giovedì 9 dicembre 2010

Alemanno "rivede" Tor Bella. Giù le Torri e più cemento

Obiettivo: la "finanziarizzazione" di 450 mila metri quadrati di terra

Cosa si nasconde dietro il progetto di "rigenerazione urbana" di Tor Bella Monaca? A tirare i fili del business dell'abbattimento e ricostruzione delle Torri (un miliardo e 45 milioni di euro, senza considerare quanto si potrà realizzare dalle nuove costruzioni che i privati faranno sui 450 mila metri quadrati di terreno di "premio") è una fetta consistente della maggioranza politica capitolina: la manus che c'è dietro il progetto di costruire nuove abitazioni che occuperanno circa venti ettari di suolo, spostarci gli abitanti delle 14 torri, abbattere i manufatti, sostituirli con nuove abitazioni da vendere al libero mercato o assegnare in social housing portando gli abitanti dagli attuali 28 mila a 44 mila, è quella dell'architetto Fabio Rampelli, deputato Pdl, molto vicino al collega Cristiano Rosponi, coautore del progetto con l'architetto lussemburghese Leon Krier (componente del comitato scientifico del Centro Studi Architettura Razionalista di cui Rosponi è presidente). Un binomio, quello Rosponi-Rampelli, che ha già tentato (ad oggi senza fortuna) di abbattere e ricostruire anche il famoso "serpentone" di Corviale: non è un caso che l'unico finora ad aver stilato un progetto in materia sia proprio Rampelli (anno 1997) al tempo della sua consiliatura alla Regione Lazio. E non è un caso che non appena l'assessore alla Casa della Regione, Teodoro Buontempo (La Destra), abbia, nel maggio scorso, parlato di abbattere Corviale, l'architetto Cristiano Rosponi sia stato il primo a dirsi pronto al progetto. Quello Rampelli, ovviamente. Chiariti gli scenari politici, torniamo a Tor Bella Monaca: il vero obiettivo del progetto è la "finanziarizzazione" di circa 450 mila metri quadrati di terreno. Per arrivare a questo, ogni mezzo è ammesso. Perfino arrivare a sostenere, come ha fatto il sindaco Alemanno lo scorso 3 novembre, che «quelle torri stanno ormai per crollare, non domani ma fra venti, trenta anni». Frasi che, come hanno sottolineato gli urbanisti del comitato LabUr in un esposto presentato alla Procura il 5 novembre, potrebbero addirittura dar luogo al reato di procurato allarme. «Alla presentazione del masterplan» denunciano dal Laboratorio Urbanistica «erano presenti tutti i rappresentanti tecnici e amministrativi del Comune di Roma che avrebbero potuto correggere il sindaco se l'affermazione fosse stata errata». Detto questo, «chiunque sa che il ciclo di vita del cemento armato è di molto superiore ai 40-50 anni (le Torri sono del 1980, ndr) come indicato dal sindaco. Inoltre non si hanno notizie dell'esistenza di fascicoli di fabbricati per ognuna delle 14 torri né risultano essere stati fatti sopralluoghi tecnici preliminari alle affermazioni allarmistiche del sindaco». A ciò si aggiunge il fatto che fino al 2012 l'esecuzione di qualsiasi intervento di manutenzione straordinario per l'adeguamento normativo degli immobili di proprietà del Comune di Roma è di competenza della Romeo Gestioni Spa: quindi al sindaco chiediamo se sono stati allertati i tecnici della società e del Comune di Roma, se la cittadinanza è stata informata di questo rischio, se è presente adeguata documentazione tecnica di danni strutturali presenti, se la Protezione civile è stata allertata. Andando invece al cui prodest, chi, cioè, guadagnerà da questa "grande opera", la risposta è: i costruttori. Da un lato, infatti, è assolutamente falso che il Comune non spenderà un euro in questa partita, visto che dovranno essere le casse pubbliche a sborsare 342 milioni di euro per i costi di demolizione e costruzione delle proprietà comunali. Dall'altro, invece, il motivo per cui il Comune non verserà un euro per l'abbattimento e la ricostruzione degli immobili (circa 1miliardo e 45milioni di euro) è solo perché il pagamento non sarà in denaro ma in moneta ancor più sonante: terreni e cubature. Ai costruttori andrà un "premio" di 450 mila metri quadrati che, moltiplicati per i 2320 euro circa di valore di mercato (prezzo medio per la zona) fanno esattamente 1milardo e 45 milioni di euro. Milione più, milione meno.
D.N.

Liberazione 25/11/2010, pag 6

Nessun commento: