mercoledì 15 settembre 2010

Collegato Lavoro

Collegato lavoro, il fantasma potrebbe tornare a colpire. Oggi presidio a Roma
Prc e Fds lanciano l’allarme: ritornerà il 16 settembre. Oggi presidio a Roma

Torna in sella il Collegato lavoro. Notizie di “palazzo” dicono che con molta probabilità il voto sul testo, di cui si erano perse le tracce nei meandri della Camera dei deputati, ci sarà domani 16 settembre. L’unica iniziativa annunciata, per il momento, è un presidio della Federazione della sinistra a piazza Navona a partire da oggi pomeriggio.
Il 31 marzo 2010 il Presidente della Repubblica ha rinviato alle Camere il testo della legge, approvata in via definitiva dal Parlamento il 3 marzo.
Il Presidente ha esercitato i poteri conferiti dall’art. 74 della Costituzione, che dà al Capo dello Stato il potere di rifiutare la promulgazione di una legge votata dal Parlamento quando ritenga che la stessa sia affetta di vizi di costituzionalità.
Il Prc-Federazione della sinistra, in un lungo comunicato fa il punto della situazione. «Il collegato lavoro rappresenta un tassello decisivo dell’offensiva in atto contro i diritti del lavoro, ad opera di Berlusconi e Confindustria».
Tra l’altro, con il Collegato lavoro si vuole fare in modo che le lavoratrici e i lavoratori «siano gli unici cittadini a cui è impedito, di fatto, di ricorrere alla magistratura per far valere i propri diritti, in esplicito contrasto con l’articolo 24 della nostra Costituzione». «Si vuole infatti che sotto il ricatto del posto di lavoro (Pomigliano <+Cors>docet<+Tondo>), lavoratrici e lavoratori - continua la nota - rinuncino al tutela del giudice ed accettino che su ogni controversia del rapporto di lavoro, decidano arbitri privati, non tenuti al rispetto dei contratti e delle leggi. Mentre, per quanti rifiuteranno di sottostare al ricatto, vengono comunque drasticamente limitate le prerogative del giudice del lavoro, anche in questo caso in contrasto con l’articolo 101 della Costituzione». «Con l’aberrazione - si legge ancora - per cui il giudice dovrebbe tener conto di quanto stabilito in sede di certificazione, anche se peggiorativo della legge e dei contratti collettivi, persino per le nozioni di giusta causa e giustificato motivo nei casi di licenziamento».
Secondo il Prc-Fds si vuole anche, sempre attraverso il rafforzamento dell’ istituto della certificazione introdotto dalla legge 30 e finora sostanzialmente non applicato, «far proliferare i contratti individuali, per privare i lavoratori delle garanzie della contrattazione collettiva, frammentare e precarizzare ulteriormente il mondo del lavoro».
La drastica limitazione dei termini per l’impugnazione dei licenziamenti, dei contratti di collaborazione e dei contratti a termine, infine, «mira a rendere sostanzialmente impossibile far valere i propri diritti soprattutto ai lavoratori precari, che alla cessazione del rapporto di lavoro sperano prima di tutto in una riconferma e fanno causa solo se questa non c’è».
«Il collegato lavoro insieme all’attacco al contratto collettivo, e alla volontà esplicita del governo di far fuori lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori - conclude la nota -vogliono ridurre il lavoro a pura merce usa e getta, senza diritti. Quella che è in atto è un’organica controriforma, eversiva della Costituzione. Se venisse sciaguratamente approvato, è chiaro che ogni strumento andrà messo in campo per farlo saltare». Prc-Fds chiede alle forze dell’opposizione parlamentare di usare ogni strumento possibile in Aula e invita «tutte e tutti a partecipare al presidio che come Federazione della Sinistra promuoviamo a partire da mercoledì 15».
Fabrizio Salvatori

in data:15/09/2010

http://www.liberazione.it/news-file/Collegato-lavoro--il-fantasma-potrebbe-tornare-a-colpire---LIBERAZIONE-IT.htm

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