giovedì 9 dicembre 2010

Il 14 dicembre è già iniziato. E fa già molta paura

Azioni da Brescia a Terzigno, passando per Roma.

Daniele Nalbone
«Il 14 dicembre è già iniziato». Si è aperta così la conferenza stampa di ieri sotto la Regione Lazio. In alto, al dodicesimo piano, sulle lamiere di un'impalcatura, i "magnifici sette" hanno trascorso la loro prima notte in cima a "Casa Polverini" e, mentre Liberazione va in stampa, si apprestano alla seconda notte di "campeggio". In basso, appena fuori dai blindatissimi cancelli della Regione, il presidio, sindacale e di movimento, si fa sempre più folto. «Il 14 dicembre è iniziato diverse settimane fa, con gli immigrati saliti in cima alla gru a Brescia» spiegano i portavoce dei Movimenti uniti contro la crisi, sigla che riunisce sindacati di base, comitati territoriali, movimenti per il diritto all'abitare, cassaintegrati, precari, persone in (vana) attesa dell'erogazione del reddito minimo garantito. «Il 14 dicembre è continuato con le grandi mobilitazioni studentesche di queste settimane. È entrato nel suo countdown finale lunedì mattina, quando sette persone sono saliti all'ultimo piano della sede della Regione Lazio». Ma il 14 dicembre ha già iniziato a "far paura": la blindatura di tutte le città italiane lo scorso 30 novembre in occasione della grande giornata di mobilitazione studentesca; le cariche di lunedì come risposta ai manifestanti che chiedevano, e chiedono tutt'ora, di incontrare i vertici della Regione Lazio sui temi della casa, della precarietà, del welfare, della sanità; la caccia allo studente di ieri per le vie di Roma; le manganellate a quanti protestavano, sempre ieri, contro i tagli alla cultura in occasione della prima del Teatro alla Scala di Milano ne sono la prova. «Ma soprattutto, queste settimane di mobilitazione hanno dimostrato che non c'è bisogno che un gruppo di parlamentari sfiduci questo governo, perché questa classe politica e dirigente - spiega a Liberazione Paolo Di Vetta di Asia Usb dal presidio sotto la Regione Lazio - è, di fatto, già stata sfiduciata dalla cittadinanza. Una cittadinanza che, contemporaneamente, ha sfiduciato anche la presunta "opposizione" a questi governi». Al presidio è un via vai di realtà in lotta, dai lavoratori socialmente utili ai cassaintegrati Alitalia, dai lavoratori delle cooperative sociali alle maestre degli asili nido. Fino agli studenti. Diversi anche i partiti politici dell'opposizione che hanno portato solidarietà ai "sette" del dodicesimo piano, dalla Federazione della Sinistra a Sinistra Ecologia e Libertà fino al Partito Democratico e ai Verdi. «Ma chi pensa che, prima o poi, molleremo si sbaglia di grosso» ci spiega Luca Fagiano del Coordinamento cittadino di lotta per la casa: «per questo, venerdì 10 dicembre dalle ore 16 daremo vita a una grande manifestazione regionale, la seconda in pochi giorni dopo quella che lo scorso 25 novembre ha portato 10mila persone a circondare una Regione blindata, per ribadire che da quell'impalcatura non scenderemo finché la Polverini non si degnerà di incontrarci». Venerdì 10 dicembre, quindi, sarà già il 14 dicembre. Come lo sarà anche sabato 11 dicembre quando le strade di Brescia, di Venezia, della Val di Susa e di Terzigno saranno attraversate da quattro cortei accomunati tra loro "a due a due": Brescia e Venezia saranno unite dal filo rosso dell'antirazzismo e dalla difesa dei diritti dei migranti. E se Brescia (ore 15, concentramento in via San Faustino) sfilerà per Arun, Jimy, Rachid, Sayad, scesi la sera del 15 novembre dalla gru dopo 17 giorni e notti sospesi nel vuoto a 35 metri di altezza, Venezia (ore 10.30, Piazzale Roma) risponderà con una grande manifestazione per Zaher, il ragazzino afghano in fuga dalla guerra travolto e ucciso due anni fa nel porto di Venezia dal tir sotto il quale si era nascosto per sfuggire ai controlli di frontiera. Due cortei contro la sanatoria truffa, le politiche dei respingimenti e del "divieto di assistenza", ma soprattutto «per la dignità e la regolarizzazione permanente di tutti i cittadini» spiegano le associazioni antirazziste che stanno organizzando i due cortei. L'altra "accoppiata", Val di Susa - Terzigno, sarà invece in piazza contemporaneamente (ore 14, autoporto davanti al presidio di Susa la prima, ex stazione di Boscoreale la seconda) in occasione della Giornata europea contro le grandi opere inutili. Tutte le comunità resistenti contro la Tav del Piemonte, e non solo, tutti i presidi contro la politica dei rifiuti fatta di discariche e incenerimento della Campania, alla quale si aggiungeranno pullman già in allestimento da Roma e L'Aquila, porteranno in piazza, per l'ennesima volta, la rabbia contro il governo delle "grandi opere". Che poi, è lo stesso governo di quello "dei miracoli", di quello "dei respingimenti", di quello "della repressione".

Liberazione 08/12/2010, pag 2

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