giovedì 16 dicembre 2010

I punti salienti del testo di Cancun

Un accordo non vincolante
Al termine di due settimane di negoziati e con una non-stop finale di due giorni, si è conclusa la XVI Conferenza dell'Onu sul Clima con una accordo che prevede qualche passo in avanti. Ecco alcuni elementi chiave, non vincolanti. La bozza è stata presentata dal Messico, che presidevea la conferenza in quanto Paese ospitante.
L'accordo sollecita «profondi tagli» nelle emissioni di anidride carbonica responsabili dell'effetto serra, per frenare l'aumento delle temperature a non più di 2 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali; e chiede uno studio su un rafforzamento dell'obiettivo (a 1,5 gradi) - chiede ai Paesi ricchi di ridurre le emissioni dal 25 al 40 per cento entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 (ma questo passaggio è in un gruppo di lavoro sul Protocollo di Kyoto, e quindi non coinvolge gli Usa, che non hanno mai firmato il trattato) -accetta di studiare nuovi meccanismi per aiutare le nazioni in via di sviluppo a ridurre le emissioni di anidride carbonica e per discutere le proposte per il clima al prossimo grande appuntamento Onu, alla fine del 2011 in Sud-Africa
Aiuto ai Paesi in via di sviluppo: l'accordo dà vita a un nuovo organismo internazionale, il Green Climate Fund, per amministrare il denaro destinato dai Paesi ricchi alle nazioni più colpite dai cambiamenti climatici. L'Ue, il Giappone e gli Usa si sono impegnati a donare 100 miliardi di dollari all'anno a partire dal 2020, insieme a 30 miliardi di dollari in aiuti urgenti per il 2008-2012 - la gestione del fondo viene affidata temporaneamente e per i primi tre anni alla Banca Mondiale (la scelta ha suscitato molte critiche) - si crea un direttorio composto da 24 Paesi membri (scelti in maniera paritaria tra nazioni sviluppate e in via di sviluppo, insieme a rappresentanti dei piccoli Stati insulari più a rischio per i cambiamenti climatici) che gestiranno il Green Climate Fund; nasce il Climate Teechnology Center and Network per aiutare a distribuire il know-how tecnico che aiuti le nazioni in via di sviluppo a contenere le emissioni e ad adattarsi ai cambimenti climatici
Foreste: l'accordo dà ampio sostegno agli sforzi volti a ridurre la distruzione delle foreste; chiede ai Paesi in via di sviluppo dei piani anti-deforestazione -chiede a tutte le nazioni di rispettare i diritti delle popolazioni indigene.
Protocollo di Kyoto: L'accordo sposta a una fase futura la decisione se ci sarà o meno una seconda fase del Protocollo di Kyoto, che scade nel 2012. Gli impegni della prima fase del protocollo di Kyoto prevedevono la riduzione dell'11-16 per cento rispetto ai livelli del 1990 per il periodo dal 2008 al 2012, mentre ora si propone che aumentino a una percentuale tra il 25 e il 40 per cento entro il 2020. Al 2012 pochi Paesi avranno raggiunto gli obiettivi fissati nel Protocollo e gli sforzi dovranno essere, se ci saranno, molto maggiori di quelli fatti fino ad oggi.

Liberazione 12/12/2010, pag 6

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