mercoledì 7 settembre 2011

Islamofobia lessico comune delle nuove destre

Scenari Populisti e xenofobi d'Europa


Guido Caldiron
Le forze dell'ordine norvegesi stanno ancora cercando di capire se Anders Behring Breivik abbia agito da solo o abbia invece potuto godere di una qualche forma di collaborazione per mettere in atto il suo progetto di morte per le strade di Oslo. Quel che è però già evidente è come tra i temi evocati nelle migliaia di pagine postate su internet dall'autore della strage ve ne siano alcuni che certo non porterebbero a descriverlo come un "isolato". Nelle 1500 pagine della sua "European Declaration of Independence - 2083", un mix tra manifesto ideologico e manuale per la guerriglia, che Breivik aveva messo da tempo in rete, è infatti indicato molto chiaramente quali siano i nemici da combattere: prima di tutto l'Islam e il multiculturalismo. Per questo il responsabile della strage di Oslo si presentava come un nuovo crociato, o un nuovo templare, in grado di guidare "le milizie cristiane" verso la liberazione del Vecchio Continente, ormai trasformatosi in "Eurabia", vale a dire un'Europa nelle mani dei musulmani.
Posizioni che, come ha spiegato pubblicamente nei giorni scorsi l'europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio, assomigliano davvero molto a quelle espresse sempre più spesso dalle nuove destre europee. «Al netto della violenza, le idee di Breivik - il no alla società multirazziale, la critica dura alla viltà di un'Europa che pare rassegnata all'invasione islamica - sono profondamente sane e condivisibili» ha dichiarato l'esponente leghista suscitando scandalo e costringendo il ministro Calderoli a scusarsi con i norvegesi: «Sono farneticazioni».
Eppure proprio in Scandinava la miscela tra islamofobia e populismo di destra sembra aver convinto sempre di più gli elettori. L'ultimo segnale, in questo senso, era arrivato solo ad aprile dalla Finlandia dove il partito di Veri Finlandesi, euro-scettico e anti-immigrati, sfiorando il 20% dei voti era diventato la terza forza politica del paese. In precedenza era toccato ai Democratici Svedesi, difensori dell'idea che i benefici del welfare-State debbano andare soltanto agli "svedesi", di fare il loro rumoroso ingresso nel parlamento di Stoccolma forti di venti seggi. Quanto alla Danimarca, il Dansk Folkeparti, il Partito del popolo danese, che non fa mistero della propria xenofobia, sostiene con i suoi 24 seggi il governo di centro-destra di Copenhagen. Ed è proprio in Norvegia che questo tipo di formazioni che mettono insieme demagogia xenofoba e sentimenti anti-islamici, hanno conosciuto i maggiori successi. Il Partito del Progresso, Framstegspartiet, è diventato da due anni la seconda forza politica del paese dopo i socialdemocratici e dispone di circa un quarto dei seggi in parlamento, pari a oltre il 22% dei voti. Ed è alla sezione giovanile di questo partito che è stato iscritto dal 1999 al 2006 lo stesso Breivik. Tra il 2001 e il 2002 lo stragista avrebbe anche ricoperto alcuni incarichi, fra i quali quello di presidente di sezione. «Ho lavorato diversi anni per il Partito del Progresso - aveva scritto Breivik in un post su Twitter, ripreso nei giorni scorsi dal quotidiano norvegese Aftenposten - e l'ho sostenuto anche quando eravamo ancora a meno del 10%».
Ma il vento di destra e l'islamofobia cresciuta nelle urne scandinave, non rappresentano certo un caso isolato. E' l'intera Europa che appare sembre più disposta a cedere alle sirene del populismo xenofobo. Quando, nel giugno del 2009, oltre 500 milioni di cittadini europei si sono recati alle urne per eleggere i 736 membri del Parlamento europeo, si è votato nei 27 stati facenti parte a tutti gli effetti dell'Unione europea, comprese Romania e Bulgaria entrate nella Ue solo nel 2007, sono i partiti anti-immigrati che hanno fatto la parte del leone.
Se già i conservatori di David Cameron denunciano da tempo "il fallimento del multiculturalismo", alla loro estrema destra si è posizionato il British National Party di Nick Griffin, per molto tempo soltanto poco più che un cartello elettorale delle bande razziste e neonaziste che scorrazzano per la Gran Bretagna, che ha raccolto in quell'occasione il 6,5% dei consensi.
Questo mentre in Olanda il Partito per le Libertà, Pvv, di Geert Wilders, campione dell'islamofobia continentale, era arrivato al 17% dei consensi diventando il secondo partito del paese. Wilders e la sua formazione, che sostengono attualmente dall'esterno il governo centrista olandese, considerano "il Corano come il Mein Kampf" e chiedono che il paese abbandoni sia il multiculturalismo che la sua tradizione di apertura e tolleranza. In Austria i liberal-nazionali dell'Fpo, - il partito che era stato fondato da Jörg Haider e che è ora guidato da Hans-Christian Strache, accusato dal Cancelliere Werner Faymann di "giocare con i sentimenti antisemiti e anti musulmani" dell'elettorato - è passato dal 6% del 2004 al 13,1%. Mentre nella parte fiamminga del Belgio gli estremisti di destra del Vlaams Belang, gli indipendentisti dell'Nva e la euroscettica Lista Dedecker, uniti da un forte sentimento anti-islamico, hanno raccolto complessivamente oltre il 30% dei voti.
Simile lo scenario anche all'est, dove in Bulgaria gli ultra nazionalisti e xenofobi di Ataka, esplicitamente anti-turchi e anti-rom, sono arrivati all'11,95% delle preferenze, mentre in Ungheria l'estrema destra di Jobbik, il "Movimento per un'Ungheria migliore", legato alla milizia paramilitare della Guardia Magiara, che utilizza una divisa che richiama quella dei fascisti ungheresi degli anni Trenta, le Croci frecciate, e che evoca toni degni degli anni Trenta contro rom e immigrati, - e che è diventato in seguito partner del governo di centro-destra di Viktor Orban che ha messo in allarme l'intera Ue - ha raccolto il 14,8% dei voti. E a Bucarest il Partito della Grande Romania, nazionalista e xenofobo, guidato da Corneliu Vadim Tudor si è aggiudicato l'8,74% dei consensi.
Un quadro a cui si deve naturalmente aggiungere la situazione del nostro paese, di cui sono un'eloquente testimonianza le parole di Borghezio, quella della Francia, dove i consensi alla nuova leader del Front National Marine Le Pen crescono ogni giorno di più, e se si vuole anche della Svizzera, dove il Partito popolare continua a mietere successi su una piattaforma che chiede il rimpatrio dei "criminali stranieri" e il blocco alla costruzione delle moschee. Breivik avrà pure agito da solo, ma quanto alle sue idee...


Liberazione 28/07/2011, pag 6

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