Raul Mordenti
Per il XX settembre quest'anno non ci faremo mancare niente: da un bel convegno storico introdotto nientepopodimeno che da Marcello Veneziani - «giornalista, scrittore e presidente del Comitato di indirizzo»(?) - con la partecipazione straordinaria di Giuliano Ferrara, Giuliano Amato e Paolo Mieli e le conclusioni affidate al sindaco Alemanno, fino alle fanfare dei bersaglieri che «partono da Porta Pia a bordo di pullman scoperti e suonano lungo tutto il percorso» (ma un tempo suonavano correndo: decadenza dei bersaglieri?); dall'apertura al pubblico delle sale Vittoria Alata e Balilla dell'«imponente Palazzo Esercito», ai concerti in Chiesa a San Bernardo e a Santa Susanna (in collaborazione, assicura il programma, «con il Vicariato di Roma e il Fondo Edifici di Culto»); né mancherà uno spettacolo di Rodolfo Laganà che conterrà - ci assicura ancora il programma - «una surreale rivisitazione della Costituzione italiana» (forse parlerà di Adro? Del "Lodo Alfano"? o della legge elettorale "Porcellum"? o forse dello "jus sanguinis" evocato dall'assessore di Alemanno Laura Marsilio e dal suo collega di partito Rampelli, secondo cui si è sempre e comunque stranieri, anche se nati a Roma, giacché i cittadini italiani sono solo quelli che hanno "sangue italiano" nelle vene?).
Ma il pezzo forte è senz'altro rappresentato dall'annunciata presenza del cardinal Bertone, in persona, a Porta Pia. Sì, è lo stesso cardinale delle cenette intime a Palazzo Grazioli da Berlusconi, questa volta senza escort, ma in cambio con Draghi, Letta, Casini, e forse Bruno Vespa in persona. La Massoneria italiana, di converso, quest'anno non è stata invitata a Porta Pia, anche se non dubitiamo che la P2, come sempre, sarà ben rappresentata nella delegazione del Governo.
E allora di cosa ci lamentiamo noi comunisti? Rimpiangiamo forse il "Becco giallo" e le barzellette anticlericali, noi che anticlericali non siamo stati mai, proprio perché davvero laici e da sempre rispettosi dei sentimenti profondi del nostro popolo, compresi quelli religiosi?
Lo confesso: quello che a me preoccupa, e parecchio, sono i dieci mesi di trattative che, si apprende dalla stampa, è costata questa porporata presenza. Che cosa aveva da trattare il cardinal Bertone? Non risulta che San Francesco abbia condotto defatiganti trattative prima di andare a trovare, in pace, il "feroce Saladino" per parlargli di pace. Se fosse solo il riconoscimento della laicità dello Stato di cui Porta Pia è simbolo, non c'era nulla da trattare. A proposito del potere temporale sembrava aver detto tutto Papa Giovanni XXIII quando, in visita al Quirinale, dichiarò che dal punto di vista della Chiesa la perdita del potere temporale era da considerarsi un dono della Provvidenza, dato che la Chiesa stessa era stata in tal modo liberata dalla corruzione che dal potere del secolo inevitabilmente derivava. Il povero Papa Giovanni di certo non pensava all'8 per mille di Ruini (e Craxi), all'insegnamento della religione cattolica nelle scuole della Repubblica, alla derisione del «senza oneri per lo Stato», ai terreni e alle case del Vaticano, e meno che mai pensava alle garçonnières di via Giulia da affittare, a prezzi di favore, agli amici degli amici. Di certo, quel santo Papa, neppure immaginava che il suo predecessore Pio IX, il Papa che volle il sangue di Porta Pia e che scomunicò l'Unità d'Italia, il Papa del rapimento del fanciullo ebreo Mortara e con le mani sporche dell'impiccagione dei carbonari a piazza del Popolo, sarebbe stato proclamato Santo da Papa Wojtyu0142a. Meno che mai Papa Giovanni poteva pensare all'accanimento dei suoi successori contro la libertà delle donne e la ricerca scientifica, o alla battaglia feroce condotta dai vari cardinal Bertone contro i diritti civili delle persone omosessuali, a cui corrisponde un silenzio sempre più assordante dei vertici vaticani sui grandi temi della pace e della convivenza fra gli esseri umani.
Insomma, se la Chiesa del cardinal Bertone non sembra proprio quella sognata dal Concilio giovanneo, ecco allora che la presenza di Bertone a Porta Pia deve da noi essere interpretata diversamente. E' un gesto che si colloca nella galleria post-moderna dell'assurdo berlusconiano, cioè in quella serie (tipica dell'ideologia dominante) di fatti e parole che servono solo a privare di qualsiasi senso i fatti e le parole. Giacché se nulla ha senso, solo il capitalismo reale ha senso. E' questa la terribile e perniciosa ragione che si cela nell'irrazionale quotidiano che riempie i giornali e le Tv, e attraverso essi pervade le nostre vite: Marchionne che, rimproverato di guadagnare quattrocento volte tanto, sfida gli operai Fiat a fare una vitaccia come la sua; la ministra Carfagna che dichiara il suo orrore per le donne che traggono profitto dal proprio aspetto fisico; Berlusconi che dichiara che non ci sono più mascalzoni nel PdL (nemmeno Cosentino e Dell'Utri e Verdini?) perché lui li ha tutti estromessi; Scajola che, indignato, sfida a farsi conoscere l'ignoto che gli ha pagato a sua insaputa la casa; sindaci e presidenti di Regione, con la mano ancora alzata nel saluto romano e protettori di CasaPound, che pretendono di presenziare (e senza fischi, mi raccomando!) alle cerimonie partigiane per il 25 aprile; cardinali reazionari illiberali che commemorano Porta Pia (e l'elenco potrebbe facilmente continuare).
Poiché il capitalismo in crisi non può più dire di sé di essere il migliore dei mondi possibili, esso si limita ad affermare che nulla ha senso, che nulla ha più senso, e meno che mai dunque ha senso l'opposizione allo stato di cose presente. Per questo la nostra decisione di affermare coi fatti che quaggiù, in basso a sinistra, si sta rifondando un Partito Comunista, davvero diverso da tutti gli altri, è un gesto preziosssimo di necessaria igiene mentale e culturale, prima ancora di essere una necessità politica.
Raul Mordenti
Liberazione 19/09/2010, pag 1 e 5
Nessun commento:
Posta un commento