venerdì 18 febbraio 2011

Dakar chiude pensando al Cairo. Prossima fermata: Genova

A dieci anni dalla prima volta di Porto Alegre, s'è concluso il forum sociale mondiale. Centomila i partecipanti
«Quando è arrivata la notizia nell'aula è scoppiato un boato. Mubarak è partito, Mubarak è stato deposto. Poi sono stati canti, abbracci e una sola antica parola : "rivoluzione!"». I report da Dakar, come questo di Alfio Nicotra, responsabile Movimenti del Prc, raccontano immancabilmente l'entusiasmo e l'attenzione del Forum sociale mondiale per la rivoluzione egiziana e le rivolte nel Maghreb. «Significa che i popoli possono prendere in mano il proprio destino e cambiare la situazione», ha detto ieri Demba Moussa Dembele, coordinatore del Forum delle Alternative Africane.
Nicotra riportava l'atmosfera dell'assemblea del movimenti sociali, una delle assemblee di convergenza sui temi scaturiti dai seminari che si sono susseguiti nell'Università della capitale del Senegal stravolta letteralmente dall'affluenza superiore alle previsioni e dalla stretta del nuovo rettore che ha negato molti spazi previsti rifiutandosi di interrompere i corsi accademici. Anziché le 45 mila persone previste ne sono giunte più di 90 mila. Tantissime le delegazioni africane provenienti da più di trenta paesi del continente. Un risultato che è stato difficile da gestire per il comitato organizzativo, una disorganizzazione che è stata definita a tratti «paralizzante».
Ieri la cerimonia di chiusura nella stessa università Cheick Anta Diop con presentazione delle convergenze adottate durante il Forum. Tra i temi trattati: strategie tra i movimenti sociali nel quadro internazionle, libera circolazione dei popoli, migrazioni, piano d'azione per Rio+20, acqua bene comune, Africa e diaspora, crisi del capitalismo e lotta al debito, sovranità alimentare, giustizia climatica, accesso alla terra, Forum Mondiale della cultura e dell'educazione, donne e sviluppo.
Prossima stazione Genova, dal 19 al 24 luglio per fare il punto della situazione esattamente dieci anni dopo le giornate del social forum italiano e della mattanza da parte delle polizie del G8. Proposta, per il decennale, una carta di intenti nel corso di un'assemblea con oltre cento partecipanti, mercoledì sera. Presenti Arci, Flare, Punto Rosso, Cgil, Un Ponte Per, Mani Tese, Cospe, Legambiente, Caritas Migrantes, Uisp; tra gli altri Alex Zanotelli e alcuni studenti della Sapienza impegnati come volontari a Dakar. Tra i promotori dell'iniziativa Vittorio Agnoletto, oggi direttore culturale di Flare: «Dieci anni dopo possiamo dire che avevamo ragione sui contenuti. A Genova abbiamo anticipato la crisi economica, la situazione climatica, le migrazioni; è da qui che dobbiamo ripartire. Vedere che oggi a Dakar siamo più di un centinaio ci fa capire che tutto quello che è stato seminato è ancora presente». Sabato 19 febbraio è convocata a Genova una riunione dei movimenti per lavorare al programma e per allargare la rete (a Dakar mancano quasi tutti coloro che si sono trovati a Mestre all'assemblea nazionale di Uniti contro la crisi).
Già dal 25 giugno sarà allestita una mostra, "Cassandra", ideata dal Progetto Comunicazione di Milano sulle ragioni dei movimenti sociali altermondialisti. I contenuiti del Forum saranno articolati in sei macrotemi: economia e finanza, lavoro e precarietà, migranti e tematiche dei diritti, beni comuni, guerra e pace, il percorso fatto da Genova 2001 a Genova 2011. Il Fsm ha compiuto 10 anni.
«Da Porto Alegre 2001
a questa edizione ci sono stati gli appuntamenti di Mumbai e
l'India, Bamako e Nairobi e l'Africa, Caracas e Belem e la nuova
America Latina - scrive Giorgio Riolo di Punto Rosso - resta sempre il dilemma, usando la efficace formula di François Houtart: la Scilla della "Woodstock sociale", una sorta di fiera delle alternative, o la Cariddi della nuova Internazionale. La soluzione prospettata da molti di noi, per evitare i due estremi, è stata la "convergenza nella diversità",
politicamente impegnativa, con misure politiche condivise e vincolanti per tutti i soggetti che si riconoscono nel Fsm».
Nella sala del consiglio regionale di Dakar, messa a disposizione del gruppo consiliare della sinistra della capitale, s'è svolto il consueto incontro tra le sinistre di tre continenti. «Quelle tra Il Partito della Sinistra Europea (21 partiti tra i quali Rifondazione, più due partiti osservatori) e il Foro di S.Paolo è ormai una consuetudine che risale al primo Porto Alegre - ricorda Alfio Nicotra - l'estensione agli africani di questa consuetudine non è stata facile. In particolare il Pt di Lula ha tnuto a precisare che la scelta storica del Foro di S.Paolo nato nel 1990 è quali di mantenere in Europa relazioni duplici, con il Partito della Sinistra Europea ma anche con il Partito Socialista Europeo. Per cui alla fine di questa trilaterale, che ha discusso anche di politiche migratorie e di lotta agli accordi commerciali, è riuscita a fare solo una dichiarazione congiunta di solidarietà con i popoli tunisino ed egiziano e a favore del processo di pace in Colombia».
Francesco Ruggeri


Liberazione 12/02/2011, pag 7

Nessun commento: