Trionfa "Winter vacation", commedia agrodolce sull'adolescenza cinese
Boris Sollazzo
Locarno
Ad essere sinceri il palmares di quest'anno, a Locarno, aveva un'importanza minore rispetto agli scorsi anni. Non per il valore dei film - la giuria capitanata da Eric Khoo ha fatto un buon lavoro anche se appare davvero ingiusta la mancata premiazione come miglior attore di Pietro Casella e/o Michel Bouquet - ma perché quest'anno ad essere sotto la lente d'ingrandimento era il Festival. A 63 anni di vita si trovava davanti a un bivio: proseguire la lenta discesa degli ultimi anni o rilanciarsi. E la scelta di Olivier Père, ex boss della Quinzaine a Cannes, 38 anni, grande competenza e carattere da vendere, era stata un segnale forte: prendere il miglior "giovane", Khoo, e scommettere sul suo e sul proprio salto di qualità. Bene, l'esame è passato da entrambi. Père ha ridato una forte identità alla rassegna, ha saputo provocare e resistere a moralismi e legacci - nessuna concessione ai provincialismi locali che a volte tarpano le ali al Ticino -, con film di genere, stereotipi rovesciati, sesso, fantascienza, animazione (russa e in stop motion) e horror: in un anno in cui in giro c'è poco e niente, ha presentato un'offerta di ottimo livello.
La strada sembra tracciata, ora forse va limato qualche dettaglio, tra cui una migliore disposizione dei film tra le tre sezioni principali (Concorso, Cineasti del presente e Piazza Grande). Piace comunque il Pardo d'Oro a LI Hongqi (qui vincitore di un riconoscimento nel 2005 e lo scorso anno presente con un progetto di Open Doors), che con Winter Vacation sdogana i toni della commedia per i film d'autore cinesi, almeno quelli da festival. Sembra quasi Kaurismaki e piace il suo modo lieve e profondo di raccontare la gioventù cinese. Il premio speciale della giuria e quello alla regia vanno a due opere solide e gradevoli come Morgen di Marian Crisan e Curling, dell'habituè Denis Coté. C'è gloria anche per il musical "lavorista" serbo Beli beli svet che porta a casa la miglior interpretazione femminile con Jasna Duricic.
Dispiace, invece, in Piazza Grande per il premio del pubblico Ubs: vince Eran Riklis con The human resources manager, bruciando il brutto anatroccolo di Bardin, King's Road e Rammbock (i nostri preferiti). Meritato e applaudito il doppio premio - dei Cineasti del presente e per la miglior opera prima - a Foreign Parts di Vanessa Paravel e J.P. Sniadecki, mentre il divertente e ben fatto Ivory Tower, commedia efficace e tra le migliori opere del festival, si accontenta di una menzione speciale. Fanno giustizia, per gli ingiustamente dimenticati, i Junior Jury Awards : primo e secondo premio per il fluviale (e bellissimo e dolorosissimo) Karamay e per Pietro di Daniele Gaglianone.
Liberazione 15/08/2010, pag 8
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Winter Vacation
http://www.imdb.com/title/tt1701993/
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