martedì 13 aprile 2010

Amazzonia. Dopo Avatar la crociata verde Cameron difende l' ultimo paradiso

Repubblica — 12 aprile 2010 pagina 29 sezione: CRONACA
«Il serpente uccide stringendoa poco a poco». "Chief" James parla come un vecchio capotribù e gli indigeni dello Xingu River lo ascoltano con l' attenzione che si riserva agli ospiti di riguardo. «Così uccide il mondo civilizzato: lentamente. Spingendosi lentamente nella foresta e distruggendo il mondo di un tempo». Sarà pure una metafora ma con certe cose non si scherza: un serpentone verde e arrabbiato striscia da sotto un albero e punta diritto tra le gambe della moglie di "chief" James. Gridolini, fuggi fuggi. "Chief" James non si scompone, i capitribù gli chiedono di continuare. E figuriamoci: ci vuole altro per spaventare uno che ha terrorizzato mezzo mondo (civilizzato) con "Aliens". Benvenuti nel cuore dell' Amazzonia e bentrovati sul set dell' ultima scommessa di James Cameron. Il regista di "Avatar" non vuole che l' ultimo paradiso affondi come il suo "Titanic"e c o s ì , a s e t tant' anni, s' è lanciato nella madre di tutte le crociate ambientaliste: quella per salvare il polmone verde più grande del mondo. Con un obiettivo, per il momento, un po' più circoscritto ma non per questo meno impegnativo: fermare la costruzione della discussissima diga di Belo Monte. Solo che stavolta c' è poco da giocare con gli effetti speciali. L' Amazzonia è una guerra che sembra già persa in partenza, scorrendo il tasso di quella parola orribile con cui abbiamo imparato a convivere nell' ultimo mezzo secolo: deforestazione. Dal 2000 al 2005 gli alberi sono caduti a un ritmo del 18 per cento all' anno. Un tasso cinque volte più alto che nel quinquennio precedente. Vuol dire che ogni anno 22mila chilometri quadrati di verde non ci sono più. E nel giro di vent' anni quel polmone da 5milioni e 550mila chilometri quadrati sarà tagliato del 40 per cento: praticamente la metà. Sono numeri da capogiro. Quasi come quelli di mister Cameron. "Avatar" ha battuto il record del suo "Titanic" rivelandosi il film più ricco del mondo: 2,7 miliardi di dollari. Ma la storia di quel popolo che lotta per la sopravvivenza ha anche trasformato il regista canadese in una specie di guru verde. Dice il "New York Times" che già nella sua Hollywood Cameron e signora - la seconda, Suzy Amis: la prima è quella Katherine Bigelow pluriOscar con "The Hart Locker" - sono famosi per il loro impegno. La villa di Santa Barbara è alimentata dal sole e dal vento della California e il regista, che guida solo auto ibride, sbandiera la sua predilezione per i cibi del proprio giardino. La febbre dell' Amazzonia però è arrivata quasi per caso. Qui Cameron aveva ambientato il suo mondo fantastico di "Avatar": ma senza esserci mai stato. Finché un giorno Suzy non ha trovato nella cassetta delle lettere un invito: perché non porta suo marito a vedere com' è fatto "il vero mondo di Pandora?". Dice Atossa Soltani, direttrice di Amazon Watch, che il regista è rimasto così colpito da aver già deciso di girare qui il sequel di "Avatar". Ma Hollywood, per ora, può attendere. Ora l' obiettivo è fermare Belo Monte: la terza diga più grande del mondo. Gli ambientalisti dicono che allagherà 500 chilometri quadrati di foresta e prosciugherà invece il corso di quel Xingu River che da secoli è la fonte di sussistenza di decine di tribù. Tredici popolazioni di nativi si sono riunite adesso per dichiarare guerra al governo e Cameron- dopo aver partecipatoa un convegno ambientalista a Manaus - è volato nel cuore del Brasile per mettersi al loro fianco. Figuriamoci: quelli neppure sapevano chi fosse. Così la sera prima a casa del potentissimo José Carlos, capo della tribù degli Arara, è stata organizzata una particolarissima visione di "Avatar": naturalmente in dvd. «Quello che accade nel film è quello che sta accadendo qui», ha detto il giovane capo. Per Cameron non poteva esserci regalo più gradito. Certamente più del copricapo donato da Chieg Jaguar prima che le danze in suo onore cominciassero. Più della lancia e della collanina nera e rossa. Ora viene la parte più difficile: non deluderli. Un indio, Ademir Alfeu Federicci, è stato assassinato per la causa. Gli attivisti di Amazon Watch dicono che già il regime militare voleva costruire la diga e il governo progressista di Luis Ignacio Silva maschera l' iniziativa sostenendo che porterà energia elettrica nelle case del Brasile più povero «e invece servirà ad alimentare le centrali di Aloca, ArcelorMitall e altri big». Dice Cameron che adesso scriverà a Lula: «Questa gente va ascoltata». Non c' è molto tempo: il 20 aprile il governo lancerà la prima asta. Il serpente ha già cominciato a stringere. E questo non è un film.
ANGELO AQUARO

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