giovedì 9 dicembre 2010

Magistrati Anm: «Mai così a rischio la nostra autonomia»

Palamara al congresso

C'è una denuncia. Forse più forte del solito, contro un governo che ha scelto la strada dell'insulto. Ma c'è anche - e non era scontato - un'autocritica sulle cose che non hanno funzionato nel proprio mondo. In più, ci sono gli applausi scroscianti per Napolitano. Considerato uno degli ultimi baluardi contro la sistematica violazione delle regole. Si parla del congresso dell'Anm, l'associazione nazionale magistrati. Il «sindacato» dei giudici, insomma. Aperto ieri da una relazione del segretario Palamara. Che è stato fermo nella denuncia del clima che si respira attorno alle vicende giudiziarie. Ma ha anche offerto alla maggioranza una via d'uscita. Palamara ha esordito infatti mettendo tutti in guardia sulla pericolosità di manovre che puntano a ledere «l'autonomia e l'indipendenza della magistratura». Attenzione: obbiettivo che il governo persegue non solo con la riforma costituzionale ma anche con le leggi ordinarie. Quella sulle intercettazioni, il «processo breve», il progetto per svincolare la polizia giudiziaria dal pm. Il tutto accompagnato da «un'assurda campagna di denigrazione tesa a minare la credibilità della magistratura». Facendo leva sulla diffusa delusione per le «mancate risposte». Sì, perché mentre il governo si appassiona alla caccia alle «toghe rosse», si scopre che il settore, senza risorse, è al collasso: ci sono 5 milioni di cause civili pendenti, un milione mezzo quelle penali. Di più: i ritardi costano e tanto allo Stato, visto che solo di indennizzi per violazione dei termini di ragionevole durata si spendono 250 milioni all'anno.
La giustizia è in emergenza, insomma («peggio che in Ruanda»). Qualcosa, il segretario lo rimprovera però anche a qualche suo collega. Che del resto ha conquistato i titoli sui giornali per diversi scandali. Anche qui Palomara è netto: «Il nostro modello di magistrato non frequenta salotti, non fa pressioni per diventare capo ufficio». Di più: «Non entra ed esce dal mondo della politica senza trasparenza». Così l'Anm conferma la scelta - nel proprio codice di comportamento - per l'ineleggibilità dei giudici nei territori dove si è esercitata l'attività. Con in più la proposta che comunque i magistrati non assumano incarichi di governo negli enti locali in quegli stessi territori.
Dopo l'analisi del settore, ecco l'offerta al governo: «Bisogna voltar pagina - dice il leader dell'Anm - lasciando alle spalle ciò che in questi anni non ha funzionato». Naturalmente Napolitano ha molto apprezzato questo passaggio: «Bene la disponibilità al confronto», ha detto il Presidente, presente al congresso. Chi invece non è andato ma ha mandato un messaggio è stato Fini. «Sosteniamo il lavoro dei magistrati». Applausi anche a lui.

Liberazione 27/11/2010, pag 4

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