martedì 9 marzo 2010

Brasile riecco il Wsf. La crisi vista dal basso

Porto Alegre si celebra il decennale del Forum. Presenti, oltre a Lula, 4 presidenti

Simonetta Cossu
Dieci anni fa i movimenti sociali, le organizzazioni e i rappresentanti dei movimenti si incontrarono per la prima volta a Porto Alegre in Brasile. Erano passati due anni da quella che era stata soprannominata la "Battaglia di Seattle" quando i movimenti, i sindacati e tante persone comuni riuscirono a fermare i lavori del Wto, l'organizzazione mondiale per il commercio. Si può dire che quel Movimento antiglobalizzazione aveva finalmente trovato un suo centro e che intendeva agire.
Ieri a Porto Alegre il World Social Forum ha compiuto dieci anni. E la sua forza accresciuta in questi 10 anni è notevole visto che è il punto di inzio di un anno di grandi mobilitazioni sociali e di forum alternativi in tutto il mondo.
I lavori a Porto Alegre sono stati aperti con una grande festa, come solo in Brasile può accadere. Una manifestazione che si è snodata per ore nella città riportando lo spirito di Porto Alegre ben vivo tra i partecipanti a questa decima edizione. E un messaggio di solidarietà per Haiti, con l'idea che da questo Forum partiranno altre iniziative concrete per assicurare alla sfortunata comunità un domani diverso da ciò che ha conosciuto fino al colpo di grazia del terremoto e di quella che è stata definita "l'occupazione militare" degli ultimi giorni, dando al via a centinaia di dibattiti, incontri, conferenze stampa e laboratori che interesseranno decine di piccoli comuni intorno al capoluogo di Rio Grande do Sur.
Poi nel pomeriggio, al Gigantinho, è arrivato il presidente Lula, che ha annunciato che traccerà un bilancio dei sette anni del suo Governo. Lula, tra gli animatori del Forum fin dalla prima edizione, è in difficoltà con la platea del Forum rispetto a molte scelte del suo Governo, prima tra tutte la mancata riforma agraria. Da Porto Alegre Lula ripartirà subito per Davos, dove riceverà, nell'ambito di quel Forum economico mondiale che è stato all'origine del WSF, nato per contrastarne il Verbo neoliberista, per ricevere, non senza involontaria ironia, il premio "Statista Globale".
A Porto Allegre inoltre sono attesi ben cinque presidenti che incarnano le differenti anime della sinistra latinoamericana per celebrare il decennale. Per l'occasione non è previsto un unico evento, ma una serie di incontri e dibattiti che si svolgeranno durante l'intero anno in diverse parti del mondo. Filo conduttore il tema della crisi mondiale nelle sue molteplici dimensioni: economica, politica, sociale, alimentare, culturale. Ieri a Porto Alegre il presidente brasiliano Lula da Silva ha accolto il leader venezuelano Hugo Chavez, il boliviano Evo Morales, il paraguayano Fernando Lugo e il presidente eletto dell'Uruguay, José «Pepe» Mujica.
Imponente il calendario delle cinque giornate di lavori. Si terrano circa cinquecento iniziative decentrate nelle città di Porto Alegre, Gravataí, Canoas, São Leopoldo, Novo Hamburgo e Sapiranga. Il primo seminario è proprio un tentativo di memoria collettiva da titolo "Dieci anni dopo: sfide e proposte per un altro mondo possibile" in cui si discuteranno gli avvenimenti e le scelte che hanno caratterizzato il decennio trascorso. L'evento di apertura coinvolgerà oltre settanta tra intellettuali ed esponenti di movimenti altromondialisti di tutto il mondo, molti dei quali hanno interagito con il Forum mondiale dalla sua ideazione e costituzione e per tutto il periodo della sua attività. Dibattiti che si preannunciano più affollati, ma rappresenta anche l'orizzonte verso cui il Forum intenderà muoversi nel futuro, a partire dalla tappa del 2011, il (vero) decennale, che vedrà il Fsm tornare di nuovo in Africa, a Dakar (Senegal) dopo l'edizione svoltasi in Mali e in Kenya.
«Un evento importante» ci racconta Monica Di Sisto, vicepresidente dell'organizzazione equosolidale Fair e tra le responsabili della comunicazione del Forum Sociale Mondiale, «e non solo a livello simbolico. In questi ultimi anni si sono purtroppo avverate le previsioni di crisi economica e sociale che i movimenti hanno fortemente denunciato a partire dal ciclo dei Forum Sociali. E il fallimento di Copenhagen», continua Monica Di Sisto, «mostra come questo modello di sviluppo sia totalemente incapace di rispondere ai problemi che crea».
A Porto Alegre il Forum Sociale Mondiale ha creato uno spazio concreto per discutere, progettare, condividere e promuovere uno approccio alternativo al mantra neoliberista, anticipare e rispondere alle crisi finanziarie, ecologiche e sociali con analisi e pratiche alternative.

Liberazione 27/01/2010, pag 7

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