«Abbiamo fronteggiato l'inflazione ora tocca ai sngoli Stati. Più flessibilità e competitività»
Che dall'Europa non ci si dovesse aspettare chissà quale miracolo sulla crisi economica era chiaro. Ieri il presidente della Bce ne ha dato un'altra prova a Cernobbio, al Forum Ambrosetti. Nel corso di una conferenza stampa subito dopo l'incontro con il ministro francese delle Finanze, Cristine Lagarde, Trichet, se da una parte ha riconosciuto che per avere una crescita economica sostenibile nell'Unione Europea occorre, «tra l'altro», «creare posti di lavoro», dall'altra ha ribadito che «il mandato primario è quello di garantire la stabilità dei prezzi, e noi l'abbiamo garantita». Negli ultimi undici anni e mezzo (l'inflazione, ndr) è stata dell'1,97% in media, che è un valore in linea con quella che noi definiamo stabilità dei prezzi». Ora tocca ai singoli Stati, ha aggiunto il presidente della Bce. Come a riconfermare che l'Europa non ha nessun futuro "unitario" oltre al tormentone monetarista dei parametri di bilancio. Inutile chiedere lumi sul futuro. Trichet continua a ripetere quello che hanno detto tutti: fiducia. Fiducia in che? Buio completo. «La probabilità di una doppia recessione è calata nelle ultime settimane» ha aggiunto Trichet, ma «non dichiariamo vittoria, dobbiamo rimanere molto cauti e prudenti per ristabilire la fiducia e vedremo quello che succederà». Ecco tutto. Anzi, no. Il messaggio è che bisogna lavorare per avere delle economie più flessibili. «Nei prossimi 10 anni saremo molto decisi nel farlo». A rincarare la dose Cristine Lagarde che intende rafforzare il Patto di Stabilità della Ue «con parametri più rigidi». E' un «obiettivo» dei Paesi membri dell'Unione, dice.
Qualche spiraglio in più sembra arrivare dalla Commissione Ue. Il "ministro" al Mercato interno Michel Barnier ha auspicato, già dalle prossime settimanem un accordo sulla regolamentazione sul private equity e degli hedge fund. Più a breve termine, Barnier ha indicato che il 15 settembre proporrà alcune misure sui derivati e sulle vendite allo scoperto. «Obbligheremo tutti alla trasparenza, alla registrazione e alla compensazione per quanto riguarda i derivati, e proporremo mezzi per evitare l'abuso di strumenti come i credit default swap», ha concluso.
Fa. Seba.
Liberazione 05/09/2010, pag 6
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