giovedì 23 settembre 2010

L'America non esce più dalla "sua" crisi: 44 milioni di poveri

I più colpiti: neri, ispanici e donne

Larry Vaughan
La soglia di povertà di un americano medio è stimata da sociologi ed economisti intorno ai 10.800 dollari annuali (circa 8mila euro). Si potrebbe obiettare che si tratta di una cifra molto bassa e che l'indigenza colpisce in realtà anche redditi sensibilmente più elevati. Ma pur tenendo per buono questo criterio, il numero di poveri oltreoceano non accenna a diminuire. Anzi: nel 2009 sono saliti a 44 milioni di unità, (un record dagli anni 60) mentre le previsioni per quest'anno non autorizzano uno sfrenato ottimismo, nonostante l'amministrazione democratica si aspetti un'inversione di tendenza.
E' quanto emerge dall'ultimo rapporto del Census Bureau (l'istituto di statistica centrale, equivalente del nostro Istat), che ci restituisce un'impietosa fotografia sullo stato di salute del ceto medio statunitense. Tra il 2008 e il 2009, in concomitanza con l'esplosione della crisi economica e finanziaria globale, quasi 4 milioni di cittadini Usa hanno infoltito le fila di coloro che in gergo vengono chiamati nuovi poveri (6,3 milioni sugli ultimi due anni).
Naturalmente la "distribuzione della povertà" mette in evidenza gli antichi fossati che affliggono società nordamericana: circa un quarto dei neri e degli ispanici vivono al di sotto della fatidica soglia dei 10.800 dollari, due volte e mezzo in più del tasso rilevato tra la popolazione bianca. Anche le giovani madri single sono una categoria tra le più colpite dal fenomeno (oltre il 30% del totale)
Certo, stiamo parlando di statistiche effettuate prima che la riforma sanitaria di Obama venisse adottata dal Congresso. Ma affinché entri del tutto in vigore bisognerà aspettare il 2013, una data entro la quale la condizione degli americani potrebbe persino peggiorare. Circa un cittadino su sei è infatti soprovvisto di assicurazione medica, uno dei principali indicatori per stabilire il potere d'acquisto della popolazione, sono in gran parte disoccupati di lunga data o individui che hanno perso il lavoro e la casa (per l'eplosione della bolla dei mutui subprime) durante la crisi dello scorso anno. Sempre secondo il rapporto, nel 2009 la disoccupazione è schizzata da 9 a 14 milioni di unità; il reddito medio delle famiglie è invece sceso dell 0,7%, ma oltre il 4% per i nuclei afromericani.
A poco più di un mese dalle elezioni di mid-term, il rapporto del Census Bureau rappresenta un problema per la Casa Bianca. Anche se in questa crisi le colpe di Barack Obama sono francamente limitate, i repubblicani lo incalzano, accusandolo di essere il responsabile dell'impoverimento della società Usa. Argomenti demagocici senz'altro, ma che rischiano di avere forte presa su un elettorato popolare che sembra aver smarrito l'antica fiducia per il suo presidente.

Liberazione 18/09/2010, pag 7

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