martedì 17 agosto 2010

«Alla stampa noi forniamo dati poi leggiamo solo veline pro Tav»

Alberto Perino Valsusino, da ventuno anni attivo nei presidi No Tav

Francesco Ruggeri
«Nessun giornale ha scritto che ad Afragola quella casa è venuta giù per le infiltrazioni dovute alle alterazioni della falda indotte dai lavori della Tav Roma-Napoli». Touché. Dalla Val Susa, Alberto Perino va dritto al sodo. E ricorda gli scempi compiuti ovunque da opere come quella che vorrebbero fare lì: Mugello, Gran Sasso e perfino la stessa Val Susa dove pl piccolo tunnel di una centrale elettrica ha seccato sorgenti a chilometri di distanza. E' un fiunte in piena di dati e considerazioni, Perino, ex bancario, ha 64 anni, ne aveva 43 quando ha iniziato a battersi contro la Tav. «Virano (il commissario straordinario) e i suoi progettisti dicono di non preoccuparci ché al 90% l'opera sarà sottoterra: che stronzata inenarrabile, perché nella piana la falda acquifera è meno di due metri sotto il terreno. E l'acqua, bene molto prezioso», aggiunge citando uno studio commissionato da chi vuol fare la Tav per conto dell'Unione europea: «Loro stessi hanno calcolato che il tunnel comporterà un drenaggio idrico pari all'acqua che serve a una città di un milione di abitanti e provocherà variazioni idrogeologiche radicali che possono incidere sull'ambiente, sull'agricoltura, sulla produzione idroelettrica».
Perino racconta anche il rapporto problematico con i giornalisti: «Noi forniamo sempre dati ma la stampa pubblica sempre le veline del sistema. I suoi colleghi non studiano niente, non sanno niente, non sanno nemmno dove sta la Valle, non l'hanno mai vista. E scrivono menzogne anche quando stanno sul posto, scrivono le veline di questura e prefettura». Perino e i No Tav si sono fatti un'idea precisa: «L'Alta velocità è il miglior sistema per trasferire soldi pubblici a imprese mafiose e a partiti politici. Il giudice Imposimato ha fatto un libro ("Corruzione ad alta velocità") coi risultati dell'indagine parlamentare, mai discussa in Aula, che ha condotto anni fa sul fiume di soldi spesi per la linea Roma-Napoli. Si legge che il 90% del costo dell'intera opera è andato alla camorra e ai partiti ad essa collegati. L'unico non coinvolto era Rifondazione comunista. Imposimato non è mai stato querelato però gli hanno ammazzato il fratello e vive sotto scorta. Chi parla male della Tav è un uomo morto. Sa chi è stato il primo a dirne male? Schimberni, quando era amministratore delegato delle ferrovie, quando Necci gli fece balenare l'idea dell'alta velocità la bocciò perché l'Italia ha molte città da collegare, non ha senso quel modello. Tra Lione e Parigi ci sono 350 chilometri e in mezzo i cinghiali di Asterix, non come nella pianura padana con tutte le sue città». Perino è un pozzo di notizie utili e il pezzo sull'utilità di Liberazione per le lotte si tramuta facilmente (com'è giusto) in un articolo sulla vertenza No Tav. «E' come sul Titanic - dice - quell che rappresentano l'orchestra ci dicono di continuare a ballare. Liberazione ci è stata sempre vicina, molto di più di quanto faccia il giornale locale della Curia. Ma si sa, il cardinale di Torino sostiene l'opera
per sdebitarsi di alcune chiese donate dai "signori del tondino"».
Chi parla male della Tav, chiede il cronista, rischia grosso anche per via dei tagli di Tremonti all'editoria. «Vero, ma il problema è anche che i finanziamenti pubblici li prendono soprattutto i grandi gruppi, che non dovrebbero averne. Questo finanziamento pubblico sicuramente non funziona».
Alberto Perino vive a Condove, uno dei 27 comuni della Val di Susa a rischio Tav. «Come tutti - dice - anche quelli di Canicattì se vuole. Sa quanto costa la nuova linea? 1200 euro al centimetro. E' lo stipendio di un operaio. 120 milioni di euro al chilometro! In tutto il resto del mondo quel costo varia dai 10 ai 20 milioni al chilometro». Ora c'è un metro cubo di documenti depositati in Regione ma vi può accedere una sola persona per volta. «Mi dice come è possibile per i cittadini prenderne visione. compilare controdeduzioni e osservazioni in 60 giorni? Noi adesso abbiamo il problema di riuscire a studiare il metro cubo. Ma le iniziative in Valle vanno avanti. A settembre ci saranno un festival a Venaus, una marcia Rivalta-Rivoli e una tre giorni a Chiomonte (dove il sindaco è un pro tav) dove dovrebbe nascere il tunnel più idiota, la galleria di sicurezza che va a finire proprio sotto i piloni di un'autostrada. E' una zona dove ci sono le vigne più alte del piemonte, a 700 metri, e si fa il Valsusa doc e il vino del Ghiaccio la cui vendemmia è a gennaio, quando gela, se gela, perché negli ultimi due anni il raccolto è andato a vuoto. La tav, voglio ricordarlo, è inutile e insostenibile: la Valle già collegata con Lione e Parigi. La linea attuale pensata dal Cavour, realizzata a un solo binario, più di cento anni dopo è stata raddoppiata e pensata per il transito di qualsiasi tipo di treno. Già ci passa il Tgv Milano-Parigi. E' utilizzata attualmente a meno del 20% contro stime che la davano per satura nel 2006. Se ho una cosa che funziona, è nuova, e la utilizzo a un quinto, perché farne un'altra? L'unico studio costi benefici lo ha fatto un professore della Sorbona, Remy Proudhon concludendo che l'opera non sarà mai in pareggio nemmeno se la regalassero, il costo di gestione non verrebbe mai ripagato. I francesi non erano così convinti ma in Italia il ministro era l'ingegner Lunardi che già scavava in Francia con le sue imprese e assicurò che i due terzi della tratta internazionale li avrebbe pagati l'Italia. Infine, è incompatibile con il territorio di una valle stretta meno di un chilometro nel punto più largo e già ampiamente trafficata: dighe, elettrodotti, due statali, un'autostrada, e la ferrovia "storica"».

Liberazione 11/08/2010, pag 12

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