erano impegnate con lo Strategic Offensive Reductions Treaty (Sort) a una prima limitazione delle testate nucleari, entro il 2012, a un numero compreso tra le 1700 e le 2200.
Ieri il Cremlino ha anche dato il via libera agli Usa per il transito di uomini e mezzi militari nello spazio aereo russo. Un passo molto importante e da tempo richiesto dagli statunitensi per diversificare le rotte del rifornimento militare in Afghanistan, considerato che le vie più battute, dal Pakistan, sono oggetto di continui attacchi da parte dei talebani. « Permettendo il transito su queste rotte la Federazione russa consente un sostanziale incremento nell'efficienza dei nostri sforzi per sconfiggere le forze dell'estremismo violento in Afghanistan e per la sicurezza della regione», si legge in un comunicato della delegazione Usa. Il trattato prevede il passaggio, in un anno, di 4500 voli militari, senza ulteriori costi per gli Washington. L'accordo sarà valido un anno e sarà esteso automaticamente se tutte e due gli stati non presenteranno esplicite obiezioni. La Casa Bianca ieri ha specificato che il solo cambio di rotta farà risparmiare agli Usa 133 milioni di dollari di costi all'anno. Molto poco rispetto ai miliardi mobilitati per il conflitto.
Ma ieri si è parlato anche di altro: cooperazione militare, la creazione di una commissione congiunta tra governi, nuovi investimenti, efficienza energetica, Corea del Nord e Medio Oriente. Obama ha anche annunciato la volontà di organizzare una conferenza internazionale sulla sicurezza nucleare per l'anno prossimo. Oggi il presidente statunitense incontrerà quello che molti commentatori ritengono ancora l'uomo più importante in Russia, il premier Vladimir Putin, da Obama recentemente accusato di avere ancora un piede nella guerra fredda. Seguiranno una visita all'ex presidente Mickhail Gorbaciov e un incontro con alcuni membri dell'opposizione.

Liberazione 07/07/2009, pagina 3

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