mercoledì 9 marzo 2011

Arabia Saudita, ucciso il blogger pro-riforme «Sono i servizi»

Il popolo della rete saudita, composto dai 17mila che aderiscono alla pagina Facebook che chiede di scendere in piazza a Riyad, come a Gedda in nome della democrazia, il prossimo 11 marzo, accusa i servizi segreti della monarchia petrolifera di aver ucciso Faisal Ahmed Abdul-Ahadwas, 27 anni. Il giovane era uno dei leader della protesta in rete che chiede l'introduzione di riforme democratiche in Arabia Saudita, come la riorganizzazione del Consiglio della Shura. I principi sauditi, che hanno assistito alla caduta dell'alleato egiziano Mubarak, seguìta a quella del tunisino Ben Ali, osservano con occhio vigile le rivolte in Bahrein, Yemen e la crisi libica. Anche se la monarchia incarnata dal vecchio re Abdullah non è messa in discussione dal fronte della protesta in un paese in cui la popolazione gode di maggior benessere economico rispetto ai vicini, il vento del cambiamento che spira in medio oriente, impensierisce, se non spaventa, la leadership saudita. Lo dimostra il fatto che, nel tentativo di mettere al riparo la piazza saudita dalla protesta, una settimana fa, Re Abdullah, tornato da poco in patria dopo tre mesi d'assenza per un'intervento chirurgico subìto all'estero, ha ordinato aumenti degli stipendi ai lavoratori del regno e pompato danaro in settori vari, dall'istruzione alla sanità, tirando fuori 37 miliardi di dollari. L'omicidio di Abdul-Ahadwas, potrebbe però rivelarsi un boomerang. Le repressioni violente di manifestazioni pacifiche hanno scatenato altrove la rabbia popolare. Nei giorni scorsi le forze di sicurezza saudite hanno trattenuto decine di persone riunite per strada e fatto irruzione nei luoghi di incontro per organizzare le manifestazioni, di cui gli attivisti avevano parlato su Facebook.
«E' chiaro che le autorità controllano tutto quello che scriviamo su Twitter e Facebook», ha dichiarato il blogger saudita Ahmed al-Omran, che ha anche sottolineato quanto ciò mostri l'ansia del regime per il movimento di protesta. I giovani informatizzati di Riyad, come quelli del Cairo, che sono stati il motore di una rivolta propagatasi nel paese, sono istruiti e assetati di democrazia. E dopo la morte di uno di loro, molto più arrabbiati.
Fra. Marr.


Liberazione 04/03/2011, pag 4

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