mercoledì 13 ottobre 2010

Wen a Roma da Berlusconi: scambi record tra Italia e Cina

Il premier non menziona la necessità di rivalutare lo yuan

Super affari per italiani e cinesi. Italia e Cina puntano ad arrivare a un interscambio di 100 miliardi di dollari, 72 miliardi di euro, entro il 2015. Lo ha riferito il premier cinese, Wen Jiabao, nella conferenza stampa con Silvio Berlusconi ieri a Villa Madama, terzo appuntamento per Wen nel suo tour europeo.
La visita di Wen a Roma è stata l'occasione per la firma di 10 accordi commerciali per un valore di 2,25 miliardi di euro e sette accordi istituzionali in campo giudiziario, scientifico, culturale, ambientale ed economico-finanziario. In particolare è stato sottoscritto un trattato di estradizione.
Wen ha assicurato che la nuova Cina offre «stabilità politica e sociale» e offre alle aziende italiane «un trattamento paritario». Il premier cinese ha anche sottolineato che Pechino vuole tutela i diritti intellettuali «sia dal punto di vista amministrativo che giuridico». In un'economia globalizzata «non possiamo fare pirateria intellettuale», ha sottolineato. Il tema della riproduzone dei marchi è, come ovvio, prioritario per l'Italia della moda.
Nei primi otto mesi dell'anno l'export italiano verso la Cina è cresciuto del 30,2% e solo nel mese di agosto c'è stato un boom di +60,7%.
Berlusconi ha affermato che l'Italia «apprezza moltissimo quanto la Cina sta facendo sul piano della politica internazionale». Il presidente del Consiglio ha proposto di aprire in Italia una casa della cultura cinese come quelle già esistenti in Francia e in Germania. Sono state premiate 10 personalità che hanno contribuito al rafforzamento dei rapporti Italia-Cina, tra cui Cesare Romiti, Giuliano Urbani e Marco Muller.
In precedenza c'era stato il colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
A differenza delle autorità europee, di Parigi, Londra e Bruxelles, insomma, Roma non ha nulla da dire sulla necessità di rivalutare lo yuan. Basta esportare di più verso i mercati asiatici.

Liberazione 08/10/2010, pag 4

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