giovedì 4 novembre 2010

Arriva Camusso Niente scossoni in casa Cgil

Cofferati: «Per lei il nodo è Confindustria, non Fiom»

Fabio Sebastiani
La liturgia prevede che domani, mercoledì 3 novembre il direttivo nazionale della Cgil ascolterà la relazione riassuntiva della fase di consultazione individuale che si è svolta il 20 e 21 ottobre scorso, che ha coinvolto tutti i 162 componenti del Comitato direttivo e che è stata svolta da un comitato di Saggi composto da cinque dirigenti sindacali eletti a settembre. Seguirà poi la relazione programmatica di Susanna Camusso, che è stata «indicata dal segretario generale uscente, dalla segreteria nazionale e da un grande numero di componenti il Comitato direttivo, come la dirigente sindacale chiamata ad assolvere al compito di guidare il più grande sindacato italiano nei prossimi otto anni». Poi l'elezione che avverrà con voto segreto. Questo dicono le regole formali. La realtà è che Susanna Camusso, prima donna a ricoprire il ruolo di leader in Cgil, sarà in forte continuità con la passata gestione. Prima di essere candidata al vertice dell'organizzazione, la ex segretaria generale della Cgil Lombardia ha ricevuto l'investitura di vice-segretaria da Guglielmo Epifani. La "casa socialista" in Cgil, insomma, non sembra aver lasciato nulla di intentato per assicurarsi un passaggio tranquillo e senza scossoni. Del resto, in una fase così difficile, che vede più fronti aperti, "dai contratti ai diritti", una gestione interna senza sorprese è ritenuta dal quartier generale la condizione indispensabile per andare avanti. Riuscirà Susanna Camusso, per usare le parole di Vittorio Foa, ricordate ultimamente da Guglielmo Epifani, «a imparare a nuotare smettendo di stare sulla spiaggia»? I margini sono molto stretti. Se è vero che il fronte imprenditoriale non è così compatto come sembra, dall'altra la "ferita unitaria" pone non pochi problemi alla Cgil che in quindici anni di concertazione ha completamente disimparato la pratica del conflitto e dell'iniziativa sindacale.
Uno dei nodi più spinosi, quello dei rapporti con la Fiom, è stato tra i primi dossier presi in considerazione da Sussanna Camusso in queste settimane di "preparazione". Sergio Cofferati, che gestì da segretario generale della Cgil la fase acuta dello scontro tra il terzetto Camusso-Sateriale-Damiano e i vertici della Fiom all'epoca della gestione di Claudio Sabattini, e proprio sulla vicenda Fiat, è sicuro che da quel lato «non arriveranno problemi». «Il problema che avrà Susanna - continua Cofferati, che pur non facendo più parte della Cgil ha dimostrato in più occasioni la sua simpatia per la mozione di minoranza della Cgil - è con Confindustria». «Le proposte sul campo da parte degli imprenditori - continua Epifani - snaturano il contratto di lavoro. Se la materia degli orari e dell'organizzazione del lavoro si ridisloca nell'ambito confederale non si capisce più su cosa si fanno gli accordi aziendali».
Il drammatico scenario della crisi, sempre secondo Cofferati, potrebbe favorire quanto meno l'azione unitaria della Cgil, che fino ad oggi non ha fatto altro che accumulare segni negativi nei rapporti con Cisl e Uil. «Esistono tutte le ragioni - continua Cofferati - per fare un grande sciopero generale». L'elezione di una donna alla guida della Cgil? «La conclusione di un lungo percorso di valorizzazione dei quadri femminili», conclude.
Anche Giorgio Airaudo, da poco nella segreteria nazionale della Fiom, crede a una fase più distensiva nei rapporti con la Cgil. «Non credo possibile che la Cgil possa mollare la Fiom in questo momento in cui deve affrontare un livello di scontro piuttosto alto». «Chi chiede la separazione - aggiunge Airaudo - vuole il male della Cgil». Eppure il nodo rimane quello.
Più critico e deciso, da questo punto di vista, il giudizio di Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato centrale della Fiom. Camusso, «è l'interprete di un programma moderato. Salvo eventuali indicazioni contrarie che potranno uscir fuori all'ultimo momento dalla realazione voterò contro». Secondo Cremaschi, ciò che in questi giorni si è letto sui giornali a proposito di una Cgil che si appresta a firmare il nuovo patto sociale portando dentro anche la Fiom, «non è stato smentito a sufficienza». «Il nodo in fondo - aggiunge Cremaschi - rimane quello della produttività». Produttività che poi vuol dire il progetto "Fabbrica Italia" firmato da Marchionne. «La Cgil non deve sedersi al tavolo delle trattative», conclude Cremaschi.
Un altro tema importante sarà quello della democrazia, soprattutto nella formulazione che vede protagonisti i lavoratori. Anche su questo la Camusso non intende lasciare troppo terreno alla tesi di una consultazione dei "prima, dopo e durante" le piattaforme e i contratti, così come pretende la Fiom. Piuttosto, «è utile che la nostra proposta guardi agli strappi intervenuti e si proponga - sottolinea Camusso - la ricerca di scelte che uniscano una forte pratica democratica all'esercizio della responsabilità dell'organizzazione». Un modo, insomma, per lasciare le cose esattamente così come stanno adesso e che espone tutto il sindacato a una lunga sfilza di accordi separati.

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La lunga carriera dalla Fiom a Corso d'Italia

La lunga carriera di Susanna Camusso in Cgil inizia 35 anni fa nella Flm di Milano. Milanese, di famiglia borghese, dapprima segue le politiche del gruppo Ansaldo per la Fiom, poi è alla segreteria delle tute blu di Milano e nel 1986 a quella regionale della Lombardia. Il primo salto nel '93, quando entra nella segreteria della Fiom, come responsabile del settore auto prima, e della siderurgia poi. Un'esperienza che termina alla fine del '97 dopo un durissimo scontro con lo storico leader delle tute blu, Claudio Sabattini, a causa di un accordo integrativo con Fiat sul lavoro notturno, giudicato svantaggioso per i lavoratori ma che celava in realtà uno scontro tra il vertice dei metalmeccanici e la pattuglia dei riformisti (Gaetano Sateriale e Cesare Damiano). Nel '97 il passaggio alla Flai, il sindacato dell'agro industria, dove ricopre il ruolo di segretario generale fino al 2001 quando viene eletta segretario generale della Lombardia con un solo voto di scarto. Sette anni ai vertici della categoria la accompagnano così verso la confederazione nazionale in cui entra, da segretaria confederale voluta dal leader uscente Guglielmo Epifani, nel giugno del 2008. Ancora due anni ad occuparsi di politiche dei settori produttivi e di contrattazione, è lei che segue a livello di segreteria tutta la partita sulla riforma del modello contrattuale che la Cgil non firmerà. Il 15 giugno scorso poi, lo stesso giorno in cui Fim e Uilm firmano con Fiat l'accordo su Pomigliano d'Arco che la Fiom ha duramente rigettato, viene nominata vicesegretario generale.

Liberazione 02/11/2010, pag 7

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