mercoledì 20 ottobre 2010

Censura e Nobel turbano il Pcc

Conferenza annuale. Wen alle strette?

Riflettori puntati su Zhongnanhai, quartier generale del PCC, dove da oggi è in corso la Conferenza annuale del partito. Focus del forum saranno le riforme economiche previste dal prossimo piano quinquennale (2011-15) volto a rendere la Cina più dipendente dalla domanda interna e meno dalle esportazioni, ma sono molti gli analisti pronti a scommettere che i temi economici scivoleranno in secondo piano scalzati dalla questione delle riforme politiche, tema caldo che nell'ultima settimana ha catalizzato l'attenzione del mondo intero.
Il Nobel al dissidente Liu Xiaobo e la lettera aperta contro la censura firmata da ex membri del partito e rappresentanti della stampa che sembrano così determinanti, sono in realtà solo l'ultimo episodio che ha contribuito a rendere questo appuntamento importante. Da una parte i conservatori - da tempo stanchi delle maggiori libertà promesse dal premier Wen Jiabao e convinta che «quella del Nobel sia solo una mossa per mettere in cattiva luce il PCC» - e quella riformatrice.
L'appuntamento di quest'anno sarà particolarmente seguito anche dai non addetti ai lavori in quanto le scelte che verranno prese nei prossimi quattro giorni di forum delineeranno un quadro abbastanza chiaro riguardo il cambio di guardia ai vertici del partito che avverrà nel 2012. Secondo il copione, il vice premier Li Keqiang e il vice presidente Xi Jinping dovrebbero essere i più favoriti. Se nei prossimi giorni Xi sarà nominato vice presidente della Commissione Militare Centrale - al cui capo c'è lo stesso presidente Hu Jintao - la strada verso la presidenza sarà in discesa, sostengono gli analisti. Se ciò non dovesse accadere, allora si tratterebbe di un segnale di scontro aspro sulla direzione da dare al Paese. Wen Jiabao negli ultimi mesi ha delineato spesso una direzione di maggiore apertura rispetto a Hu. «Credo che i cinesi siano convinti, come lo sono io, che la Cina debba proseguire sulla sua strada lastricata di progressi. E queste stesse persone provano ormai un irresistibile desiderio di democrazia e libertà» aveva detto Wen un mese fa alla Cnn. In patria i discorsi di Wen sono stati censurati dai media di stato. Un provvedimento che ha indignato i 23 firmatari della lettera contro la censura resa pubblica nei giorni scorsi. L'appello alla libertà di espressione del gruppo dei 23 è stato oscurato da tutti i siti cinesi.

Liberazione 15/10/2010, pag 5

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