giovedì 10 febbraio 2011

Mosca espelle il corrispondente del Guardian

Ha scritto di "Stato mafioso"
Le autorità russe hanno revocato il visto al corrispondente del Guardian, Luke Harding, che aveva lavorato ai cablogrammi da Mosca divulgati da Wikileaks e aveva definito la Russia sotto il regime di Vladimir Putin «uno Stato virtualmente mafioso». Il giornalista accreditato in Russia dal 2007, è stato bloccato al controllo passaporti all'aeroporto di Mosca mentre rientrava dopo due mesi di lavoro a Londra sui cablogrammi. «Per voi la Russia è chiusa», è stata l'unica spiegazione fornita ad Harding, come lui stesso ha raccontato dal Servizio Federale di Frontiera. Il giornalista è stato poi rinchiuso per 45 minuti in una cella e rispedito indietro con il primo volo a disposizione per Londra; e solo a bordo gli è stato restituito il passaporto. Mosca non espelleva un corrispondete britannico dalla Guerra Fredda: l'ultimo caso era stato quello del giornalista del Sunday Times, Angus Roxburgh rispedito in patria come rappresaglia per l'espulsione da parte di Londra di 11 presunte spie sovietiche. «La mia espulsione rimane un mistero: sembra che la gente del Cremlino mi tema più di quanto io (tema) loro», ha scritto oggi Harding su Twitter. Nel raccontare i clablogrammi segreti della diplomazia Usa, Harding aveva scritto che «la Russia è una cleptocrazia autocrata e corrotta, centrata sulla leadership di Putin, nella quale funzionari, oligarchi e crimine organizzato sono uniti per creare uno Stato praticamente mafioso».


Liberazione 09/02/2011, pag 7

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