mercoledì 9 marzo 2011

«Contro le fonti rinnovabili un capitalismo reazionario»

Vittorio Bonanni
Massimo Scalia, fisico, tra i fondatori del movimento ambientalista italiano e già esponente dei Verdi non usa mezzi termini nel definire le misure che il governo ha preso nei confronti delle fonti rinnovabili: «Tutti gli ambientalisti e non solo, penso finalmente anche ad un settore produttivo che comincia ad avere la sua importanza perché dà lavoro a 50.000 persone, danno un giudizio pesantemente negativo delle decisioni che l'esecutivo ha preso riguardo le energie alternative. E' come se avessimo affidato il bambino al pediatra Erode».

Qual è l'aspetto più grave di questa vicenda?
Tra i tanti pasticci che hanno fatto la cosa che grida vendetta al cospetto di dio è che invece di continuare con gli incentivi fino al 2013 - tenendo conto tuttavia che moltissime realtà riguardanti le fonti rinnovabili sono già competitive e non hanno dunque più bisogno di aiuti - li hanno bloccati decidendo sostanzialmente di accoppare queste realtà. Un vero e proprio assassinio commesso dal governo. Possiamo dire che questo è il volto peggiore di Berlusconi, dei vecchi insomma che ammazzano il futuro.

Tutto questo si inserisce nel tentativo di rilanciare il nucleare, non crede?
Non è solo un'opinione. E' un fatto che l'Enel stia vendendo il reparto che riguarda le energie rinnovabili per fare cassa e lanciarsi in questa scriteriata campagna verso il nucleare. Con il governo che gli fa da apripista e gli dà man forte contro le soluzioni alternative. Tutti ricordiamo la battaglia che c'è stata perché il governo non togliesse le detrazioni del 55% per gli interventi di risparmio e di riqualificazione energetica degli edifici. Altro che "piano casa" di Berlusconi, che poi ha avuto un esito nullo. Per farsi un'idea, le domande nella Lombardia sono state 189 per il "piano casa", mentre per accedere al 55% nella stessa regione sono state 170.000 nello stesso periodo. Ma tornando al "conto energia" e al solare fotovoltaico, il governo chiude a maggio di quest'anno con gli incentivi (il "tetto" a 8000 Megawatt), mentre siamo ben lontani dalla Germania, che da qui a 10 anni, non fra 50, si propone di arrivare a 52 Gigawatts, o 52.000 Megawatts se preferiamo. E in questo campo i numeri contano perché ti danno la dimensione di uno scenario industriale, produttivo e socio-economico. Questi 52 GW di fotovoltaico consentiranno alla Germania di coprire il 40% dei suoi consumi elettrici con le rinnovabili, altro che nucleare! Insomma stiamo su cifre che rendono credibile il famoso rapporto Mc Kinsey, che prevede la possibilità di arrivare nel 2050 al 100% di energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili.
Ma non c'è solo l'energia elettrica. Se parliamo di fonti rinnovabili dobbiamo considerare tutto lo spettro delle applicazioni e degli impieghi, dagli usi termici per le abitazioni, per i grandi centri di servizio (scuola, ospedali, centri commerciali), per la produzione di calore nei processi industriali fino alla trazione su gomma (il 90% dei trasporti nel nostro Paese). Quindi dare le bastonate che dà il governo su risparmio e fonti rinnovabili significa togliere i presupposti per il futuro.

Legambiente sostiene che queste misure stravolgono anche le direttive europee...
Certamente, visto che l'Unione Europea quattro anni fa ha stabilito l'obiettivo, vincolante, del 20% di consumi finali d'energia da coprire con le fonti rinnovabili. Chi non li raggiunge insomma paga pegno. E non lo paga Berlusconi ma noi. E ci hanno fatto anche uno sconto perché a suo tempo il nostro presidente del consiglio si era reinventato come capo del Patto di Varsavia, aveva remato contro queste disposizioni europee capitanando appunto tutti i paesi dell'Est europeo appena approdati nella Ue. In virtù di questo vergognoso comportamento di governo l'Italia ha ottenuto il 17%. Voglio altresì sottolineare che quando si parla di 20% di fonti rinnovabili al 2020, si dice che devono coprire il 20% dei consumi finali di tutta l'energia. Spesso i giornalisti tendono a confondere energia con energia elettrica, ma quest'ultima in termini di consumi finali è poco più di un quinto del totale. Ma i restanti 4/5 della torta non sono, appunto, energia elettrica. Se riuscissimo a far capire questo a tutti gli italiani sarebbe un bel passo avanti. Insomma nel 2020 si deve coprire con le fonti rinnovabili il 20%, il 17 per l'Italia, di tutti i consumi energetici italiani, non solo quelli elettrici.
Davanti all'urgenza posta dai cambiamenti climatici in atto la Ue prima, ma ormai tutto il mondo, si pone l'obiettivo di ridurre entro dieci anni di quasi il 40% la dipendenza dai combustibili fossili, responsabili della grave crisi ambientale che ci minaccia. Sarebbe una vera e propria rivoluzione energetica, se consideriamo che il mondo dipende da quelle fonti nella misura dell'80%. Questa è la prospettiva, ma al governo abbiamo degli irresponsabili che pensano a fare affari e guardano sempre indietro. Non sarà il sole del socialismo quello al quale andiamo incontro realizzando quegli obiettivi, ma qui in Italia chi detta le regole è la parte più reazionaria e retrograda del capitalismo.


Liberazione 05/03/2011, pag 6

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