mercoledì 24 novembre 2010

Sinistra europea, i tentativi unitari da Madrid a Berlino

Lo stato delle forze antagoniste in Spagna, Francia, Germania, Grecia e Portogallo

Rifondazione comunista ha sempre guardato con interesse alle modalità utilizzate dalle altre forze della sinistra europea alternativa e radicale, fautrici anche in Parlamento europeo di un gruppo autonomo, il Gue (Gauche Européenne Unitaire) fin dal lontano 1989, per limitare la frammentazione ed arrivare al massimo di unità. Con il fine di diventare sempre più una spina nel fianco dei grandi partiti socialdemocratici e in Italia degli ex Ds ora Pd e dunque anche una possibile alternativa alle forze più moderate. Lo stesso tentativo ora in atto da parte della Federazione della sinistra dopo anni e anni di divisioni e dolorose scissioni. I paesi ai quali dall'Italia si è sempre guardato con attenzione sono soprattutto la Spagna, la Francia e la Germania ma anche la Grecia e il Portogallo. La genesi con la quale la sinistra iberica ha realizzato e sviluppato il progetto di Izquierda Unida ricorda più o meno quella in corso nella Federazione, con tutte le differenze del caso. Nato nel 1986, vi parteciparono le forze che si erano battute contro l'ingresso della Spagna nella Nato. A dare impulso all'idea furono soprattutto i comunisti del Pce, reduci da una dura sconfitta elettorale (dall'11% del 1979 al 4% dell'82). Il trend fu immediatamente positivo. Al suo esordio Iu prese il 5% e nell'89 il 9 fino ad arrivare al 13,5% alle europee del '94 per poi tornare a crollare di nuovo al 4 alla fine degli anni '90 e all'inizio del primo decennio del XXI° secolo, scontando il protagonismo dei socialisti e di Zapatero. Recentemente un congresso di Iu e poi del Pce hanno posto le basi per una "rifondazione" dell'organizzazione che si emancipi dalla subalternità ai socialisti, forti anche della vittoria della sinistra interna nell'ultimo congresso delle Comisiones Obreras (CCOO). Molto più recente il processo unitario francese. Il Front de Gauche è nato in occasione delle scorse elezioni europee del giugno 2009, dove ha ottenuto un incoraggiante 6% che ha consentito la conquista di 5 parlamentari. A farne parte sono i comunisti, il Partito della sinistra e la Sinistra unitaria, oltre ad altre forze, collettivi o associazioni locali, i quali però non hanno una forma strutturata e si reggono su un patto politico e una convergenza politico programmatica. Ben diverso il processo unitario che in Germania ha portato alla nascita della Die Linke, giovane formazione politica nata dalla fusione della Pds (Partito della sinistra), forza politica tedesca orientale che già all'indomani della caduta del Muro di Berlino conobbe consensi superiori al 20%, con la Wasg (movimento Lavoro e Giustizia Sociale, nata da una scissione a sinistra della Spd), il cui principale rappresentante è l'ex ministro Oskar Lafontaine. Questa unità ha consentito alla nuova organizzazione di diventare un partito di tutta la Germania, che già nel 2005, due anni prima della nascita del partito stesso, arrivava alle politiche all'8,7% in un crescendo che porterà la Die Linke a viaggiare attualmente intorno al 12%. Certamente la sua storia è particolare, essendo nata anche come conseguenza dell'unità tedesca e della scomparsa della Ddr ma certamente colpisce, e dovrebbe essere un esempio, il fatto che pur essendoci stati elementi di dissenso e discussioni anche aspre, non si sono mai verificate scissioni o divisioni. In Grecia lo scenario è molto diverso. I comunisti del Kke erano e restano la principale forza a sinistra del Pasok. Nelle ultime amministrative hanno raggiunto il ragguardevole risultato dell'11% circa contro la leggera flessione del Synaspismòs, scesa dal 4,6 al 4,5%, formazione nata nel 1991 da una scissione del Kke, con il quale questa forza più moderata non è mai riuscita a tessere rapporti unitari. In Portogallo lo scenario della forze a sinistra del Partito socialista si distingue per l'esistenza di due realtà, diverse per cultura politica, ma altrettanto interessanti sia in termini di consensi che di capacità di mobilitazione. Uno, quello della Coalizione democratica unita, vede al centro i comunisti insieme a verdi ed indipendenti, i quali, malgrado gli alti e bassi, hanno mantenuto una forza elettorale che oscilla sempre tra l'8 e il 10% dei consensi: nel 2009 hanno conseguito il 7,88% alla elezioni per il rinnovo del parlamento nazionale e il 10,64 per le europee. Si tratta comunque di un'alleanza elettorale. Altrettanto forte il Bloc d'Esquerra, nato nel 1999 dalla fusione della Unione democratica popolare, del Partito socialista rivoluzionario e di Politica XXI.
Anche il Be, formazione politica della sinistra radicale e di alternativa, aveva confermato lo scorso anno alle politiche lo stesso successo delle europee, con quasi il 10% dei consensi e 16 seggi (contro il 6,4% e 8 seggi del 2005).
V.B.

Liberazione 20/11/2010, pag 2

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