Al G20 che si terrà a Seul a novembre si discuterà della questione relativa alla valuta cinese. Lo ha detto il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner durante un'audizione al Senato, precisando che in quell'occasione gli Usa cercheranno sostegno per spingere Pechino a riformare il regime valutario. Geithner ha anche detto che il Fondo monetario internazionale non «ha fatto una bella figura» riguardo alla questione della valuta cinese.
In ogni caso, secondo Geithner, il ritmo della rivalutazione dello yuan ha visto un'accelerazione, che è uno sviluppo gradito. Gli Usa si occupano del loro exporti: crollata l'economia interna il made in Usa deve poter essere venduto fuori.
Il ministro ha detto: «Con oltre 1,3 miliardi di abitanti e un'economia che cresce a doppia cifra, la Cina rappresenta il nostro mercato più dinamico». «L'export Usa in direzione di Pechino è cresciuto più verso qualsiasi altro paese: le vendite di beni e servizi americani laggiù hanno superato i 53 miliardi di dollari, in rialzo del 36% rispetto al 2009».
Questa situazione, ovviamente, ha anche l'altro faccia della medaglia, cioè l'annoso problema dei rapporti bilaterali socio-economici tra i due giganti. «Per affrontare la sfida- ha detto Geithner - bisogna focalizzarci su tre temi: spingere Pechino a cambiare il suo modello di crescita che deve basarsi di più sulle vendite interne e meno sulle esportazioni,il cambio dollaro-yuane la creazione di condizioni per competere con l'industria cinese».
Liberazione 17/09/2010, pag 6
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