giovedì 16 dicembre 2010

Palazzo Polverini, la quinta notte dei "magnifici sette"

Contro i tagli della Regione Lazio il sostegno di 4000 persone in rappresentanza di decine di vertenze

Daniele Nalbone
Mentre si apprestano a trascorrere la quinta notte accampati su un'impalcatura al dodicesimo piano di Palazzo Polverini, i "magnifici sette" hanno ieri ricevuto la solidarietà e il sostegno di oltre 4mila persone in rappresentanza di decine di vertenze aperte su tutto il territorio della Regione Lazio. A nulla è valso lo show, più mediatico che altro, della Presidente Polverini che ieri mattina ha fatto visita agli attivisti-sindacalisti sul tetto. «Generiche le proposte, quasi "di circostanza": non scendiamo» ci ha spiegato Pio, uno dei "sette". Così 4mila voci hanno salutato chi «sta lottando per noi al dodicesimo piano di una regione ancora una volta blindata e che si difende dai suoi stessi cittadini» hanno spiegato i portavoce dei Movimenti uniti contro la crisi. La grande partecipazione alla manifestazione «è il segno - ci spiega il capogruppo del Prc, Ivano Peduzzi - di come, in questo countdown al 14 dicembre, la gente abbia ormai da tempo preso in mano la situazione. E lo ha fatto scendendo in piazza, salendo sui tetti, dando vita e forza alle lotte territoriali». In corteo, moltissimi giovani precari riuniti nel Coordinamento cittadino di lotta per il reddito, i lavoratori dei canili municipali, studenti medi e universitari ma anche molte vertenze lavorative. I numeri portati in piazza, ieri, dall'Unione sindacale di base (Usb) non lasciano spazio ad interpretazioni: «in questi giorni, mentre i sette sono accampati al dodicesimo piano della regione - denuncia Pierpaolo Leonardi dell'Usb - la Giunta ha approvato una finanziaria da 25 miliardi nella quale sono state azzerate le risorse per il reddito minimo garantito, per la cultura e le infrastrutture, mentre sono stati trasferiti al social housing e al mutuo sociale i cento milioni di euro una volta vincolati all'edilizia popolare». Come non bastasse, sul piano dell'occupazione, agli 85mila cassaintegrati, ai 2mila lavoratori socialmente utili senza contratto e alle migliaia di disoccupati "di lungo corso", da gennaio si aggiungeranno tutti quei precari che non si vedranno rinnovare i contratti scaduti, «di cui solo 2500 nella sanità pubblica». Queste vertenze, e molte altre, hanno così ieri assediato la Regione Lazio per la terza volta dal 25 novembre, giorno della manifestazione "dei 10 mila". Tra le tante realtà giunte ad assediare Palazzo Polverini, molti partiti dell'opposizione regionale, dai Verdi a Sinistra ecologia libertà fino alla Federazione della Sinistra che da due giorni ha appeso al presidio, tra i tanti a "firmare" le lotte presenti, uno striscione che racchiude in una frase tutta la (non) politica della Regione Lazio: «Polverini sindacalista dei poteri forti». Il corteo si è mosso intorno alle 17 dal presidio che ha attraversato tutto il quadrante di Garbatella-San Paolo, per far ritorno dai "magnifici sette". Dal tetto, tramite il megafono che funge da collegamento tra la lotta "in alto" e quella "in basso", gli attivisti-sindacalisti che da cinque giorni stanno vivendo in condizioni estremamente precarie di sicurezza e salute si dicono certi che questa lotta non finirà con una sconfitta: «finché, finché, finché non c'è risposta, noi, da qui, non ci si sposta». E' questo il coro che dà forza a tutto il presidio. «Perché siamo più noi, qui sotto, ad aver bisogno di loro lassù, che non il contrario».

Liberazione 11/12/2010, pag 6

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