Aumento delle malformazioni. Colpa dell'uranio impoverito?
L'Organizzazione mondiale della sanità e le autorità irachene stanno svolgendo un'indagine sul fenomeno dei bimbi nati con deformità e malformazioni. «La ricerca è iniziata in sei governatorati dell'Iraq», ha spiegato la portavoce dell'Oms, Fadela Chaib, e ufficialmente mira a fornire «informazioni di base» per un programma nazionale in materia di salute materna e infantile.
Di fatto dovrebbe far luce su una vicenda dietro cui qualcuno intravede l'ombra dell'uranio impoverito impiegato dalle forze Usa.
L'indagine, che ha preso il via a luglio e durerà 18 mesi, fa seguito a una serie di denunce sui media internazionali. Nel marzo scorso la Bbc riferì che i medici di Falluja, ex roccaforte degli insorti e teatro di feroci scontri con le forze Usa, avevano osservato un numero elevato e crescente di bambini con difetti congeniti alla nascita. In quell'occasione la pediatra Samira Al-Ani, del Falluja General Hospital, il nuovo ospedale costruito con gli aiuti americani, riferì all'emittente inglese di aver constatato personalmente due o tre nuovi casi al giorno. La dottoressa specificò, tuttavia, che sulla questione non esisteva alcuna documentazione scientifica. La casistica dei problemi, secondo quanto riportato dalla Bbc, varia dai disturbi cardiaci a quelli cerebrali ma comprende anche bimbi venuti alla luce con tre teste, con un solo braccio o con sei dita per mano. L'area maggiormente colpita, in base a quanto riferito dal personale di una clinica per disabili, corrisponde a quella nelle vicinanze del quartiere di Al-Julan, vicino il fiume, cuore della resistenza agli americani nelle due offensive di aprile e settembre 2004. Nella zona le battaglie andarono avanti per settimane e gli Usa furono accusati di aver utilizzato armi chimiche e all'uranio impoverito.
La ricerca, precisa l'Oms, cercherà di approfondire l'estensione, la distribuzione e le tendenze del fenomeno dei bimbi nati con deformità, stabilendo una base di paragone anche fra le differenti parti dell'Iraq. Il monitoraggio comprenderà Sulemania, Diyala, Baghdad, Dhi-Qar, Basra e la provincia di Anbar, dove sorge Falluja.
Liberazione 07/10/2010, pag 4
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