mercoledì 13 ottobre 2010

Un "balzo in avanti" nelle relazioni tra l'Europa e la Cina

E' il modo per aiutare i cinesi verso la democrazia

Vincenzo Accattatis
L'industria cinese. Le banche cinesi. La crescita esponenziale della Cina. Il vero "balzo in avanti" è in corso. Negli ultimi anni la Cina ha meritato il titolo di "World Factory". Lavoro cinese a basso prezzo, ma il risultato è questo; nel bene e nel male. La Cina ha sorpassato il Giappone. E' divenuta la seconda potenza economica mondiale. E' divenuta "il motore industriale del mondo", scrivono gli economisti. La sua ricchezza economica raddoppia ogni 7 anni. Siamo in presenza del più "grande esempio" di riduzione "della povertà di massa che si sia mai verificato nella storia dell'umanità"( cito da un saggio di Graham Allison ). Diritti umani, appunto. Di diritti umani si tratta. Gli Stati Uniti hanno dichiarato molte "guerre alla povertà" ma le hanno perse tutte. In Cina invece si è passati da "un pasto al giorno" a "tre pasti al giorno". E' poco? A mio avviso è molto. L'ultimo impero, si è chiesto André Fontane su "Le Monde", sarà forse quello cinese? E quale impero sarà? Comunque, buone nuove per i lavoratori: gli operai cinesi scioperano e ottengono più alti salari (The Economist 6.8.2010, Le Monde 11.8.2010). Che cosa ne pensa Sergio Marchionne?
«Anche l'Italia, per uscire dalla crisi, punta infine sulla Cina». Dopo vent'anni perduti, "Pechino non è più un fantasma da evocare per costruire paura e xenofobia, ma un santo protettore..."( Giampaolo Visetti, "La Cina spalanca le porte all'Italia - affari a 100 miliardi in 5 anni", Repubblica 8 ottobre ). Sette accordi politici, dieci contratti da 2,43 miliardi di euro, un piano quinquennale con l'Italia. Il nostro Paese è divenuto un "alleato privilegiato" della Cina. Applauso da tutti gli imprenditori. Anche Marchionne applaude.
Terreni d'incontro: industria, ambiente, creatività, turismo, cultura. Sì, anche cultura.

Il miracolo cinese
La storia della Cina passa per queste sei fasi: 1) millenni imperiali feudali, con i cinesi schiavizzati; 2) rivoluzioni del XX secolo (a partire dal 1911); 3) rivoluzione maoista fatta nel nome di Marx, di Engels, di Lenin( ripeto, di Marx, Engels, Lenin); 4) primo piano quinquennale; 5) politica del «Grande balzo in avanti» e Rivoluzione culturale; 6) leadership comunista-capitalista-pragmatica, di "socialismo alla cinese" (fase in corso). In estrema sintesi: una rivoluzione che inizia nei primi decenni del secolo XX e che sfocia nella Repubblica cinese comunista-maoista del 1949. Impresa sbalorditiva, titanica, che gli imprenditori dovrebbero grandemente apprezzare, mentre non lo fanno, specie quelli occidentali, che hanno aiutato Chiang Kai-shek e non se ne vergognano. Oggi Wen Jiabao viene in Italia e viene applaudito dagli imprenditori. Fatto positivo.

Il modello cinese
Il "modello cinese" combina economia di mercato e monopartitismo e cioè nega il pluralismo. In Cina non vi è Stato di diritto. Una grave lacuna. Aiutiamo i cinesi a costruirlo, scrive l'Economist del 26 giugno. Un buon consiglio. I cinesi sono però consapevoli che devono costruirlo.

Due diversi concetti di democrazia
Vi sono due diversi concetti di democrazia: democrazia ( di tipo occidentale ) fondata sul suffragio universale e democrazia "deliberativa", ma i cinesi - è da aggiungere - si sforzano di estendere la democrazia di tipo occidentale fondata sul suffragio universale che esiste in Cina in modo limitato.

I diritti umani
Rispetto dei diritti umani in Usa, in Europa e in Cina; non solo in Cina. I cinesi criticano gli Stati Uniti e gli europei perché usano il "dual standard". Il sistema del doppio peso e della doppia misura. I media occidentali amplificano le violazioni dei diritti umani in Cina mentre tacciono o minimizzano quelle che avvengono negli Stati occidentali. Negli Stati occidentali le analisi di Noam Chomsky vengono messe ai margini, mentre sono di grande importanza. La sinistra deve riprendere e sviluppare le analisi di Chomsky.

Le differenze culturali e l'imperialismo
Fra Stati Uniti, Europa e Cina esistono e rimangono differenze culturali, ma vi è l'opportunità per tutti i Paesi di migliorare la reciproca comprensione. Vi sono oggi organizzazioni internazionali impegnate a favorire il confronto pacifico. La sinistra europea deve lavorare all'unisono con questa organizzazioni. A lungo termine, il futuro degli Stati Uniti, dell'Europa e della Cina dipende dalla loro capacità di saper convivere pacificamente "cosa relativamente facile - scrivono Ernest May e Zhou Hong in un importante saggio - se si pensa ai grandi disastri causati dai conflitti interimperialistici europei a partire dal 1914".

Liberazione 09/10/2010, pag 3

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