mercoledì 24 novembre 2010

Italia e Turchia magazzini nucleari

Al vertice di Lisbona i capi di stato Nato, stanno discutendo un piano segreto per stoccare tutte le bombe nucleari americane in Europa, in Turchia e in Italia. La notizia è stata lanciata da Avaaz, un'organizzazione no profit. Germania, Olanda e Belgio e altri Paesi hanno chiesto lo smantellamento degli armamenti nucleari Usa mentre Roma è disponibile ad ospitare altri ordigni nella base di Aviano. Nell'Ue ci sono ancora 200 atomiche americane. Secondo le stime degli esperti l'Italia ne ospita tra 70 e 90, alcune 10 volte più potenti di quella di Hiroshima.
Italia e Turchia sarebbero in procinto in queste ore a dare il loro via libera per ospitare sui loro territori tutte le bombe nucleari targate Usa sparse per l'Europa.
Il segretario generale della Nato Rasmussen era stato chiaro: «Finchè vi sarano armi nucleari, la Nato rimarrà un'alleanza nuclearizzata». E' evidente quindi che nonostante le belle parole pronunciate dal presidente Obama a Praga nell'aprile del 2009, dove dichiarava che Washington era pronta a fare passi concreti per un mondo denuclarizzato, per ora la strategia non cambia: le bombe atomiche restano in Europa pronte ad eventuali utilizzi.
Il caso vuole poi che Germania, Belgio, Lussemburgo, Norvegia e Olanda hanno fatto intendere che intendevano discutere a Lisbona proprio della questione delle bombe nucleari presenti sul loro territorio e che erano pronte a chiedere lo smantellamente dei depositi che attualmente ospitano. Diversa la posizione italiana, che insieme alla Turchia, si sarebbero dette disposte ad ospitare gli arsenali nucleari.
A scatenare questa emergenza è stato un rapporto della US Air Force che ordina di "raggruppare le armi nucleari in meno località geografiche", rispetto alle cinque nazioni Europee in cui sono adesso collocate, ossia Germania, Belgio, Olanda, Italia e Turchia. Secondo la maggior parte degli esperti, "le località più probabili per tale ridislocazione sono le basi sotto controllo Usa di Aviano, in Italia, e Incirlik, in Turchia". E, come hanno ben spiegato Tommaso Di Francesco e Manlio Dinucci in un articolo pubblicato il 28 ottobre scorso sul Manifesto: "Significativo è che alla riunione dei ministri degli esteri della Nato nell'aprile 2010, la questione delle armi nucleari Usa in Europa sia stata sollevata solo da Germania, Belgio e Olanda, mentre Italia e Turchia sono rimaste in silenzio. Ciò lascia presupporre che il governo italiano abbia già dato segretamente il suo consenso al piano di rimuovere le armi nucleari Usa da Germania, Belgio e Olanda per raggrupparle ad Aviano, dove verrebbero trasferite anche quelle di Ghedi-Torre".
Ad Aviano è già presente il 31st Fighter Wing, "composto di due squadriglie di cacciabombardieri F-16 - 510th Fighter Squadron e 555th Fighter Squadron". Lo scopo? "Fornire potenza di combattimento da un capo all'altro del globo per conseguire gli obiettivi degli Usa e della Nato". E a rivelare che si tratta di un arma anche nucleare arriva l'emblema: accanto all'aquila imperiale, campeggia il simbolo dell'atomo con tre fulmini che colpiscono la terra.
Ma quante armi nucleari Usa non-strategiche, ossia con gittata inferiore ai 5500 km, dunque rischiamo di andare a spartirci con la Turchia? Non è dato saperlo con precisione. Il rapporto "U.S. non-strategic nuclear weapons in Europe: a fundamental Nato debate" parla comunque di 150-200 armi nucleari presenti in tutta Europa. Ma altre stime ufficiose ne quantificano almeno il doppio. "Sono bombe B-61 in diverse versioni, la cui potenza va da 45 a 170 kiloton (13 volte maggiore della bomba di Hiroshima) - spiegano Dinucci e Di Francesco - Tra queste, probabilmente, la B61-11 che può penetrare nel terreno così da creare, con l'esplosione nucleare, un'onda d'urto capace di distruggere obiettivi sotterranei. Tutte queste bombe sono tenute in speciali hangar insieme ai cacciabombardieri F-15, F-16 e Tornado, pronti per l'attacco nucleare".
Contro il pericolo di vedere l'Italia trasformata in un grande magazzino nucleare è stata lanciata una petizione urgente da inviare al governo italiano ideata da Avaaz.org.
Sim. Co.

Liberazione 20/11/2010, pag 1 e 7

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