martedì 15 febbraio 2011

Medvedev: shopping in Italia

MARTEDÌ 15 FEBBRAIO 2011 00:00
di Carlo Benedetti

MOSCA. Il 16-17 febbraio Dmitrij Medvedev, Presidente della Russia, sarà in Italia su invito di Giorgio Napolitano. I due presidenti daranno il via all’Anno della lingua e della cultura russa in Italia e della lingua e della cultura italiana in Russia. Nell’agenda romana - segnata da forti motivazioni di politica internazionale - ci saranno ovviamente colloqui con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Poi una visita al Vaticano per incontrare il papa tedesco.

E sin qui, a parlare, é il freddo comunicato delle due diplomazie. Del resto è difficile aggiungere qualcosa oltre l’ufficialità del programma. I tempi non sono dei migliori. E a Mosca, con una buona dose di rude ironia slava, si dice che se la Russia non ride anche l’Italia non ha di che stare allegra. Si insiste, pertanto, nel “capire” il senso reale della missione di un Medvedev in libera uscita oltre le mura del Cremlino, perché sarebbe più logico, visti i precedenti, un blitz di Putin tutto concentrato sul rapporto con l’amico Silvio.

Tenendo conto, tra l’altro, che i veri amici si scoprono nei momenti di difficoltà… Misteri russi e roulette politica a parte ecco, quindi, il Medvedev in formato export che arriva per rivelare, forse, dinamiche nascoste o per mettere in luce, con un preciso percorso politico, trasformazioni sinora occultate.

Con Napolitano l’incontro sarà tutto in discesa. Non c’è alcun contenzioso da affrontare perché le grandi questioni tra i due Stati sono state da tempo appianate. Le “questioni” dei soldati italiani morti (o dispersi) in Russia - le tombe dell’Armir, i cimiteri di guerra - sono già accantonate e sistemate nei dossier della Storia. Sorte analoga per quei lontanissimi italiani (pugliesi) che andarono - prima della Rivoluzione d’Ottobre - a colonizzare le terre della Crimea: di loro restano in alcune remote valli solo i cognomi tramandati ormai da qualche generazione. E ancora: non ci sono problemi per la sparuta comunità “italiana” presente in varie località russe.

Complesso, quanto a tematiche, è invece quel dossier da esaminare con Berlusconi che - a livello dei due governi - si è andato formando sotto la gestione di Putin. Qui entrano in campo quadri politici e diplomatici di varia natura e spesso motivo di dibattito. Perché ci sono innanzitutto le conseguenze della globalizzazione che segnano fortemente le sfere politiche ed economiche dei due paesi. Il che, tra l’altro, comporta un’influenza smisurata, sulla vita degli stati, di istituzioni come il Fondo monetario internazionale (Fmi), la Banca mondiale, l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).

Sul piano della bilateralità, intanto, va rilevato che l’Italia ha sviluppato con la Russia relazioni di un'intensità tale da poterle qualificare come "rapporto privilegiato". Si tratta tuttavia di un edificio che trova le sue fondamenta nella storia e, più di recente, nel sincero sostegno dell'Italia al progressivo avvicinamento della Russia alla "comunità occidentale" (UE, NATO, OMC, OCSE). Nel corso degli ultimi anni, appunto, le relazioni fra l'Italia e la Russia hanno conosciuto una fase d’intenso sviluppo che ha permesso non solo un approfondimento dei rapporti fra i due Paesi ma anche la realizzazione di progetti comuni in molteplici settori che spaziano dall'ambito culturale a quello economico.

Su queste basi, dalla formazione del governo Prodi in poi, si sono già svolte diverse visite ad alto livello: il Presidente del Consiglio ed il ministro degli Esteri si sono recati più volte in visita in Russia. E, in merito, una data importante fu quella del 14 marzo 2007 quando al vertice intergovernativo di Bari le relazioni bilaterali italo-russe trovarono un fondamentale momento di consolidamento e ulteriore slancio. Ci fu, tra l’altro, la missione di Putin, che incontrò Napolitano e Prodi e che contribuì ad avviare quel partenariato strategico articolato in un crescendo di dialogo politico e di collaborazione economica in svariati campi di primario interesse.

Notevoli poi quegli accordi intergovernativi come l’Accordo per la reciproca protezione della proprietà intellettuale nell'ambito della cooperazione tecnico-militare, il Protocollo sulla collaborazione per la realizzazione del Progetto "Super Jet 100" ed il Programma Esecutivo di Collaborazione Culturale 2007-2009. I vertici bilaterali hanno anche portato ad accordi tra banche, imprese ed enti. Tra questi, l'Accordo di Cooperazione tra Finmeccanica e Ferrovie Russe, gli accordi tra IntesaSan Paolo e le banche russe VTB e Sberbank, gli accordi finanziari tra Mediobanca e le banche russe VTB e VEB, il memorandum d'Intesa tra ENEL e ROSATOM e l'accordo fra la Città di Ferrara ed il Museo Ermitage per l'istituzione a Ferrara di una prima sede estera dell'Ermitage.

Più complessi sono, invece, i dossier di natura prettamente geopolitica. E questo tenendo conto che la Russia registra spinte contrapposte: una rivolta al passato, l’altra proiettata verso il futuro. A Mosca dominano, infatti, apparati politici, economici e militari che rivelano attitudini conservatrici. E ci sono anche forze che s’ispirano a gruppi economici internazionali e che, di conseguenza, operano per far entrare nel paese gruppi economici che potrebbero divenire forze di pressione.

Ed è proprio in questo contesto che si delinea la presidenza di Medvedev. Un personaggio del quale non si conoscono ancora a fondo gli obiettivi. Considerato come un liberale si dice che vorrebbe dare un volto liberista alla sua presidenza guardando più all’economia sociale di mercato sul modello tedesco che al liberismo di stampo anglosassone. Ma si dice anche che Medvedev starebbe lavorando in disaccordo, fosse anche solo parziale, con il suo mentore e attuale Primo Ministro Putin.

E non è un caso se nell’entourage del Cremlino si torna a porre l’accento su alcuni personaggi italiani (che avrebbero una certa influenza su Berlusconi) con i quali il giovane ed “inesperto” Medvedev si potrebbe trovare ad operare avendoli come interlocutori. Ma in questo rapporto di lavoro dovrebbe segnare la sua “diversità” da Putin.

I personaggi in questione, noti a Mosca, sono Valentino Valentini, strettissimo collaboratore di Berlusconi specialista nel tessere i rapporti tra L’Eni e i russi; Antonio Fallico (presidente di Intesa Sanpaolo Russia, advisor di Gazprom per l'Italia e interlocutore abituale di Eni ed Enel, profondo conoscitore dell’oligarchia russa ed insignito da Putin dell’Ordine di Lomonosov) e Bruno Mentasti, un manager di grande intelligenza legato agli ambienti economici della nuova Russia con una joint-venture personale collegata al Gazprom e basata a Vienna.

E’ questa, in sintesi, l’anticipazione sintetica delle questioni legate allo shopping italiano del presidente russo. Il quale, per rafforzare il suo prestigio dovrà necessariamente riportare a casa qualcosa di fondamentale. E potrebbe essere la volta buona (l’incontro con il papa tedesco che da tempo scalpita per arrivare accanto alle mura del Cremlino) per spianare definitivamente la strada dei rapporti tra il Vaticano e l’ortodossia russa. Per il suo paese Medvedev diverrebbe così il vero uomo-artefice del dialogo religioso.

http://www.altrenotizie.org/esteri/3823-medvedev-shopping-in-italia.html

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