venerdì 25 febbraio 2011

Ecco la Roma da bere che piace agli imprenditori

Gli Stati generali di Alemanno preparano il sacco della capitale. Olimpiadi, presentato il comitato d'onore

Daniele Nalbone
Non certo un bel finale quello che il premier Berlusconi, il ministro Tremonti e la presidente di Confindustria Marcegaglia hanno regalato, ieri, alla platea di politici e imprenditori presenti al Palazzo dei Congressi per la seconda e conclusiva giornata degli Stati Generali di Roma in cui sono stati presentati il Piano Strategico di Sviluppo e il Comitato promotore per le Olimpiadi del 2020. O meglio, un bel finale solo per politici e imprenditori presenti. Il premier Silvio Berlusconi che attacca il Parlamento: «il Governo ha solo il nome, la figura, l'immagine del potere». E ancora «da imprenditore avevo maggiori poteri che da presidente del Consiglio». La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che avverte: «Abbassare le tasse per le imprese, con i lavoratori coloro che sostengono l'economia». Infine, il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti che "risponde" mettendo nel mirino i vincoli e le regolamentazioni urbanistiche: «Se uno guarda al mondo degli anni '60 e lo proietta nel 2020, quando a Roma ci saranno le Olimpiadi, c'è una grande differenza: il villaggio olimpico fu costruito a ridosso del Ponte Milvio. Pensate cosa sarebbe quella tecnica di costruzione e scavo con i vincoli odierni. Se ci fossero stati tutti quei vincoli, non avreste le opere del Bernini perché quella fontana (il riferimento è alla Fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona, ndr) fu fatta demolendo quella precedente».
Così, con questi tre avvertimenti e la benedizione di Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, «in rappresentanza delle parti sociali», si è chiusa la due giorni, iniziata martedì, degli Stati Generali di Roma Capitale che hanno di fatto sancito la subalternità della politica di Alemanno agli interessi dei costruttori e degli imprenditori. Manager ad aprire i lavori: Paolo Glisenti, in qualità di responsabile del Comitato di indirizzo del Piano Strategico di Sviluppo. Imprenditori, docenti universitari o uomini di Chiesa a presentare le relazioni sugli obiettivi strategici: Aurelio Regina, presidente Unindustria, per "Roma città nella competizione globale"; Luigi Abete, presidente Bnl, per "Roma città della Cultura e dell'Entertainment"; Livio De Santoli, responsabile Energia dell'università La Sapienza, per "Roma città della sostenibilità ambientale"; Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, per "Roma città policentrica e solidale".
Ognuno a tirar acqua al proprio mulino. Chi, come Regina, verso grandi opere come il raddoppio dell'aeroporto di Fiumicino, presentato come "Nuovo hub del Mediterraneo", cementificando i terreni (agricoli) di proprietà del Gruppo Benetton per favorire gli interessi di Alitalia e Aeroporti di Roma, società partecipate dal Gruppo Benetton stesso. Altri, come Abete che oltre ad essere presidente di Bnl e a capo dell'Ieg (Italian Entertainment Group, società proprietaria di Cinecittà e concessionaria del LunEur), a spiegare come «è necessario sviluppare Roma nel mercato della cultura e dell'entertainment», facendo crescere quella che è stata ribattezzata «l'economia del tempo libero». Altri, come Roberto Colaninno (presidente Alitalia SpA) a ricordare al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli, in una tavola rotonda moderata da Bruno Vespa, che «senza Fiumicino 2, Roma non potrà mai conquistare le Olimpiadi».
Quindi, gli "spot" della Giunta Alemanno mostrati in pompa magna: l'abbattimento e la ricostruzione del quartiere popolare di Tor Bella Monaca, spacciato dall'assessore all'Urbanistica di Roma Marco Corsini per «riuso e riqualificazione» ma che in realtà significa cementificare il verde rimasto del quartiere, quindi spostare nel verde diventato palazzi gli abitanti attuali delle famose "Torri", abbattere le "Torri" e, come per magia, nuove case da destinare al mercato privato. E se costruire la Città dei Giovani e della Musica, attuando il progetto di "Fonopoli" tanto caro a Renato Zero, significa per l'amministrazione dotare la centralità di Tor Vergata-Romanina, sulla quale ancora grava il cantiere della Città dello Sport di Calatrava, di servizi per le periferie, in vista delle Olimpiadi del 2020 spiccano i progetti del "Parco Fluviale", ribattezzato «recupero del Tevere come asse vitale della città», e del "Secondo polo turistico", alias «Riqualificazione del Lungomare di Ostia». Cemento in ogni dove, quindi. Perfino a ridosso del Tevere nella zona dell'Idroscalo di Ostia, area non solo ad elevato rischio inondazione (R4) ma addirittura di proprietà demaniale. A meno che i vincoli, come sostenuto dal ministro Tremonti…
E' in questo scenario di "imprenditorializzazione" della pianificazione pubblica che, ieri, è stato presentato il comitato "d'onore" di Roma Olimpica: dietro il presidente Mario Pescante, lavoreranno imprenditori quali Abete, Alessandri, Caltagirone, Montezemolo, De Laurentiis, Della Valle, Elkann, Geronzi, Guerra, Malagò, Marcegaglia, Recchi, Regina. E l'opposizione? Il Pd, più volte richiamato (soprattutto Veltroni) da Letta ed Alemanno e mai in termini negativi, ha fatto la sua parte rispettando così gli appelli di «unità» in nome di Roma olimpica: nel tavolo sulla candidatura di Roma ai giochi del 2020 con Gianni Petrucci (Coni), Gianni Letta e Renata Polverini (regione Lazio), Nicola Zingaretti, presidente delle provincia di Roma e nome caldo come candidato per il centrosinistra a sindaco di Roma, e Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, hanno rappresentato al meglio quella che Renata Polverini e il giornalista-moderatore Enrico Cisnetto hanno definito, tra gli applausi della platea, «l'opposizione moderata».


Liberazione 24/02/2011, pag 5

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