venerdì 18 febbraio 2011

Dopositi Atac in svendita, festeggia la speculazione

A Roma ieri occupazione-censimento verso la mobilitazione di sabato contro gli Stati generali di Alemanno
Daniele Nalbone
Roma. Piazza Ragusa. Sono le 10.30 di ieri mattina quando oltre cento persone occupano il deposito Atac, chiuso da tre anni e da allora relegato a sede del dopolavoro dei dipendenti dell'azienda dei trasporti della capitale. Un'occupazione per continuare sul censimento dal basso come pratica di monitoraggio delle strutture pubbliche abbandonate, dismesse o in via di alienazione, terreno fertile per la speculazione e la rendita immobiliare. Un'occupazione come tappa di avvicinamento alla manifestazione di sabato 19 febbraio quando la Roma "dal basso" scenderà in piazza per contrastare l'idea di città che il sindaco Alemanno vuole presentare agli Stati generali del 22 e 23 febbraio all'Eur. Perché «in questa città - si legge nel volantino distribuito ieri a una cittadinanza che si è dimostrata solidale con gli occupanti - c'è un patrimonio pubblico, come il deposito Atac di piazza Ragusa, che rischia di essere venduto al miglior offerente, ad un ricco privato che in cambio di immobili di pregio sia pronto ad elargire denaro per ripianare i conti in rosso dell'amministrazione comunale».
Questo sta succedendo con le 15 caserme transitate dal ministero della Difesa nella disponibilità del Comune di Roma e che ora sono in via di alienazione: l'80% ai privati, il 20% al pubblico in un mix "residuale" di servizi, alloggi a canone calmierato, social housing. Questo sta accadendo con i depositi Atac sparsi per la città: da quello di piazza Ragusa "censito" ieri, parte importante della storia del quartiere «ma il cui utilizzo - ci spiega Paolo Di Vetta di Asia Usb - non prevede consultazioni con la cittadinanza o strumenti partecipativi e di controllo sul suo futuro», a quello di via della Lega Lombarda, a pochi metri dalla stazione Tiburtina, in via di "valorizzazione". E mentre gli attivisti discutevano nei locali del deposito Atac di via Ragusa con i pochi lavoratori presenti nella struttura ormai abbandonata e preparavano la grande assemblea cittadina del pomeriggio alla quale hanno partecipato, oltre ai movimenti di lotta per l'abitare, anche sindacati di base (Usb, Cobas) che hanno rilanciato lo sciopero generale dell'11 marzo, comitati di quartiere, realtà politiche e la presidente del IX Municipio Susi Fantino, dagli uffici del comune di Roma veniva ufficializzata la data per l'incontro, con al centro il tema della casa, tra i movimenti, il sindaco Alemanno e gli assessori Antoniozzi (Casa) e Corsini (Urbanistica): venerdì 18 febbraio alle ore 15.30 in Campidoglio.
Inevitabilmente la sensazione è quella di un'amministrazione comunale "in apprensione" per le manifestazioni in programma sabato 19 dall'Esquilino fin sotto il Campidoglio e il 23 febbraio quando la "Roma dal basso" proverà a cingere d'assedio la Roma-vetrina degli Stati generali. Manifestazioni che alle tematiche "calde" della città, dall'emergenza abitativa alla questione rom tornata sulle prime pagine dei giornali con la tragica morte dei quattro bambini nel rogo di Tor Fiscale, dalle speculazioni dei grandi eventi (le Olimpiadi di Roma 2020 in testa) agli interessi dietro le grandi opere (raddoppio dell'aeroporto di Fiumicino e autostrada Roma-Latina in primis), uniranno anche il tema della mobilità e del trasporto pubblico: «Lo scandalo di parentopoli ha dimostrato - ci spiega Alessio, lavoratore Atac e delegato Usb - che il sindaco è troppo impegnato a sistemare parenti e amici di partito per pensare a uno sviluppo del trasporto pubblico, a una tutela dei redditi più bassi attraverso tariffazioni sociali o gratuità del servizio per disoccupati e studenti».
Gli scioperi del settore delle ultime settimane, «motivati - sottolinea Alessio - da una qualità del servizio insopportabile sia per gli utenti che per noi dipendenti Atac», hanno dimostrato la difficoltà in cui si trova il trasporto pubblico della capitale. Prossima tappa di avvicinamento agli Stati generali, venerdì 18 febbraio (ore 17) per un'assemblea all'interno dell'occupazione di via del Porto Fluviale con al centro l'uso pubblico delle caserme.


Liberazione 15/02/2011, pag 7

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